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martedì 29 Aprile 2025
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Burocrazia: dal cavillo giuridico alla ‘obscure technicality’, come non scrivere le regole

Chi ha letto o addirittura analizzato, in quanto addetto ai lavori, il recente decreto del ministero
dell’Economia del 24 novembre 2020, n. 156, ‘Regolamento recante condizioni e criteri per
l’attribuzione delle misure premiali per l’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici’ si sarà
probabilmente chiesto se non sia in atto nella nostra Amministrazione Pubblica un cambiamento epocale,
una rivoluzione linguistica che accompagnata al tradizionale primato del fare riferimento a oscure e
indecifrabili date e numeri, relativi a norme precedenti, aggiunge con l’utilizzo esteso di termini inglesi un
tocco internazionale e, indubbiamente fantasioso, alla già precaria comprensione del tutto.

Finalmente si potrà parlare “the depths of the Italian bureaucracy” (fondali della nostra burocrazia) e tutto
il mondo lo comprenderà. Chissà cosa ne penseranno di tutto ciò dal regno dei cieli i nostri Dante, Petrarca
e Boccaccio o il Vasari che nel 1550 scrisse in italiano le Vite dei nostri grandi artisti del nostro glorioso
rinascimento tra cui Leonardo, Raffaello e Michelangelo. Ebbene, in questo decreto oltre alla presenza di periodi come questo: “«strumenti di pagamento elettronici»: gli strumenti di pagamento nell’ambito di operazioni di acquisto di beni o servizi per il tramite di un dispositivo di accettazione, e precisamente: a) la moneta elettronica di cui all’articolo 1, comma 2,
lettera h-ter), del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385; b) gli strumenti che consentono
l’esecuzione di operazioni di pagamento effettuate nell’ambito dei servizi previsti dall’articolo 1, comma 2,
lettera h-septies.1), del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, inclusi quelli di cui all’articolo 2,
comma 2, lettera m), del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 11” sono utilizzati ed onorati in sequenza i
seguenti termini inglesi: «acquirer convenzionato» (acquirente convenzionato), «MerchantID»
(identificazione del commerciante), «issuer convenzionato» (emittente convenzionato), «sistema
cashback» (contante indietro), «primary account number» (numero di conto primario).

C’è, infine, da domandarsi se questo sia effettivamente il salto di qualità che ci si attendeva dalla nostra
amministrazione pubblica o se non sia piuttosto un “facimm ammuina” che purtroppo poco aggiunge alla
qualità dell’operato d’una burocrazia che dovrebbe porre al primo posto la chiarezza, la trasparenza, la
competenza e la qualità al servizio del cittadino e della collettività. In tutto questo l’uso appropriato della
nostra illustre lingua, a nostro modesto parere, è fondamentale.

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