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sabato 5 Ottobre 2024
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Di Vizio: L’accertamento del fatto e la valutazione della prova nei reati tributari

Di Fabio Di Vizio

Pubblichiamo su gentile concessione dell’autore il documento completo

  1. Considerazioni introduttive.

L’accertamento del fatto e la valutazione della prova nei reati tributari presentano peculiarità sviluppate ma che non vanno enfatizzate per non scivolare in settoriali “particolarismi” giurisprudenziali dei quali non si avverte alcun bisogno e che finirebbero per esporre a crisi di sistematicità l’intero impianto disciplinare, di per sé già interessato da stress conseguenti alle continue revisioni. Va riconosciuto,  piuttosto, che  la relazione naturale di interscambio con l’accertamento amministrativo sollecita un’attenzione particolare rispetto alle potenzialità informative che possono trarsi dalle verifiche extra-penali, sollecitando un’organizzazione delle indagini orientata a non disperdere materiale utile, senza trascurarne i profili problematici; ciò conforta l’opinione per cui anche, anzi  specialmente, nella fase delle indagini preliminari è imprescindibile delineare linee guida e  riconoscere  limiti che, nel rispetto della necessità di raccolta del materiale da utilizzare nel momento del giudizio, garantiscano il rispetto dei principi inderogabili del nostro ordinamento. Se risponde ad osservazione  scontata quella per cui la prospettiva processuale deve essere già ben presente all’inquirente al momento delle indagini, questo non toglie che ciò deve indurre il magistrato inquirente che si confronti con la materia penal-tributaria, a compiere scelte capaci di indagare e rappresentare con la massima precisione esigibile, oltre che con elevato livello di persuasività, il fatto criminoso da perseguire, governando le più efficienti le tecniche di individuazione, selezione e raccordo degli elementi durante la fase dell’investigazione penale e il loro appropriato “trasferimento” nel confronto dibattimentale, ove le regole di analisi e di elaborazione logica trovano sintesi normativa e guida nei precetti dell’art. 192 c.p.p.

Una riflessione sulle tecniche di indagine in materia di reati tributari, dunque, che aspiri a oltrepassare la generica illustrazione degli strumenti a disposizione dell’inquirente –  dall’acquisizione di elementi con attitudine probatoria tratti da verifiche e accertamenti svolti  in sede amministrativa, da banche dati e applicativi informatici[1], da mezzi di ricerca della prova e dalla collaborazione giudiziaria internazionale,  sino agli strumenti di contrasto dei patrimoni illeciti e alle misure cautelari attivabili –  presuppone la definizione dei fenomeni che inverano l’evasione fiscale nelle forme penalmente tipizzate. Tenendo presente che la politica criminale nazionale, in materia tributaria, è in preda a repentini ripensamenti sulle stesse strategie di fondo del miglior contrasto dell’evasione fiscale[2].   Per avvedersene basta considerare l’evoluzione intervenuta nel breve volgere di neppure un lustro, tra il 2015 e il 2019.


[1] Per un quadro completo delle principali banche dati utilizzate in campo economico-finanziario nonché degli applicativi informatici, alcuni autonomamente sviluppati dalla Guardia di Finanza (fra cui “A.M.I.C.O.”, “A.M.I.C.O. plus”, “S.I.VA.2”, “C.E.TE.”, “S.C.O.P.R.O.”, “S.I.A.C.”, “S.I.A.F.”, “S.I.R.O.”, “A.F.IVA”), altri acquisiti dalle Agenzie fiscali si rinvia alla Circolare n. 1/2018 del 27.11.2017 della Guardia di Finanza (Manuale operativo in materia di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali), con particolare riferimento alla Parte I, Capitolo 6, Paragrafo 7 della. Tra le banche dati di uso più frequente cfr. RADAR (Ricerca e Analisi Decisionale per l’Accertamento dei Redditi), A.R.C.A. WEB (Analisi di rischio contribuenti anomali), SO.NO.RE. (Soggetti Non Residenti), Spesometro integrato, Infocamere, Sis.Ter. (Banca dati del Sistema Informativo del Territorio). E.B.R. (“European Business Register”), Orbis, Mint Global, Mint Italy, Legilux, Infocamere/Telemaco, R.e.t.i. (Richiesta Elenchi Titolari di Partita IVA) e Anagrafe Tributaria, in tema di esterovestizione e stabile organizzazione; – TP Catalyst, in materia di transfer price, S.I.A.F. (Sistema Informativo Anti Frode), S.I.Va. 2 (Sistema Informativo Valutario), S.I.R.O. (Supporto Informativo Ricerche Operative), Anagrafe tributaria (Ser.p.i.co. – Servizio. Per le Informazioni sul contribuente), Molecola.

[2] La direttiva dell’Unione europea 2017/1371, nota come “direttiva PIF”, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale, obbliga gli Stati membri: a sanzionare penalmente le frodi lesive degli interessi finanziari dell’Unione europea identificate – secondo quanto stabilito dall’art. 3, § 2, rispettivamente alle lettere a e b e alle lettere c e d – nelle frodi in materia di spese, ripartite in frodi in materia di spese non relative e relative agli appalti, e nelle frodi in materia di entrate, a loro volta distinte in frodi in materia di entrate non derivanti e derivanti dalle risorse provenienti dall’IVA; ad adottare le misure necessarie rispetto agli altri reati lesivi degli interessi finanziari dell’Unione individuati – ai sensi dell’art. 4 – nel riciclaggio, nella corruzione passiva e attiva e nell’appropriazione indebita; ad intervenire su alcune disposizioni generali relative – come previsto dal titolo III – alla frode e agli altri reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione europea, con particolare riguardo a istigazione, favoreggiamento, concorso di persone e tentativo, responsabilità da reato degli enti, confisca e termini di prescrizione. Per un quadro generale sul contenuto della direttiva PIF, si rinvia a: Basile, Brevi note sulla nuova direttiva PIF, in Dir. pen. cont., 12/2017, 63; Ronco, Frodi ‘gravi’ IVA e tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea: quali ricadute nell’ordinamento interno alla luce della direttiva 2017/1371 del 5 luglio 2017, in Archivio penale, 3/2017.  Per una riflessione sul processo di “europeizzazione del diritto penale” cfr. Lanotte, Sistema penale-tributario per la protezione degli interessi finanziari europei: adeguato e rispondente agli obblighi comunitari?, in Sistema Penale n. 3/2021, 109-137. (…)

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