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lunedì 10 Marzo 2025
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Aliquota di 0,45 euro per chilo di plastica non riciclata, la Spagna fa il punto sulla Plastic tax

Di Stefano Latini

La tassa spagnola sugli imballaggi in plastica non riutilizzabili è direttamente collegata all’obiettivo europeo di ridurre i rifiuti di plastica monouso. Tuttavia, nonostante il bollino Ue una forma equivalente di tassazione non è ancora stata armonizzata all’interno dell’Unione e nessun altro Stato membro ha implementato un prelievo simile (vedi anche l’articolo Plastic tax partita nel Regno Unito. Appuntamento al 2023 in Spagna). In alcuni casi l’adozione è stata rinviata, come in Italia, mentre in altri, come in Portogallo, il campo di applicazione è stato fortemente ristretto. Questo implica che la plastic tax spagnola, ripetiamolo in fase di sperimentazione, è di fatto una sorta di case study su cui in molti si stanno concentrando.

I punti critici, tra incertezze e sfide
Da tenere in conto vi sono certamente i potenziali effetti negativi sulla competitività delle industrie spagnole, dato che solo la Spagna ha adottato questa tassa verde. Inoltre, l’ambito di applicazione della tassa richiamato dalla normativa è ampio e comprende gli imballaggi non riutilizzabili contenenti plastica, i prodotti semilavorati in plastica destinati alla produzione di tali imballaggi oltre ai prodotti contenenti plastica destinati a essere chiusi, commercializzati o esposti.
Ricapitolando, l’identikit del materiale potenzialmente imponibile si può riassumere con i seguenti termini “imballaggi”, “plastica” e anche “plastica riciclata” nel caso in cui non fosse destinata ad essere ulteriormente riciclata. Il fattore riciclo/riutilizzo resta l’elemento determinante per far scattare o meno la tassazione. Ad esempio, per determinare se un prodotto è considerato riutilizzabile, le autorità fiscali spagnole hanno recentemente emanato dei criteri secondo i quali ciò dipende da come, con quali processi chimici, un prodotto è stato concepito, fabbricato e commercializzato durante il suo ciclo di vita, indipendentemente dal modo in cui viene utilizzato dai consumatori. In sostanza, esiste un obbligo formale di conformità cui gli operatori devono attenersi per valutare se applicare la tassa o meno.

Le tre categorie di contribuenti interessati dalla plastic tax
Sono tre le tipologie di contribuenti chiamati ad applicare la nuova tassa: i fabbricanti in Spagna di prodotti che rientrano nell’ambito della plastic tax, gli acquirenti intracomunitari e gli importatori. Ciò comporta un’applicazione trasversale dell’imposta a tutti i settori industriali che introducono in Spagna, attraverso l’Ue o tramite importazione, beni contenenti imballaggi monouso in plastica, come nastro da imballaggio e plastiche contenenti additivi non riciclabili. Tutti questi operatori sono tassati indipendentemente dal fatto che siano impegnati o meno nel settore della plastica e, al contempo, dovranno adempiere a diversi obblighi, tra cui gestire e aggiornare degli inventari specifici e registrarsi presso le Entrate spagnole in un elenco ad hoc.

Calcolo della base imponibile, determinante il fattore del non riciclo
La base imponibile si basa sul numero di chilogrammi di plastica non riciclata contenuti nei prodotti (con un’aliquota di 0,45 euro per chilogrammo) e i prodotti composti da plastica e altri materiali sono tassati solo sulla plastica non riciclata. Questa è anche la sfida principale per gli acquirenti o gli importatori intracomunitari, che devono chiedere ai fornitori di fornire dettagli accurati per il calcolo della base imponibile. Quando i fornitori non forniscono questi dettagli, i contribuenti devono cercare fonti alternative o stimarle. Comunque, la quantità di plastica non riciclata deve essere certificata da enti accreditati, il che può comportare costi aggiuntivi.

Come viaggia la plastic tax
I produttori devono indicare separatamente in fattura, e trasmettere agli acquirenti, l’imposta applicata ai prodotti (sia da pagare che già versata alle autorità fiscali). Nelle successive consegne degli stessi prodotti, indipendentemente dal fatto che i cedenti siano contribuenti, su richiesta dell’acquirente è obbligatorio indicare in fattura o in un certificato separato l’importo dell’imposta pagata per i prodotti e l’eventuale esenzione. Questo sistema ha lo scopo di consentire agli acquirenti di richiedere il rimborso dell’imposta nei casi previsti dalla legge.

Quanto vale la plastic tax?
Secondo i dati diffusi ad aprile dalle Entrate spagnole, nei primi quattro mesi del 2023 il gettito della nuova tassa verde è stato pari a 167 milioni di euro. Poco/tanto? Difficile dirlo. La sola certezza sottolineata dall’Agenzia delle Entrate spagnola è che senza il gettito della plastic tax le accise avrebbero mostrato un segno negativo rispetto al mese e all’anno passato. (FiscoOggi)

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