di Marco Mobili e Giovanni Parente
Passata la fase più acuta dell’emergenza economica connessa al Covid e con il ridursi del ricorso agli ammortizzatori sociali, tornano ad aumentare sia i redditi che le imposte. È quanto emerge dai dati sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2022 (anno d’imposta 2021), che sono stati resi noti dal dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia. L’imposta netta totale dichiarata è pari a 171 miliardi di euro, in crescita del 7,4% rispetto all’anno precedente. L’Irpef media, al netto del trattamento integrativo è di 5.452 euro, e viene dichiarata da circa 31,3 milioni di soggetti, pari a circa il 76% del totale dei contribuenti. Invece proprio grazie all’effetto del trattamento integrativo (ex bonus 80 euro) e delle detrazioni, sono circa 13 milioni i contribuenti a non aver versato un euro di Irpef.
Reddito complessivo oltre i 912 miliardi
Il reddito complessivo totale dichiarato, composto per circa l’83,2% da redditi da lavoro dipendente e da pensione, ammonta a oltre 912,4 miliardi di euro (47 miliardi in più rispetto all’anno precedente, +5,5%) per un valore medio di 22.540 euro, in aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente.
Il reddito medio: Lombardia al top
Il reddito complessivo totale dichiarato, composto per circa l’83,2% da redditi da lavoro dipendente e da pensione, ammonta a oltre 912,4 miliardi di euro (47 miliardi in più rispetto all’anno precedente, +5,5%) per un valore medio di 22.540 euro, in aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente.
La regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (26.620 euro), seguita dalla Provincia autonoma di Bolzano (25.680 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (16.300 euro); anche nel 2021, quindi, continua ad essere significativa la distanza tra il reddito medio delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni meridionali.
Autonomi e dipendenti
Secondo quanto indicato dal dipartimento delle Finanze, il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, calcolato con riferimento ai soli contribuenti che non dichiarano perdite, ed è pari a 60.520 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali) è pari a 24.130 euro. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 21.500 euro, mentre quello dei pensionati a 18.990 euro. Infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone ed assimilate risulta di 19.480 euro.
Nel confronto con l’anno d’imposta 2020 (quindi in piena pandemia) aumentano i redditi medi da lavoro autonomo (+14,2%), i valori medi del reddito da partecipazione (+18,4%),del reddito d’impresa in contabilità ordinaria (+25,4%) e del reddito d’impresa in contabilità semplificata (+20,8%). Il reddito medio da pensione mostra un lieve incremento dell’1,8%. Risulta in crescita anche il reddito medio da lavoro dipendente (+3,8%).
L’imposta netta dichiarata
Sono quasi 31,3 milioni di contribuenti (il 76% del totale) a dichiarare un’imposta netta, pari a 171 miliardi di euro (+7,4% rispetto al 2020) per un valore pro capite di 5.452 euro. Circa 10,1 milioni di soggetti hanno imposta netta pari a zero: si tratta, ad esempio, di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle fasce di esonero oppure di contribuenti che fanno valere detrazioni tali da azzerare l’imposta lorda. Inoltre, considerando i soggetti la cui imposta netta è interamente compensata dal trattamento integrativo, coloro che di fatto non versano Irpef sono 13 milioni.
I contribuenti con imposta netta e redditi fino a 35.000 euro (circa 82% del totale) dichiarano il 41% dell’imposta netta totale, mentre il restante 59% è dichiarato dai contribuenti con redditi superiori a 35.000 euro (18% del totale contribuenti). I soggetti con un reddito complessivo maggiore di 300.000 euro dichiarano il 6,7% dell’imposta totale (nel 2020 era il 5,6%).
Segnali di ripresa anche per l’Iva
Sul fronte delle dichiarazioni Iva, il numero totale dei contribuenti per l’anno d’imposta 2021 risulta pari a circa 4,2 milioni (+0,8% rispetto al 2020).Il volume d’affari dichiarato ha raggiunto i 3.881 miliardi di euro, crescendo del 21,5% rispetto il precedente anno, ed è costituito per il 58,8% dalle operazioni imponibili dichiarate che sono pari a circa 2.282 miliardi di euro (+20,4% rispetto al 2020).
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale del volume d’affari, il Friuli-Venezia Giulia presenta l’aumento più consistente (+27%) rispetto all’anno precedente.L’Iva di competenza risulta pari a 112,5 miliardi di euro con una base imponibile pari a 746,2 miliardi di euro, in aumento rispetto all’anno precedente rispettivamente del 10,8% e del 14,8 per cento.