back to top
sabato 5 Ottobre 2024
spot_img
spot_img

Premio Lef tesi di laurea 2018-2019 ecco i vincitori: appuntamento al 7 dicembre

Sono Caterina Manfredi Clarke, Matteo Sturla e Gabriele Luzi i vincitori della quinta edizione del Premio Lef per tesi di laurea. La premiazione si terrà il prossimo 7 dicembre alle ore 16, nel corso della presentazione dell’ottavo rapporto Irpef elaborato dall’ufficio studi di Lef. Si tratterà di una cerimonia virtuale diversa da quelle delle precedenti edizioni del premio a causa della pandemia Covid. Lef, tuttavia, nonostante le difficoltà, non ha voluto rinunciare ad un momento di condivisione. I vincitori saranno collegati attraverso la piattaforma Zoom e riceveranno direttamente a casa l’attestato del premio e l’accredito della somma di 2.000 euro ciascuno.

Sarà possibile seguire i lavori in diretta cliccando sul seguente link  https://us02web.zoom.us/j/81587869906

Le tesi che hanno partecipato alla selezione sono state 23, un po’ meno rispetto alle precedenti edizioni. Si tratta comunque di elaborati di particolare interesse che hanno affrontato la materia tributaria con attenzione anche al tema dell’equità, come richiesto dal bando del premio. Per la commissione del premio, presieduta da Oreste Saccone, è stato necessaria una approfondita analisi degli elaborati per individuare i lavori più meritevoli del riconoscimento. La scelta è caduta su due tesi che affrontano temi di particolare attualità (quelle di Manfredi Clarke e Sturla) e una di taglio più storico giuridico (quella di Luzi).    

Caterina Manfredi Clarke con una tesi dal titolo ‘Principio di progressività e flat tax’  dopo aver ricostruito la genesi del principio della progressività del sistema impositivo in relazione al mutamento del tessuto etico nelle diverse epoche storiche, si sofferma sul moderno principio di capacità contributiva e sul suo corollario della progressività del sistema fiscale, introdotto nel nostro ordinamento dall’ articolo 53 della Costituzione. La tesi evidenzia come l’attuale frammentazione della base imponibile Irpef e lo spostamento della sua incidenza sui redditi “meno mobili”, quali quelli da lavoro dipendente e da pensione, finisce per tassare in modo diverso situazioni di eguale capacità contributiva vanificando, di fatto, l’obiettivo dell’equità verticale. In tale prospettiva viene messo in evidenza come i progetti di flat tax proposti se, da un lato, tendono a fare recuperare all’Irpef il carattere di imposta generale, attualmente erosa dalla presenza di ben 7 regimi sostitutivi, dall’altro violano in modo ancora palese l’obiettivo dell’equità verticale. Difatti, ad avviso dell’autrice, tutte le proposte avanzate in tema di flat tax, che hanno affidato la progressività del tributo ad un meccanismo di deduzioni, seppur notevolmente semplificate, finiscono per abbattere la progressività a livello dei redditi medio-alti, assoggettandoli al medesimo tasso percentuale applicato ai redditi medi.

Matteo Sturla con una tesi dal titolo ‘L’evoluzione della disciplina italiana in materia di società controllate estere tra crisi dei criteri di collegamento territoriale – Progetto Beps e Direttiva Atad’, affronta i differenti profili d’interesse delle controlled foreign companies legislations diffuse a livello internazionale. Particolarmente efficace l’analisi delle finalità fiscali dell’istituto nel loro evolversi diacronico, anche in ragione degli obiettivi di politica economica perseguiti dai vari ordinamenti nazionali. Così l’originaria ratio antideferral delle regole Cfc (di contrasto, cioè, dei fenomeni di differimento della tassazione sui soggetti residenti) e la connessa tutela della capital export neutrality proprie, in particolare, dei sistemi fiscali ispirati al principio di tassazione del reddito mondiale dei residenti vengono ad intrecciarsi, nel corso del tempo, con obiettivi di natura antielusiva che finiscono per catturare anche il crescente interesse degli ordinamenti con sistemi fiscali ‘territoriali’ inclini, piuttosto, a riconoscere l’esenzione per i redditi di fonte estera. L’autore ricostruisce inoltre gli aspetti più significativi della disciplina Cfc domestica, coordinandone le vicende con il contesto internazionale e unionale di riferimento fino al recepimento, ad opera del decreto legislativo numero 148 del 2018, della direttiva Ue nota come  Anti Tax Avoidance Directive.

Gabriele Luzi, con una tesi dal titolo ‘Diritto e riforme nel pontificato di Benedetto XIV (1740-1758) – la proprietà ecclesiastica tra immunità e imposizione’, propone un’interessante panoramica dell’imposizione operata dai principali stati italiani preunitari sulla proprietà ecclesiastica. L’autore mette in evidenza la tassazione della proprietà ecclesiastica in rapporto alla generale politica fiscale ispirata, nel montante clima dell’Illuminismo, dagli insegnamenti di illustri studiosi come il Genovesi, Muratori e Lambertini. Il tema dell’imposizione fiscale sui beni degli enti ecclesiastici, affrontato in prospettiva storica, presenta tra l’altro, fondamentali spunti di attualità come testimonia la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 6 novembre 2018, che ha condannato l’Italia a recuperare l’abolita Imposta Comunale sugli Immobili non versata dagli enti ecclesiastici su taluni immobili di proprietà. La documentata ricostruzione storica delle politiche economico-fiscali risalenti alla metà dell’ottavo secolo introduce il tema, tuttora attuale, del trattamento fiscale degli enti ecclesiastici che l’Autore con rigore espositivo ricollega a vicende contemporanee, la cui comprensione non può prescindere dall’analisi retrospettiva del contesto storico nel quale hanno trovato origine.

Dello stesso autore

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

Altro in Premio Lef

Rubriche