back to top
lunedì 10 Marzo 2025
spot_img
spot_img

Agenzia delle Entrate Usa, via libera all’intelligenza artificiale per frenare la grande evasione

L’Internal Revenue Service ha dato il via all’utilizzo a regime dell’intelligenza artificiale per investigare sull’evasione fiscale delle società multimiliardarie, cosiddette partnership, sui contribuenti facoltosi e sui gruppi di investitori nei settori immobiliare e in quello dei fondi d’investimento. L’annuncio delle Entrate statunitensi segna un deciso cambio di rotta rispetto al passato e mostra come un fisco più muscoloso stia già utilizzando una parte degli 80 miliardi di dollari stanziati, in realtà su base decennale, con l’Inflation Reduction Act dello scorso anno proprio per affrontare meccanismi di elusione fiscale divenuti troppo complessi da gestire con le ridotte risorse nella disponibilità dell’Irs.

L’occhio intelligente d’un fisco più equo
I nuovi fondi nella disponibilità dell’Irs hanno permesso la costruzione d’una nuova infrastruttura con al centro proprio l’AI, intelligenza artificiale. Obiettivo, perseguire i grandi evasori fiscali. In particolare, come detto, gli sforzi si concentreranno sulle grandi partnership complesse, che di fatto gestiscono e indirizzano miliardi d’investimenti in fondi obbligazionari e/o puramente azionari in ogni angolo del pianeta, e sui contribuenti ad alto reddito che spesso proprio su tali strumenti investono i loro patrimoni percependo in cambio ricchi dividendi e lucrose plusvalenze. In sostanza, da inizio ottobre, l’Irs avvierà accertamenti su 75 delle più grandi partnership statunitensi, tutte identificate con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. In pratica, queste entità, che coprono diversi settori e hanno un patrimonio medio di 10 miliardi di dollari, riceveranno o anno già ricevuto una notifica di audit. Del resto, come dichiarato dal commissario dell’Irs Danny Werfel durante una conferenza stampa, l’Agenzia sta investendo nell’intelligenza artificiale per “individuare schemi elusivi che non riuscivamo prima a cogliere, in modo da selezionare i grandi gruppi ad elevato rischio diminuendo la probabilità di commettere errori“.

Comunicazioni preventive a misura di milionari
Inoltre, contestualmente alla stretta sulle grandi partnership, l’Irs invierà 500 notifiche, o avvisi di conformità, ad altre 500 società di persone, indicando che l’Agenzia ha trovato discrepanze nei loro bilanci. Anche queste entità potrebbero essere sottoposte ad audit se non sono in grado di spiegare le differenze nei loro bilanci tra la fine di un anno e l’inizio del successivo. La stessa strategia si applicherà nei confronti dei contribuenti ad alto reddito. Infatti, saranno contattati all’incirca 1.600 milionari che devono almeno 250.000 dollari di tasse all’erario.

Il ritorno all’equità nei controlli fiscali
Oltre ad Intelligenza Artificiale, la seconda parola più usata all’interno del nuovo piano di controlli dell’Irs è equità. Non è un caso se il Commissario dell’Irs abbia dichiarato che “Questa nuova iniziativa di compliance rispetta la promessa dell’Inflation Reduction Act di garantire che l’Irs assicuri che i più ricchi paghino l’intero importo dovuto“. “Gli anni di sotto-finanziamento che hanno preceduto l’Inflation Reduction Act – ha continuato il Commissario – hanno condotto al più basso tasso di controllo dei contribuenti facoltosi della nostra storia”. Ora con i nuovi fondi l’Irs s’impegnerà a invertire questa tendenza, assicurando strategie di compliance più efficaci per i ricchi.

Più controlli anche su cripto-asset e conti bancari esteri
Il cambio di passo in materia di controlli interesserà anche i patrimoni digitali (in quanto veicolo di evasione fiscale) e i conti bancari esteri, spesso utilizzati per evitare di rivelare in modo completo il proprio profilo finanziario. In particolare, la stretta sul possesso di valute virtuali arriva dopo che un primo esame ha mostrato un potenziale tasso di non conformità del 75% tra i contribuenti identificati attraverso l’esame dei registri di scambio in valuta digitale. Un vero e proprio fenomeno di evasione di massa. Sui conti esteri invece, spesso offshore, i contribuenti ad alto reddito continuano a dribblare la presentazione del Report of Foreign Bank and Financial Accounts (FBAR) che scatta in qualsiasi istante ma solo se il valore complessivo di tutti i conti finanziari esteri supera i 10.000 dollari. L’analisi dell’Irs in tale ambito ha identificato centinaia di potenziali contribuenti inadempienti con saldi di conto in media superiori a 1,4 milioni di dollari. Per tale ragione l’Irs prevede di sottoporre a revisione i casi più gravi di potenziali non compilatori del modello ad hoc con cui riportare le informazioni sui propri conti esteri. (Fiscooggi.it)

Dello stesso autore

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

Altro in Dal mondo

Rubriche