La carrozzeria del taxi di Roberto Mantovani, il “red sox” di Bologna paladino della trasparenza fiscale nella categoria, è stata imbrattata nella notte con insulti e simboli fascisti tracciati con vernice nera. Red Sox aveva già subito altri danni al taxi in passato: da tempo è dentro l’occhio del ciclone per aver fatto partire su Twitter una campagna nella quale pubblica gli incassi della giornata lavorativa dividendoli tra contanti e pagamenti elettronici ricevuti. Un modo per sensibilizzare cittadini e colleghi sulla trasparenza dell’incasso dei taxi. Iniziativa che però lo ha messo in contrasto con il resto della categoria e con la sua cooperativa, la Cotabo, che lo ha allontanato con la motivazione che la battaglia di Mantovani “ci danneggia”.
Il sospetto di Mantovani è che qualcuno possa aver compiuto questo gesto non contro la sua battaglia pro uso del Pos nei pagamenti in vettura ma per la pubblicità che porta in giro. “Forse è un atto di misoginia – aggiunge – contro le donne e le realtà che aiutano il mondo femminile a contrastare la violenza. Hanno scritto insulti come “infame” poi “zecca rossa” ma hanno anche disegnato simboli palesemente provocatori e offensivi verso le donne. Non vorrei che sia stata quella la miccia che ha accesso la mente dei responsabili, ma sono pronto ad andare avanti. Se subisco certe cose significa che sto andando bene”. In due giorni sono stati raccolti online 19mila euro che serviranno per ripulire il veicolo. La differenza andrà alla Casa delle Donne di Bologna.
Lo scontro tra l’amministrazione comunale e le associazioni di categoria dei taxi è molto acceso da quando il Comune ha pubblicato un nuovo bando per 72 licenze. “La concorrenza è l’incubo più forte per un tassista” spiega Mantovani che sull’ex Twitter (ora X) ha ingaggiato la sua personale battaglia contro quella che lui definisce “la lobby dei tassisti” mettendo nero su bianco i suoi incassi giornalieri per denunciare “l’egoismo della categoria” . Mantovani è anche l’autore del libro Tassista di notte. Avventure di una vita contromano. Il racconto di come vive, cosa vede e cosa rischia un tassista che lavora di notte sotto le Due Torri. “Delle volte ho rischiato la rapina – dice – ma per me questo rimane il lavoro più bello del mondo”. Sullo stabilire l’effettiva redditività delle vetture pubbliche, in particolare nelle grandi città a più forte vocazione turistica, è intervenuta la Cassazione in una sentenza che pubblichiamo nella rubrica “Fisco in tribunale”, qui a lato.