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domenica 7 Luglio 2024
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Corte Conti, dal taglio del cuneo fiscale rischi per l’equità

Squitieri, resterebbero escluse 25 milioni di persone, ovvero le categorie in maggiore difficoltà

Problemi distributivi e rischi per l’equità. La modalità di intervento per la riduzione del cuneo fiscale secondo il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri presenta entrambi i pericoli, poiché esclude dal beneficio 25 milioni di soggetti. «Secondo l’Ocse – spiega Squitieri in audizione al Senato sulla Legge di stabilità – nel 2012 il cuneo fiscale del lavoratore medio dell’industria italiana si commisurava al 47,6% del costo del lavoro: il 23,3% riconducibile al prelievo a carico del lavoratore ed il 24,3% a fronte dei contributi per il datore di lavoro. I risultati sarebbero diversi nel 2014, alla luce delle novità» del ddl. «Si può stimare che l’incidenza della nuova misura per il lavoratore si ridurrebbe di quasi tre decimi di punto per effetto delle maggiori detrazioni Irpef, mentre per il datore di lavoro diminuirebbe in modo maggiore», rileva Squitieri. «Un risultato significativo, ma che lascia sostanzialmente inalterata la posizione dell’Italia nella graduatoria europea sul peso del cuneo fiscale, maggiore solo in Belgio Francia e Germania».

Cuneo fiscale. Sono circa 25 milioni i soggetti che non beneficeranno del taglio del cuneo fiscale, previsto dalla legge di stabilità. «Oltre ai lavoratori autonomi – ha sottolineato Squitieri – sono esclusi dal beneficio gli incapienti e i pensionati, ossia circa 25 milioni di soggetti che comprendono evidentemente anche le categorie in maggiori difficoltà economiche». «Ciò – ha aggiunto – comporta evidenti problemi distributivi e di equità».

Casa. Con la legge di stabilità c’è il rischio «di ulteriori aumenti impositivi» in particolare sulla casa, ha rilevato la Corte dei Conti. In particolare la Tasi «moltiplica il suo perso rispetto alla Tares» e lasciando al Comune la facoltà di determinare l’aliquota crea il presupposto per aumenti. 

A rischio soprattutto le seconde case. Per questo Squitieri spiega come sia «indispensabile uno sforzo straordinario mirato al recupero di ulteriori margini di risparmio, sia da destinare a una riduzione del carico fiscale che a incidere sulle carenze più evidenti nella qualità dei servizi pubblici».

Obiettivo principale. Il primo obiettivo della Legge deve essere il contrasto del declino «del sistema produttivo» che «rappresenta oggi l’emergenza nazionale sulla quale va concentrata e misurata la capacità di intervento» ha continuato Squitieri. Per il presidente della Corte dei Conti è da «valutare positivamente» che «in alcune direzioni strategiche il governo abbia previsto interventi non privi di potenzialità rilevanti» ma «è necessario mantenere un solido filo conduttore nella strategia complessiva di politica economica e di finanza pubblica, rafforzando l’efficacia delle riforme e degli interventi avviati e concentrando su di essi le limitate risorse disponibili». Anche perché è «ancora alta la probabilità che si realizzi un quadro meno favorevole di quello prospettato dal governo e con scostamenti crescenti nel tempo», visto che l’obiettivo del 3% del deficit si allontana e gli spazi di manovra sono ridotti.

Pa. La Corte dei Conti si sofferma, poi, sull’impatto del pagamento del debito della Pa che potrebbero «realizzare andamenti incrementali più contenuti» rispetto a quelli previsti dal governo. Squitieri chiede anche che venga ripensata «l’organizzazione delle funzioni pubbliche per evitare che la riduzione di dipendenti determini il degrado nella qualità dei servizi» e sottolineando che le norme di taglio «severe» sul pubblico impiego «non sono replicabili all’infinito».

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