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giovedì 4 Luglio 2024
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Corte Conti, spendere meglio le risorse del prelievo fiscale

Per Squitieri “senza crescita il peso del debito diventa insostenibile”. Ieri l’allarme: “L’evasione fiscale vale 130 miliardi”.

Pressione fiscale ed evasione. Sono i due temi critici rilevati dalla Corte dei Conti. Con un peso del Fisco ormai al 45% del Pil, non si potrà avere una accelerazione della crescita economica se non si spenderanno meglio le “ingentissime risorse” derivanti dal prelievo fiscale. Lo ha sottolineato il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, in occasione della cerimonia per il suo insediamento. A preoccupare la magistratura contabile è il “peso di un debito che ha pochi confronti nel mondo” e che “così rallenta ulteriormente il nostro passo in una sorta di circolo vizioso dal quale diventa sempre più difficile uscire”. E l’allarme sulla pressione fiscale, arriva il giorno dopo la stima altrettanto preoccupante sull’evasione: le tasse evase in Italia ammontano a circa 130 miliardi di euro.

Pressione fiscale. Il 45% del Pil è un peso, ha osservato Squitieri, “che può essere lieve da portare, e può essere più agevolmente ridotto, nel contesto di una economia che cresce. Perché – ha aggiunto – nelle espansioni economiche la domanda di interventi pubblici che sostengano i redditi si fa meno pressante e perché l’espansione economica genera, di per sé, aumenti delle entrate fiscali”. Per il presidente dei magistrati contabili, “se il prodotto ristagna o addirittura si riduce, come in Italia nel 2012-2013, il peso del debito pregresso e dell’onere di interessi che porta con sè, si fa più gravoso”.

Lotta alla corruzione. Il presidente della Corte dei Conti indica la lotta alla corruzione tra le priorità del Paese e mette in guardia dai “segnali inquietanti di deflazione. Oggi, insieme ai primi timidi segni di ripresa della domanda aggregata si scorgono, peraltro anche negli indici dei prezzi, segnali inquietanti di deflazione, i quali preoccupano non solo per l’immediato portato recessivo ma anche per l’effetto di appesantimento del debito, di tutti i debiti, centrale, locali, privati”.

130 miliardi di euro evasi l’anno. Le tasse evase in Italia ammontano a circa 130 miliardi di euro. Un livello, insieme all’elusione, «non compatibile con la nostra economia e con nessun sistema veramente democratico». A fornire il dato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, in occasione del convegno sulla legalità fiscale, convinto che «c’è bisogno di dire una parola forte e certa». Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha sottolineato che per contrastare l’evasione fiscale sono necessarie “risposte coordinate a livello internazionale”. “In un’economia globalizzata – ha osservato Saccomanni – un’azione efficace di contrasto all’evasione fiscale internazionale non puo’ limitarsi a misure domestiche unilaterali: si rendono necessarie anche risposte coordinate a livello internazionale”.

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