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domenica 1 Settembre 2024
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Condono, provvedimento in Parlamento con la bocciatura di Bankitalia, Corte Conti e Upb

Il condono agli evasori contenuto nel decreto Sostegni arriva in Parlamento con  il marchio d’infamia apposto da tre delle massime istituzioni preposte al controllo del bilancio dello Stato. “Un beneficio erogato a un vastissimo numero di soggetti, molti dei quali presumibilmente non colpiti sul piano economico dalla crisi, che genera disorientamento e amarezza per coloro che tempestivamente adempiono e può rappresentare una spinta ulteriore a sottrarsi al pagamento spontaneo per molti altri”. E’ questo  il giudizio senza appello della Corte dei Conti nella memoria depositata alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera.  ”Questo è il terzo annullamento unilaterale di cartelle adottato nell’ultimo ventennio – rincara la più alta magistratura contabile – a conferma di una sostanziale impotenza dello Stato a riscuotere i propri crediti, specie se di entità contenuta”.

Come rilevato dal Fatto Quotidiano nei giorni scorsi, la sanatoria non comporterà questa volta una “oblazione” da parte di chi ne beneficerà – praticamente oltre il 90% di coloro che hanno pendenze aperte con il fisco tra il 2000 e il 2010 – ma un costo secco per l’Erario di 666 milioni. In base al decreto lo Stato dovrebbe rinunciare al pagamento anche di cartelle esattoriali rateizzate e in corso di riscossione. Un risultato politico che va ben oltre quanto ottenuto, tra flat tax e “saldo e stralcio”, con il precedente governo giallo-verde dal principale sponsor del condono, la Lega, che ora nella discussione parlamentare tenta addirittura il raddoppio del tetto previsto da 5mila euro a 10mila a cartella. Come spiega l’Ufficio parlamentare di Bilancio nella sua relazione alle Commissioni competenti del Senato “vi è il rischio che l’introduzione di forme di definizione agevolata, che costituiscono vere e proprie forme di condono, possa comportare in prospettiva anche una riduzione della riscossione ordinaria”.

La cancellazione di debiti a fronte dei quali la percentuale di recupero sarebbe relativamente bassa, consentirebbe di concentrare l’attività sulle cartelle sulle quali sono più alti i tassi di riscossione, riconoscono gli analisti parlamentari.  “Va tuttavia rilevato – spiega l’Upb – che un decreto volto a sostenere le imprese, i lavoratori e le famiglie per i disagi economici subiti per effetto del perdurare della pandemia non appare costituire lo strumento più idoneo per introdurre misure per l’annullamento dei debiti residui che, oltre a rappresentare un condono, sono dirette a migliorare l’attività di riscossione”.

La Banca d’Italia allarga il duro giudizio negativo sul provvedimento anche agli altri sconti fiscali contenuti nel decreto Sostegni. L’eliminazione delle sanzioni per le irregolarità nelle dichiarazioni 2017 e 2018 delle partite Iva e la cancellazione delle vecchie cartelle, scrivono da Via Nazionale  “si prospettano come condoni, con le connesse conseguenze in termini di incentivi negativi per l’affidabilità fiscale degli operatori economici e disparità di trattamento nei confronti dei contribuenti onesti”.

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