Iniziato il processo all’ex campione tedesco: “Ho utilizzato un conto svizzero segreto, ma non sono un parassita sociale”. Rischia fino a 10 anni di carcere
Il presidente del Bayern Monaco, Uli Hoeness, rischia fino a 10 anni di carcere per aver evaso oltre 18 milioni di euro. Ad ammettere l’evasione lo stesso campione il cui legale, Hann Feigen, nel corso della prima udienza in tribunale, ha addirittura dichiarato alla corte che il suo cliente avrebbe eluso 18,5 milioni di euro. Fra redditi e capital gains, Hoeness è accusato di aver nascosto oltre 33,5 milioni di euro al fisco per i quali avrebbe dovuto versare più di 3,5 milioni.
Confessione. Una strategia difensiva sorprendente, quella di Hoeness, che si era preso il rimbrotto non proprio sereno del Cancelliere Merkel, quando la storia venne a galla poco meno di un anno fa.Davanti alla corte, Hoeness, proprietario di un’azienda che si occupa di salsice e salumi, si è dichiarato contento che “tutti i dettagli siano stati messi sul tavolo in maniera trasparente. Sono profondamente dispiaciuto per quanto ho fatto, farò tutto il necessario per garantire che questo capitolo per me spiacevole si chiuda. Ho donato milioni di euro in beneficenza, non sono un parassita sociale”. Va detto che nel processo si dovrà valutare anche se l’ammissione di Hoeness è dovuta al fatto che il presidente dei bavaresi era già a conoscenza dell’inchiesta che lo riguardava oppure per altri motivi.
Condanna. Hoeness rischia una pena che può andare da una multa fino a 10 anni di carcere. Il processo, definito dalla Suddeutsche Zeitung “il più spettacolare dell’anno in Germania” è seguitissimo dalla stampa tedesca, che ha dipinto il giudice Rupert Heindl come spietato per aver mandato dietro le sbarre un pensionato 70enne. Dalle prime battute è emerso uno Hoeness “giocatore di borsa” al quale Heindl ha ricordato di aver manovrato la bellezza di 18 milioni di euro in un solo giorno per assecondare la sua mania. Il presidente del Bayern ha fatto ammenda della propria “follia” sostenendo che aveva “perso la testa”.