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sabato 5 Ottobre 2024
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Corte Conti, in tre anni evasi 138 mld di Iva e Irap

Nel periodo 2007 – 2009 tasso di evasione stimato al 29,3% per l’Iva e al 19,4% per l’Irap. Dalle due imposte vuoto di gettito di oltre 46 miliardi di euro l’anno.

L’eccessivo peso della pressione fiscale in Italia crea il rischio di un ulteriore rallentamento dell’economia. Dopo il richiamo di Bankitalia e della Commissione Europea, per Monti arriva anche il grido di allarme della Corte dei Conti, contenuto nella Rapporto 2012 sul coordinamento della finanza pubblica. Una pressione fiscale particolarmente pesante su chi paga le imposte. Resta infatti diffuso ed elevato il fenomeno dell’evasione che tocca il 29,3% per l’Iva e il 19,4% per l’Irap per un ammanco di gettito dalle due imposte di 46 miliardi l’anno. Secondo la magistratura contabile, i margini per riequilibrare il sistema di prelievo fiscale, cercando di conciliare rigore, equità e crescita, sono esauriti e per questo è necessario puntare sull’ampliamento della base imponibile attraverso la lotta all’evasione, all’elusione e al ridimensionamento dell’erosione. Dura l’analisi della Corte per il 2011: il gettito fiscale è rimasto al di sotto delle previsioni, penalizzato dalla mancata ripresa dell’economia, un’emergenza che ha costretto ad orientare la manovra di finanza pubblica quasi esclusivamente sul lato delle entrate. Secondo il presidente di coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti Luigi Mazzillo, il sistema impositivo del 2011 dunque è rimasto ancora distante dal modello europeo: segnato dalla coesistenza di un’elevata pressione fiscale e di un elevatissimo tasso di evasione. 

 

Il ruolo delle entrate nelle manovre di finanza pubblica 2011. La Corte dei Conti considera “deludente” l’andamento delle entrate tributarie nel 2011, a causa soprattutto della stagnazione delle imposte dirette. L’insoddisfacente dinamica delle entrate si è concentrata quasi esclusivamente sulle imposte di competenza dell’amministrazione centrale: hanno spinto in tale direzione una dinamica dei redditi (sia da lavoro, dipendente e non; sia da impresa, da lavoro autonomo e da capitale) compressa da una congiuntura sfavorevole, che ha prodotto inevitabili riflessi sul rendimento di imposte come Irpef, Ires, e imposte sostitutive sulle attività finanziarie. Una stagnazione dei consumi che si è scaricata sul gettito Iva e su quello delle accise (solo in parte compensati dall’aumento autunnale dell’aliquota Iva ordinaria e dall’aumento dei prezzi all’importazione). Migliore, invece, l’andamento del gettito delle amministrazioni locali, per effetto del combinato contributo dell’imposizione diretta (4,8 per cento) e di quella indiretta (5 per cento).

Il contrasto all’evasione. Le dimensioni del complessivo fenomeno evasivo, collocano l’Italia ai primissimi posti nella graduatoria internazionale. Nel triennio 2007-2009 l’evasione ha sottratto 46 miliardi l’anno.
Nel dossier i magistrati contabili hanno segnalato che dal 2007 al 2009, tra Iva e Irap, si registra un vuoto di gettito di oltre 46 miliardi di euro l’anno. Il tasso di evasione – si legge ancora nel documento – è stato stimato in misura pari al 29,3% nel caso dell’Iva e al 19,4% per l’Irap. Nonostante l’evasione fiscale rimanga una piaga pesante per il sistema tributario e per l’economia del nostro paese, nel Rapporto si evidenziano i meriti di un approccio più “scientifico” e razionale nella lotta all’evasione: dalla misurazione del fenomeno (tax gap), secondo una metodologia scientifica e trasparente; alla pubblicazione annuale delle stime; al monitoraggio della strategia; ai risultati dell’attività di contrasto, su cui riferire con un apposito rapporto annuale al Parlamento. Trova così seguito l’esigenza di un’azione di contrasto basata su “un’adeguata conoscenza del fenomeno evasivo e di un trasparente monitoraggio dei risultati dell’azione di contrasto”. 

Il contrasto all’elusione e all’abuso del diritto. Positivo il giudizio della Corte dei Conti per quanto riguarda il principio dell’abuso di diritto. Tramite questo principio, si legge infatti nel Rapporto, l’azione di contrasto dei comportamenti elusivi svolta dall’amministrazione ha trovato nuovo riconoscimento, inducendo in numerosi casi i grandi contribuenti a definire bonariamente la pretesa tributaria, con evidenti benefici sul piano sanzionatorio e della certezza dei rapporti giuridici. Tutto ciò ha dato luogo a notevoli effetti positivi in termini di entrate erariali, tanto che gran parte dei risultati finanziari conseguiti dall’attività di accertamento degli ultimi anni deriva essenzialmente dall’attività antielusiva svolta nei confronti delle grandi imprese.

L’efficientamento della riscossione ed il ruolo di Equitalia. Il documento della Corte ha analizzato inoltre l’andamento delle riscossioni tramite Equitalia. Nel complesso per il 2011 si registra una variazione negativa rispetto al 2010 (8,6 miliardi a fronte di 8,9 miliardi). Una flessione che, secondo il documento, è in primo luogo da mettere in relazione alle difficoltà in cui, a causa della crisi economica, si sono venuti a trovare molti dei debitori, indotti a beneficiare dall’aprile del 2011 delle più ampie possibilità di rateazione offerte dal legislatore con l’art. 2, comma 20, del d.l. 225 del 20103. A ciò si aggiunga l’indebolimento, dalla metà del 2011, di alcuni degli strumenti operativi a disposizione degli agenti della riscossione (l’innalzamento a 20.000 euro della soglia, precedentemente fissata in 5.000 euro, oltre la quale è possibile esperire la procedura di espropriazione immobiliare e l’introduzione dell’obbligo, in tutti i casi di riscossione coattiva dei debiti fino a 2.000 euro, di far precedere le azioni cautelari ed esecutive dall’invio, mediante posta ordinaria, di due solleciti di pagamento a distanza di almeno sei mesi l’uno dall’altro). Tali misure hanno certamente influito sull’andamento della riscossione coattiva nel 2011 ed ancora di più influiranno nel 2012.

Enti locali. L’analisi del Rapporto sulle amministrazioni locali evidenzia il livello di coinvolgimento nell’attività di accertamento. Nel triennio 2009-2011, si registra un incremento del 400 per cento circa. Un impatto molto consistente per il gettito si è inoltre avuto con lo sblocco delle addizionali regionale e locali e, a partire, dal 2012, con l’anticipato avvio dell’Imu. Ma anche gli enti territoriali, si legge nel documento della Corte dei Conti, per far quadrare i loro conti, saranno indotti ad avvalersi esclusivamente della leva tributaria, con un inevitabile effetto di prosecuzione dell’inarrestabile tendenza all’aumento della pressione tributaria complessiva.

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