Le raccomandazioni della Commissione europea sul programma nazionale di riforme dell’Italia, pubblicato il 22 maggio scorso, indica ancora nel sistema fiscale uno dei maggiori punti di debolezza sulla strada dell’efficienza e dell’equità. “Il sistema fiscale dell’Italia non favorisce la crescita e l’efficienza dell’economia per diversi motivi” si legge nel documento. “Malgrado la recente modesta riduzione, il carico fiscale sui fattori produttivi rimane tra i più elevati dell’Ue. Vi sono margini per operare un ulteriore trasferimento verso imposte meno penalizzanti per la crescita, con esiti neutri in termini di bilancio. L’abolizione nel 2015 dell’imposta sulla prima casa ha rappresentato un passo indietro nel perseguimento di una struttura fiscale più efficiente. Nonostante la legge nazionale la imponga a cadenza annuale, la tanto attesa revisione delle agevolazioni fiscali, in particolare per quanto riguarda le aliquote ridotte dell’imposta sul valore aggiunto, è stata ulteriormente rinviata. Non è stata ancora realizzata la riforma degli obsoleti valori catastali in linea con gli attuali valori di mercato. Lo scarso rispetto dell’obbligo tributario e la complessità del codice fiscale aumentano gli oneri gravanti sulle imprese e le famiglie in regola. Le misure adottate di recente, come la fatturazione elettronica obbligatoria e la scissione dei pagamenti per gli acquisti delle pubbliche amministrazioni, vanno nella giusta direzione”. “Tuttavia – prosegue la Commissione Ue – la fatturazione elettronica non è obbligatoria per le operazioni tra privati e le soglie per l’uso del contante sono state recentemente aumentate, per cui l’uso dei pagamenti elettronici rimane ben al di sotto della media dell’Ue, a scapito del rispetto dell’obbligo fiscale”.
Commissione Ue: struttura fiscale italiana inefficiente, riforme al palo
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