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sabato 27 Luglio 2024
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Concorso aperto per dirigenti, prossima settimana vertice Padoan- Orlandi

L’intenzione è di varare un decreto ministeriale che consenta di bandire un concorso nel giro di poche settimane. “Serve soluzione rapida” ammonisce Orlandi, che poi se la prende con le associazioni dei consumatori: “Vergognoso incitare impugnazioni”.

Un concorso pubblico per il reclutamento dei dirigenti. È questa una delle opzioni sul tavolo del Governo per ovviare al problema dei dirigenti delle agenzie fiscali, ufficialmente decaduti dopo la pubblicazione in Gazzetta della sentenza della Corte Costituzionale. L’idea è quella di varare un dpcm che permetta di bandire un nuovo concorso per l’affidamento degli incarichi dirigenziali. La proposta sarà discussa la prossima settimana, alla presenza dei vertici dell’Agenzia delle entrate e del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, anche se non ci sono ancora certezze sui tempi di attuazione. In alternativa, non è da escludere il conferimento di “posizioni organizzative speciali” ai dirigenti bocciati dalla Consulta. Un rimedio d’urgenza per garantire il funzionamento dell’intero apparato, che però viene visto dalle associazioni di categoria come un tentativo di aggirare la sentenza della Corte. Chi non vede di buon occhio il concorso né i Pos è l’Unadis- Unione nazionale dei dirigenti dello stato- che in un comunicato, diffuso al termine dell’assemblea del 25 marzo scorso, chiede al Governo di evitare soluzioni pasticciate e inquadrare come dirigenti quei funzionari nominati senza concorso, perché “scelti nella maggior parte dei casi su interpelli, conseguendo valutazioni positive ogni anno”.

In emergenza. Per il momento si andrà avanti con le deleghe, affidando ai 300 dirigenti rimasti la reggenza degli uffici scoperti, anche se la soluzione tiene in ansia il direttore Rossella Orlandi, visto che proprio ora entrano nel vivo fatturazione elettronica e 730 precompilato. “Non sono sufficienti” ha detto ieri in conferenza stampa la numero uno delle entrate, che ha poi chiesto all’esecutivo “una soluzione rapida” che possa porre rimedio ad una situazione di emergenza alla quale “non lo so come ci organizzeremo”. In merito ai concorsi, la Orlandi ha poi ricordato che quelli banditi negli anni scorsi “il Tar li ha bloccati perché mancava il dpcm”, e nonostante “si sono succeduti quattro governi” il provvedimento non ha mai visto la luce.

Rischio impugnazioni. Se da un lato la funzionalità degli uffici rischia di essere compromessa, dall’altro la questione della legittimità degli atti firmati dai dirigenti decaduti resta un’incognita. Anche perché- come ha chiarito ieri il sottosegretario all’economia Enrico Zanetti- gli atti saranno impugnabili, dunque sarà un giudice di merito a doversi esprimere sulla questione. A ciò si aggiunge il fatto che già diverse associazioni di consumatori, tra cui Adusbef e Federconsumatori, hanno annunciato che chiederanno l’accesso agli atti per individuare i nomi dei funzionari da far valere in giudizio. Un’ipotesi che fa inorridire Orlandi: “È vergognoso incitare i cittadini a impugnare gli atti” ha detto, invitando poi le associazioni a “non dire sciocchezze” e a non spingere “i contribuenti a spendere inutilmente i soldi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro Padoan, che nel corso del question time di mercoledì alla Camera ha ribadito come non ci siano “rischi di invalidità degli avvisi di accertamento e delle cartelle esattoriali emesse”, non essendo ipotizzabili “vuoti di potere per il principio più volte affermato per cui occorre individuare in ogni momento un’autorità con la funzione di decidere e di provvedere”. 

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