L’Agenzia delle entrate spagnola ha chiesto al re emerito Juan Carlos di giustificare chi ha pagato le spese dalle battute di caccia a cui ha partecipato dopo la sua abdicazione da capo dello Stato nel giugno del 2014 e non era, quindi, più protetto dall’immunità derivante dalla sua carica.
Secondo fonti vicine all’inchiesta consultate dal quotidiano “El Mundo”, nell’ambito di questo procedimento non è richiesta solo la giustificazione delle spese per la caccia, ma anche alcuni regali minori che ha ricevuto come privato, alcuni di essi sono simbolici fatti da uomini d’affari vicini al monarca.
Secondo le stesse fonti, i consulenti legali di Don Juan Carlos hanno risposto periodicamente a tutte le richieste fatte dall’Ispettorato Tributario, i cui importi non arrivano, finora, a superare la soglia di 120 mila euro all’anno. D’altra parte, l’invio di questi requisiti costituisce un grosso ostacolo per un nuovo viaggio di ritorno del re emerito in Spagna. Persone vicine all’entourage di Juan Carlos hanno confidato a “El Mundo” di temere che il Fisco spagnolo utilizzi questa procedura di ispezione come meccanismo di pressione sull’ex monarca dopo le polemiche relative al suo recente viaggio alle regate del Real Club Náutico de Sanxenxo in Galizia, apertamente disapprovato dal governo di Pedro Sanchez.
Il re emerito, Juan Carlos, desidera rientrare in Spagna “nelle prossime settimane” come un “normale cittadino” dopo aver abbandonato volontariamente il Paese il 3 settembre scorso per gli Emirati Arabi a causa di varie vicende giudiziarie che lo vedono protagonista. Secondo alcune fonti vicine all’ex monarca consultate dal quotidiano “El Mundo”, con la richiesta di regolarizzazione fiscale da 4,4 miliardi di euro ufficializzata nei giorni scorsi “spera” di poter tornare “senza privilegi né onori” perché ritiene che “non ha nulla da cui fuggire”. Lo scorso dicembre, Juan Carlos aveva pagato al Tesoro spagnolo la prima tranche da 678.393 euro per evitare che la Procura aprisse un caso contro di lui per i movimenti economici fatti dal 2014, anno in cui ha perso l’inviolabilità. Se inizialmente il re emerito era convinto di poter rientrare subito, ora, rivelano queste fonti a “El Mundo”, teme che il suo desiderio possa essere “frustrato” una seconda volta. Inoltre, se il re emerito desidera tornare in modo permanente, il governo per il momento rifiuta questa opzione.