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lunedì 10 Marzo 2025
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2 per mille: Il nuovo Carroccio incassa il doppio del vecchio. Il Pd primo ma perde un milione (Il Fatto Quotidiano)

Lo sdoppiamento dei partiti guidati dal ministro dell’Interno fa ricca via Bellerio che passa da 1,8 a quasi 3 milioni di euro di introiti. Su una torta più piccola rispetto al 2017 perché i contribuenti che hanno espresso una scelta sono scesi da 1,2 milioni a poco di 1 milione (2,7% del totale). Fratelli d’Italia si piazza terza, FI quarta e ha gli elettori più “ricchi”, con un’imposta media che comunque si ferma a 8.166 euro
Matteo Salvini incassa più della storica Lega Nord. Almeno dal punto di vista della percentuale di contribuenti che nelle dichiarazioni 2018 gli hanno destinato il 2 per 1000 della propria Irpef, come prevede il nuovo sistema di finanziamento dei partiti in vigore dal 2014. La “vecchia” Lega Nord per l’Indipendenza della Padania incassa 922.040euro e le firme di 81.405 contribuenti, cioè il 7% di tutti quelli che hanno deciso di contribuire alle casse di una forza politica. La “nuova” Lega per Salvini Premier porta a casa 2 milioni e 40mila euro, frutto della scelta di 187.260 contribuenti, ben il 17%. In totale, stando ai dati pubblicati venerdì sul sito del Ministero dell’Economia, le due Leghe hanno raccolto il 24% delle firme (268mila) e quasi 3 milioni di euro. Nel 2017 c’era solo la Lega Nord che aveva incassato 1,8 milioni dal 14% dei contribuenti: lo sdoppiamento dei Carrocci, e il trend positivo dei sondaggi, fa dunque ricca via Bellerio che vede quasi raddoppiare gli introiti da questa fonte e guadagna 96mila firme.
L’exploit del partito del vicepremier spicca in un quadro che registra un deciso calo delle scelte espresse: solo il 2,67% dei contribuenti ha messo una crocetta nella dichiarazione dei redditi, contro il 3% del 2017. La torta da spartirsi si è rimpicciolita di conseguenza, a 14,1 milioni dai 15,3 dell’anno prima. A parte la Lega e Scelta Civica (ma qui si parla si poco più di 11mila firme) perdono tutti, a partire dal Pd che resta sul primo gradino del podio ma con 114mila contribuenti in meno. Nella lista manca il Movimento 5 Stelle, che come è noto ha sempre rifiutato i finanziamenti pubblici. Il Pd perde un milione. Fi in calo (ma ha gli elettori più ricchi) – Ancora una volta il record spetta al Partito democratico: incassa 7 milioni ma perde consenso non solo alle urne. Hanno scelto di dare il loro 2 per mille ai dem 487.748 contribuenti cioè il 44%: lo scorso anno le firme erano 602.500, i contribuenti il 49% del totale e i milioni quasi 8. In calo anche Forza Italia, che in questa speciale classifica è solo il quinto partito: viene scelto dal 3,6% dei contribuenti, cioè 39mila persone pari a 637mila euro. Dodici mesi fa erano il 5% e 850mila euro. Il partito di Silvio Berlusconi, però, si conferma quello che attrae gli elettori più “ricchi“, si fa per dire: la loro Irpef media è di 8.166 euro, pari a un reddito lordo da lavoro autonomo intorno ai 35mila euro. Lo seguono – come lo scorso anno – i pochi elettori di Alternativa popolare: lo hanno scelto in 2.524 (lo 0,2%) con una Irpef media di poco più di 7.500 euro. Alla creatura di Angelino Alfano vanno di conseguenza solo 38.292 euro. Fdi terza. Poi Rifondazione con 547mila euro. Forza Italia viene superata in classifica da Fratelli d’Italia, che conferma la terza posizione del 2017 e incassa 720mila euro da 54.920 persone. L’anno prima il partito guidato da Giorgia Meloni aveva incassato 789.937 euro, il 5,27% delle scelte ovvero 64.682 contribuenti. Supera FI anche Rifondazione Comunista che incassa ben 547.426 euro, con 53.903 indicazioni, il 4,95% del totale. A Sinistra Italiana spettano 316.960 euro, con il 2,51% delle scelte, 27.325 contribuenti. Per Articolo 1 Movimento Democratico e Progressista – cioè gli scissionisti del Pd – ci sono 26.996 indicazioni, il 2,48% del totale, e 349.516 euro. La federazione dei Verdi raccoglie 23.314 firme, il 2,14% del totale, con 257.919 euro.
Meno di un italiano su 3 ha dato il 2 per mille ai partiti. Confermato rispetto allo scorso anno il numero delle formazioni iscritte nell’elenco dei possibili beneficiari – sono 27, nel 2016 erano 21 – nel quarto anno del nuovo strumento che ha sostituito i vecchi rimborsi elettorali azzerati dal 2017 si registra una flessione nelle donazioni. A mettere una crocetta nella propria dichiarazione dei redditi per destinare un piccola parte della propria imposta al partito preferito sono ancora pochissimi. Lo hanno fatto solo il 2,7% dei 40,8 milioni di contribuenti italiani (poco più di un milione di cittadini), contro il 3% del 2017. I contributi da spartirsi sono quindi diminuiti da 15,3 milioni a14,1 milioni, con un calo del 7,62%. Nel 2016 (redditi 2015) ai partiti erano stati destinati 11.763.227 euro. Il partito con meno appeal? Idea Identità e Azione, scelto da 1.019 cittadini, che ha incassato 15mila euro.

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