Il governo Monti si appresta a reintrodurre l’elenco clienti e fornitori eliminato dal governo Berlusconi. Nella bozza del dl sulle semplificazioni anche maxisanzioni su chi porta capitali all’estero, più controlli sulle Onlus e lista ‘nera’ per chi non emette lo scontrino.
Semplificazione per i contribuenti in regola e norme più incisive per il contrasto all’evasione. Il governo Monti continua la demolizione della politica fiscale del duo Tremonti-Barlusconi. E dopo aver introdotto l’obbligo della comunicazione al fisco dei movomenti sui conto corrente ripristina uno strumento fondamentale come l’elenco clienti e fornitori che nei due anni di vigenza, nel 2006-2007 si era dismostrato particolarmente efficace nel far emergere basi imponibili. Viene poi prevista una ulteriore stretta per le compensazioni Iva e sanzioni sei volte più pesanti delle attuali per chi porta illegalmente capitali all’estero. Le misure alle quali sta lavorando il sottosegretario Vieri Ceriani, sono contenute nella bozza di dl sulle semplificazioni fiscali che sarà esaminato dal Consiglio dei Ministri di venerdi. Tra le altre misure previste anche l’inserimento dei commercianti che non fanno lo scontrino in una lista di sospetti evasori sotto osservazione, meno sgravi per la nuova tassa sugli immobili Imu, innalzamento da 16 a 30 euro del tetto delle “microliti” (ossia il raddoppio della «franchigia» sugli accertamenti fiscali) e compensazioni Iva più difficili. Ma nella bozza del decreto, manca l’Ici per i beni della Chiesa. A seguire, le altre misure esaminate oggi nel pre-Consiglio dei ministri per essere approvate venerdì in Cdm.
Torna l’elenco clienti-fornitori. Salta la soglia di 3mila euro dello spesometro per le comunicazioni ai fini Iva e torna l’elenco clienti-fornitori. Lo prevede l’art.2 della bozza. «L’obbligo di comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini dell’Iva per le quali è previsto l’obbligo di emissione della fattura è assolto con la trasmissione, per ciascun cliente e fornitore, dell’importo di tutte le operazioni attive e passive effettuate». «Per le operazioni per le quali non è previsto l’obbligo di emissione della fattura – si legge ancora – , la comunicazione deve essere effettuata qualora le operazioni siano di importo non inferiore a euro 3.600, comprensivo dell’Iva».
Lotta all’evasione. La lotta all’evasione dovrebbe prevedere, oltre alla reintroduzione dell’elenco clienti fornitori, l’automatica iscrizione nelle liste selettive dei contribuenti a rischio per chi non stacca scontrini o non riempie i questionari degli studi di settore. L’articolo 9 della bozza, dedicato al pacchetto delle misure anti-evasione, prevede poi un potenziamento dei controlli sul terzo settore. La norma estende il potere di accesso degli ispettori fiscali per combattere le frodi Iva nei confronti di enti non commerciali e agenzie onlus. L’obiettivo è evidentemente di stanare le finte onlus. Nella bozza, però, non compare, per il momento, l’introduzione dell’Ici per chiesa e no profit.
Semplificazioni. È il pacchetto che venerdì approda al Cdm. Conterrà norme di «manutenzione» del sistema fiscale, ma non per questo meno importanti. Di rilievo il capitolo sull’Ici e sulla lotta all’evasione. Verrà chiarito che la prima rata Imu del 16 giugno si pagherà versando metà imposta, calcolata con le aliquote base. La detrazione familiare prevista varrà una sola volta per nucleo. Dalla nuova imposta, poi, dovrebbero essere esentati gli immobili che appartengono a qualsiasi titolo ai comuni e agli altri enti locali. Dovrebbero poi arrivare anche dei chiarimenti sull’applicazione della Res, la nuova imposta sulla raccolta dei rifiuti solidi urbani che dall’anno prossimo sostituirà la Tarsu e la Tia. Verranno aggiornate leggi vecchi di anni, come quella che fissa il tetto al di sotto del quale il fisco non procederà agli accertamenti, che sarà portato da 16 a 30 euro. E saranno riviste infine le regole sull’uso del contante, con l’abolizione del tetto di mille europeo gli stranieri e l’obbligo di segnalare le infrazioni non più all’Agenzia delle entrate, ma alla Guardia di Finanza.
Compensazione crediti Iva. Si riduce da 10 a 5 mila euro la soglia per l’invio preventivo all’amministrazione finanziaria della dichiarazione che attesti il diritto al credito Iva da portare in compensazione.
Pignoramenti. Il nuovo decreto sulla semplificazione fiscale prevede che in caso di pignoramento dei beni strumentali dell’impresa essi siano affidati in custodia allo stesso imprenditore. In questo modo si consente di continuare la produzione e la vendita, anche a vantaggio diretto del Fisco.
Stipendi. Attualmente se il contribuente non paga quanto dovuto all’Erario, Equitalia può aggredire la retribuzione, pignorando fino a un quinto dello stipendio. La novità del decreto è la riduzione di questo tetto: sarà possibile pignorare al massimo fino al 10 percento dell’assegno mensile. Nell’art. 1 della bozza del decreto fiscale, inoltre si legge: «Il debitore può chiedere che il piano di rateazione preveda, in luogo di rate costanti, rate variabili di importo crescente per ciascun anno». Una volta ricevuta la richiesta di rateazione, l’agente della riscossione può iscrivere l’ipoteca «solo nel caso di mancato accoglimento dell’istanza, ovvero di decadenza». I piani di rateazione a rata costante, già emessi alla data di entrata in vigore del presente decreto, «non sono soggetti a modificazioni, salvo il caso di proroga» ai sensi dell’art. 19 del decreto del Presidente della Repubblica 602 del 1973.
Multe fino al 40% per chi esporta capitali. Chi verrà intercettato mentre porta capitali all’estero sarà punito con multe fino al 40%. In particolare, l’articolo 12 della bozza del decreto prevede sanzioni dal 5% al 20% per importi fino a 10mila euro e dal 20% al 40% oltre i 10mila euro. Nel caso si tratti di contanti e si voglia pagare al momento della contestazione, il pagamento è in misura ridotta: al 5% sotto i 10mila euro e al 10% fino a 40mila euro. La sanzione non può essere, comunque, inferiore a 100 euro.
Calo Irpef con lotta all’evasione. Monti lo ha già detto chiaramente: gli strumenti di lotta all’evasione introdotti con la manovra e quelli in arrivo consentiranno di incassare tributi che i provvedimenti non hanno quantificato. Saranno restituiti ai cittadini «onesti» riducendo l’Irpef. Ci sarà un nuovo disegno di legge delega o una modifica di quello predisposto da Tremonti ora in parlamento. Per i tempi si parla di maggio, ma solo dopo si verificheranno le risorse e quindi le modalità di ‘restituzionè. L’ipotesi di una riduzione secca dell’aliquota più bassa al 20% richiederebbe circa 15 miliardi. Più probabile che la semplificazione dell’aliquota passi anche attraverso un ridisegno delle diverse classi di reddito della curva Irpef, magari con un allargamento del primo scaglione per far rientrare più cittadini nella fascia meno tassata.
Via agevolazioni inutili, no aumento Iva. L’aumento Iva dal 21 al 23% dovrebbe scattare a ottobre. Di fatto si tratta di una norma di salvaguardia per evitare il taglio lineare delle detrazioni e deduzioni fiscali. Il governo però punta a selezionare queste «agevolazioni», spesso affastellate nel corso degli anni. Nessun rischio per quelle a favore di famiglie, lavoratori e pensionati. Ma il lavoro di cesello consentirà di evitare l’aggravio Iva, che peserebbe su tutti in modo indiscriminato (visto che sia ricchi che poveri sono consumatori).
Partite Iva inattive. L’Agenzia delle entrate potrà individuare i soggetti titolari di partita Iva che – anche se obbligati – non hanno presentato la dichiarazione di cessazione di attività, comunicando agli stessi la cessazione d’ufficio della partita Iva. La somma dovuta a titolo di sanzione per l’omessa presentazione della dichiarazione di cessazione di attività verrà iscritta a ruolo a titolo definitivo.
Paradisi fiscali, obbligo di comunicazione solo se operazioni superiori a 500 euro. In arrivo la semplificazione degli adempimenti per le imprese che operano con i paesi a fiscalità privilegiata, i cosiddetti paradisi fiscali. La comunicazione all’Agenzia delle entrate delle cessioni di beni e prestazioni di servizi nei confronti di operatori economici degli stati inseriti nella black list del fisco sarà obbligatoria solo se queste operazioni supereranno l’importo di 500 euro.
Giochi. Verrà istituito un fondo da 100 mila euro annui per le operazioni di gioco ai fini di controllo. A utilizzarlo potranno essere i dipendenti dei monopoli, o il personale della polizia, dei carabinieri e della guarda di finanza, che potranno effettuare operazioni di gioco per acquisire elementi di prova in ordine alle violazioni in materia di gioco pubblico.
5 per mille. A partire dal 2012 potranno partecipare al riparto del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche gli enti che pur non avendo assolto in tutto o in parte, entro i termini di scadenza, agli adempimenti richiesti per l’ammissione al contributo, abbiano comunque i requisiti sostanziali richiesti dalle norme di riferimento.
Riforma del catasto. Via i vani, arrivano i metri quadrati. Il cantiere “casa”, dopo la manovra, non è ancora chiuso. Questa volta non per fare cassa. L’obiettivo sarà quello di aggiornare i dati dell’immenso archivio edilizio italiano, adeguandoli alla realtà e ai valori di mercato, ora 3,73 volte più alti. Ma la riforma – che servirà anche a riequilibrare gli estimi delle grandi città sperequati tra centro e periferia – sarà a costo zero: l’adeguamento della base imponibile sarà accompagnato da una riduzione delle aliquote delle imposte immobiliari, l’Imu per prima.