Cartelle rottamate: i conti non tornano

In Equitalia lo considerano un gran successo, al punto da affidare all’Ansa la diffusione dei primi dati sulla rottamazione delle cartelle esattoriali. Il bollettino che documenterebbe la partenza “sprint” dell’operazione cartelle rottamate parla di 100mila adesioni nei primi due mesi – 65mila solo a dicembre sottolinea l’ente di riscossione – che corrispondono a una media di 2500 domande al giorno inviate per definire le pendenze con fisco e enti locali senza pagare sanzioni e interessi. Il 55% dei contribuenti ha consegnato direttamente il modulo agli sportelli, il 27% l’ha inviato tramite posta elettronica certificata mentre il 18% si è affidato a una email ordinaria. Un entusiasmo, condiviso dalla tv pubblica e dai siti dei maggiori organi d’informazione, che tuttavia non trova giustificazione nel dato sull’ammontare delle pendenze fornito dalla stessa Equitalia alla Corte dei Conti in occasione dell’ultimo rendiconto sul bilancio dello Stato. Il numero di contribuenti che non hanno pagato i loro debiti maturati tra il 2000 al 2016 sono oltre 20 milioni, per un totale di 51 miliardi di euro. Le cartelle rottamate in questi due mesi rappresentano quindi solo lo 0,5% di quanto è stato messo in riscossione. L’obiettivo del governo di incassare 3,4 miliardi in due anni suona già come una resa, tuttavia Equitalia non ha comunicato quanto è stato incassato finora dalla rottamazione. Rimane in piedi per l’ente rottamato formalmente da Renzi la questione di come chiudere il bilancio per l’anno passato. E’ ancora un rebus infatti come e in quale misura i mancati incassi dell’aggio del 2016, conseguenti allo stop dei già risicati pagamenti ordinari previsti dopo l’annuncio del condono lo scorso agosto, saranno compensati dagli eventuali versamenti effettuati nelle ultime settimane per aderire alla rottamazione.