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martedì 29 Aprile 2025
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Affidata a un paladino dei paradisi fiscali la “tax reputation” dell’Ue

Clima, emissioni zero, crescita “pulita” e infine una spruzzatina, condensata in due righe nella lettera d’incarico, di tassazione generale. E’ questa la “mission” che la Presidente Ursula Von der Leyen ha affidato all’olandese Wopke Hoekstra nella nuova commissione Ue.  Mentre sarà impegnato a cercare di salvare il pianeta, trovando un difficile equilibrio con il futuro dell’industria pesante fondata sul fossile, Hoekstra nei ritagli di tempo dovrà sciogliere anche una fitta serie di nodi in campo fiscale venuti al pettine negli ultimi anni con drammatica puntualità e che oggi pesano come non mai sui destini dell’Unione.

Nella lettere d’incarico firmata Von der Leyen, il capo dell’esecutivo Ue  si aspetta che il neo commissario spiani la strada a norme fiscali per incentivare l’adozione di tecnologie pulite, come proposto dal rapporto Draghi. Spera che concluda i negoziati sulla direttiva per la revisione della tassazione sull’energia e che esplori come rendere più “green” il sistema dell’Iva.

Ex ministro delle Finanze e degli Esteri dei Paesi Bassi, rigorista e altrettanto frugale per i conti dell’Unione ma attivo sostenitore dei paradisi fiscali coltivati in casa, Hoekstra avrà inoltre tra i suoi compiti identificare soluzioni innovative  per il settore finanziario dell’Unione “che aiutino una più stretta integrazione facilitando le operazioni trans frontaliere e favorendo la digitalizzazione e l’innovazione”.

Tuttavia il goal assegnato che, visto il curriculum, risulterà probabilmente senz’altro più spinoso da centrare alla prova dei fatti sarà, per dirla con la presidente Ue “garantire che l’Europa mantenga il massimo livello di ambizione nella lotta alle frodi, all’evasione e all’elusione fiscali”. Non sarà facile inoltre per gli stessi motivi, come richiesto al neo commissario, continuare il lavoro di riforma e chiudere i difficili negoziati riguardo il pacchetto fiscale sulle società.

Il mandato della Von der Leyen a Hoekstra prevede infine la difficile implementazione tra gli Stati membri dell’accordo globale sulla riforma fiscale internazionale che ha introdotto una tassazione minima effettiva per le imprese multinazionali operanti nella Ue e che fatica assai a decollare.

Forti perplessità sull’opportunità di questa nomina, dettate dai trascorsi dell’ex ministro olandese, sono stati sollevati da più parti, sulla stampa internazionale e tra le formazioni politiche di opposizione nel Parlamento europeo.

Ex partner di McKinsey e consulente in passato del gigante petrolifero Shell, Hoekstra è considerato al centro di conflitti di interesse su diversi fronti del suo mandato.

Commissario per il clima già dall’autunno scorso in sostituzione di Frans Timmermans, ha guidato il ministero delle  Finanze dei Paesi Bassi fino al 2022, nonostante le false accuse di frode rivolte a migliaia di famiglie destinatarie di aiuti per i figli e per il suo coinvolgimento nell’inchiesta Pandora Papers. Nell’ottobre 2021 i documenti esaminati dall’International Consortium of Investigative Journalists (Icij) sugli illustri, anonimi intestatari di posizioni finanziarie in paesi offshore hanno rivelato che durante il suo mandato Hoekstra aveva acquistato lui stesso azioni di una società basata nelle Isole Vergini britanniche, senza mai dichiararle. Alla fine è stato costretto a devolvere tutto in beneficienza per ridimensionare lo scandalo.

L’Olanda si è piazzata quarta nell’ultima classifica dei paradisi fiscali stilata da Tax Justice network, dietro le stesse Isole Vergini, le Cayman e le Bermuda. Lo stesso Annual report on taxation 2023 della Commissione europea nota che “Paesi Bassi e Lussemburgo attirano investimenti diretti esteri pari a quelli ospitati dagli altri 25 Paesi messi insieme”. E aggiunge che il 43% degli investimenti in entrata e il 41% di quelli in uscita passa da società veicolo spesso utilizzate “senza altra giustificazione economica se non ridurre artificialmente il carico fiscale di un’azienda”.

Vedremo se l’ex ministro olandese sarà capace di trasformarsi in un paladino dell’equità fiscale, abbattendo un sistema concorrenziale su cui si basa la florida economia del suo paese di origine di cui tutti gli altri stanno pagando il conto, oppure, come più probabile, si adopererà perché tutto apparentemente cambi, per lasciare tutto com’è.

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