back to top
sabato 5 Ottobre 2024
spot_img
spot_img

Al via la riforma della riscossione: maglie larghe per i debitori, aggio scende al 6 per cento

Dilazioni di pagamento più soft e flessibilità di fronte a lievi ritardi. Ma anche una “svolta” telematica, con la possibilità per Equitalia di comunicare tramite posta elettronica. Queste le novità previste dal decreto approvato dall’esecutivo.

La riscossione 2.0 prende forma. E con il decreto approvato in via preliminare lo scorso 26 giugno, il Governo aggiunge un nuovo tassello al mosaico della delega fiscale in scadenza fra poche settimane. Norme più flessibili e procedure snelle per favorire la compliance e l’adempimento spontaneo, con sullo sfondo un parziale riassetto del meccanismo di rateazione, che consentirà ai contribuenti di rientrare dai debiti con più tranquillità. Questi gli obiettivi della riforma, che introduce anche altre novità sostanziali: dallo stop alla “clausola aperta” di inesigibilità per evitare l’abuso dell’istanza dilatoria – con annessa soppressione del termine dilatorio di 60 giorni-  alla ridefinizione dell’aggio, che oltre a cambiare pelle – d’ora in poi si chiamerà “contributo pubblico alla riscossione”- scende dall’otto al sei per cento.

Debiti spalmati. Uno degli obiettivi dichiarati della riforma è proprio quello di garantire una maggiore flessibilità ai contribuenti che devono rientrare dai debiti col Fisco. Nel dettaglio, in caso di definizione concordata dell’accertamento, il pagamento potrà essere spalmato su quattro anni anziché tre, fino ad un massimo di 16 rate (invece delle dodici attuali). Estesa la dilazione anche per il pagamento dei debiti nei confronti di Equitalia: per andare incontro ai cittadini in difficoltà, si offre la possibilità di richiedere una rateizzazione extra-large fino a 72 rate mensili, ma solo per i debiti pari o inferiori a 50mila euro. Se l’importo dovuto è superiore, invece, spetterà al contribuente comprovare l’effettiva condizione di difficoltà economica.

Il fisco chiude un occhio. Spazio poi alla previsione del “lieve inadempimento”: in pratica, in caso di piccoli ritardi od omesso pagamento di una modesta quota della rata dovuta all’Agenzia delle entrate- inferiore al 3% e comunque non superiore a 10mila euro- il contribuente non decade dal beneficio della rateazione a patto che saldi il dovuto entro cinque giorni.

Imposta di successione, pagamento soft. Sempre nell’ottica di una maggiore flessibilità, poi, si rivede la modalità di pagamento dell’imposta di successione: ora la tassa potrà essere versata in otto rate a cadenza trimestrale, che possono diventare dodici se l’importo dovuto è superiore a 20mila euro.

Addio vecchio aggio. Visti i dubbi legati alla sua legittimità costituzionale il Governo cambia pelle all’aggio, che viene sostituito dagli “oneri” di riscossione. Questi dovranno essere proporzionati agli effettivi costi di servizio e in ogni caso non potranno essere superiori al 6% dell’importo riscosso. A differenza del passato, poi, la tassa non resterà nelle tasche di Equitalia ma confluirà direttamente nel bilancio dello Stato.

Subito esecutivo. Altra novità riguarda l’avviso di accertamento, che diventa esecutivo una volta scaduto il termine per la presentazione del ricorso, anziché decorso il termine di sessanta giorni dalla notifica dell’atto. In più, si prevede che per gli atti non impugnati venga meno la sospensione legale dell’esecuzione: ciò varrà anche nei casi in cui vi siano sentenze passate in giudicato che confermino la pretesa tributaria.

Sì alla posta. Anche in materia di riscossione è prevista una piccola “svolta” telematica: nel testo, infatti, si introduce la possibilità, in capo ad Equitalia, di comunicare l’ammontare del debito tramite posta elettronica, oltre che con la consueta raccomandata semplice.

Dello stesso autore

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

Altro in Attualità

Rubriche