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domenica 1 Settembre 2024
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Corte Conti, evasione al 18% del Pil, peggio dell’Italia solo la Grecia

Giampaolino in occasione della Giornata della Giustizia tributaria: Tra le questioni che ostacolano il rapporto contribuente-amministrazione, le difficoltà di interlocuzione con i costi dell’assistenza fiscale

Le entrate sottratte al fisco ammontano al 18% del Pil. Un dato che colloca l’Italia al penultimo posto della graduatoria internazionale, davanti solo alla Grecia. Lo ha denunciato il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, in un intervento alla Camera in occasione della Giornata della Giustizia tributaria, cui ha partecipato anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. «In Italia la dimensione dell’evasione fiscale è particolarmente elevata, fino a 18% del Pil, collocando il nostro Paese al secondo posto della graduatoria internazionale guidata dalla Grecia», ha spiegato Giampaolino che, però, ha ricordato anche «i risultati della lotta all’evasione prevista dalle recenti manovre di finanzia pubblica: circa 73 miliardi per le manovre 2006-2011, con un’incidenza del 35,5% sul totale delle maggiori entrate complessive». Secondo il presidente della magistratura contabile, «in tale azione di recupero dell’evasione fiscale, grande importanza assume l’aspetto organizzativo della pubblica amministrazione».

Rapporto amministrazione-contribuente. Tra le questioni che ostacolano il rapporto contribuente-amministrazione, le «difficoltà di interlocuzione» con i «costi dell’assistenza fiscale». Fenomeni che possono danneggiare la «effettiva tutela dei contribuenti più deboli, talvolta vittime di errori e imprecisioni da essi stessi incolpevolmente causati» cui «il sistema fiscale, l’Amministrazione non sembra essere sempre in grado di provvedere». Secondo il presidente della Corte dei Conti, tuttavia, «un uso più ampio da parte dell’amministrazione finanziaria degli strumenti di correzione degli errori e di definizione bonaria dei rilievi mossi, come il ravvedimento operoso, l’accertamento con adesione, l’acquiescenza con riduzione della sanzione, hanno certamente contribuito in modo decisivo a un contenimento delle controversie nell’ultimo decennio. Giampaolino ha concluso osservando che «la fase del contenzioso tributario costituisce un momento di chiusura di un sistema che pone al centro l’Amministrazione finanziaria nell’azione di recupero della evasione fiscale».

Contenzioso, ricorsi dei cittadini accolti nel 48% dei casi. Durante il convegno è stato fatto il punto anche sull’andamento del contenzioso. Secondo un bilancio delle liti stilato per il triennio 2009-2011 dal Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria, nel 48% dei casi in cui i contribuenti ricorrono in appello contro l’Agenzia delle Entrate sono loro a vincere. In primo grado, invece, l’Agenzia risulta prevalere nel 45% dei ricorsi. La Pa, nel complesso è risultata vincente, sempre in appello, nel 45% delle volte.

325mila controversie nel 2011. Nel rapporto elaborato dal Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria emerge che delle 325mila controversie avviate in materia nel 2011, l’Agenzia delle entrate rappresenta il 61,7% della fonte di contenzioso, in leggera flessione rispetto al 66% tra 2009 e 2010. Al secondo posto delle contestazioni si piazzano gli Enti locali, terza Equitalia con le sue cartelle.

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