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lunedì 10 Marzo 2025
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Draghi, riforma fiscale per superare debolezze strutturali Paese, entro luglio legge delega

“La riforma del fisco fa parte di quell’insieme di riforme che, sebbene non ricomprese nel perimetro delle azioni previste dal Piano, devono accompagnarne l’attuazione. La riforma fiscale è tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e in tal senso è parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee”. Lo ha sottolineato il premier Mario Draghi nella replica in Aula alla Camera al dibattito su Pnrr. Pur consapevole delle diverse opinioni tra i partiti che sostengono il governo sul tema Draghi ha ribadito l’impegno a mettere mano al riordino del sistema tributario a partire dall’Irpef. Il Pnrr dedica poco più di una paglietta al tema in cui evidenzia come nel corso degli anni si è “prodotta una sempre più marcata frammentazione della legislazione tributaria, da cui è derivato un sistema fiscale articolato e complesso che ha rappresentato, nel tempo, un freno pergli investimenti, anche dall’estero. Va quindi operato un intervento complessivo – come specificato anche nelle CSR del 2019 – che parta da una analisi operata da esperti in materia fiscale e che abbia come obiettivo principale la definizione di un sistema fiscale certo ed equo”. Vi è dunque il richiamo a quella commissione di esperti già evocata nel discorso di insediamento del governo in cui Draghi fece riferimento al metodo che si era seguito in Danimarca per la riforma fiscale di quel Paese. Un primo punto -sottolinea il Pnrr- è quello di mettere ordine nel sistema. “È auspicabile, a questo proposito, un’opera di raccolta e razionalizzazione della legislazione fiscale in un testo unico, integrato e coordinato con le disposizioni normative speciali, da far a sua volta confluire in un unico Codice tributario. Così si realizzerebbero misure volte a favorire la semplificazione del sistemae l’attuazione della certezza del diritto. Inoltre, è necessario che le nuove regole abbiano stabilità nel tempo, per evitare che gli operatori del settore (ivi compresa l’Amministrazione finanziaria) debbano continuamente adattarsi a mutate cornici normative”.

All’interno del riordino, sottolinea il Pnrr, “si inserisce la possibile revisione dell’Irpef, con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo e di ridurre gradualmente il carico fiscale, preservando la progressività e l’equilibrio dei conti pubblici. Sarebbe in tal modo incentivata la tax compliance e potrebbe essere sostenuta la partecipazione al lavoro delle donne e dei giovani. Il Governo presenterà al Parlamento, entro il 31 luglio 2021, una legge di delega da attuarsi per il tramite di uno o più decreti legislativi delegati. Il disegno di Legge delega terrà adeguatamente conto del documento conclusivo della “indagine conoscitiva sulla riforma dell’Irpef e altri aspetti del sistema tributario” avviata dalle Commissioni parlamentari e tuttora in corso di svolgimento. Per realizzare in tempi certi la riforma definendone i decreti attuativi il Governo, dopo l’approvazione della legge di delega, istituirà una Commissione di esperti”.

Alla riforma si accompagnerà il potenziamento dell’azione di contrasto all’evasione fiscale. “In questa prospettiva, l’Italia -si legge nel Pnrr- ha intenzione di intensificare l’attività di analisi dei dati a disposizione dell’Agenzia delle entrate che consenta di individuare preventivamente o tempestivamente posizioni da sottoporre ad accertamento fiscale. Pertanto, verranno realizzati e potenziati progetti di analisi avanzata dei dati per poter aggredire il tax gap attraverso applicazione di tecniche sempre più avanzate come intelligenza artificiale, machine learning, text mining, analisi delle relazioni. Inoltre, si prevede di potenziare l’operatività dell’Agenzia delle Entrate nella parte relativa all’azione di contrasto all’evasione fiscale, attraverso nuove risorse umane, anche per colmare il divario causato dalla drastica riduzione di personale subita negli anni, principalmente a causa del prolungato blocco del turn over. La riduzione del personale è stata particolarmente marcata negli ultimi tre anni, in cui alle normali dinamiche si sono anche sommati gli effetti delle disposizioni normative in materia di pensionamento, che hanno condotto a un innalzamento dell’età media del personale a 55 anni”.

Inoltre si punterà anche a un ricambio di professionalità per consentire all’Agenzia delle entrate “di affrontare in modo adeguato i compiti di una moderna amministrazione finanziaria, anche attraverso l’assunzione di personale dotato di professionalità adeguate nell’analisi avanzata di dati (data scientist), nell’informatica, nel controllo fiscale sia dei fenomeni interni sia transnazionali, di esperti in fiscalità internazionale, di informatici, di ingegneri, e di esperti in diritto ed economia. Pertanto, al fine di potenziare le proprie attività e rafforzare il contrasto all’evasione fiscale, permettendo un incremento delle entrate tributarie, l’agenzia delle entrate ha bandito nell’ambito del concorso pubblico per 4.113 unità, nell’ambito del quale si recluteranno risorse altamente specializzate che consentiranno di affinare e migliorare i sistemi di contrasto all’evasione, anche attraverso la raccolta e l’analisi di grandi quantità di dati, l’utilizzo di software progettati ad hoc, al fine di supportare le decisioni strategiche dell’Agenzia nelle attività di “prevenzione, controllo e repressione” in campo fiscale”. E proprio per rafforzare della capacità operativa dell’Agenzia è prevista la selezione di ulteriori 2.000 unità.

Quanto alla riforma della riscossione coattiva dei tributi, il Pnrr conferma che si procederà ad “un efficientamento del sistema della riscossione, con la previsione di nuove regole in materia di crediti di difficile esazione”. Completa il quadro delle riforme fiscali quanto recato, con i necessari adeguamenti, dalla legge 42 del 2009 in materia di federalismo fiscale con la quale si introduce la necessità di finalizzare le risorse dei livelli territoriali sulla base di criteri oggettivi e ai fini di un uso efficiente delle risorse medesime. Il percorso di attuazione del federalismo fiscale è graduale sia nell’ammontare delle risorse perequate che nel processo di definizione dei fabbisogni standard e degli obiettivi di servizio. Per quanto riguarda i comuni, il processo è già in corso dal 2015 ai fini della distribuzione del fondo di solidarietà comunale tramite la differenza tra i fabbisogni standard e capacità fiscali in un’ottica di superamento della spesa storica (che cristallizza inefficienza). Analogamente al processo per i comuni, la distribuzione delle risorse per le province e le città metropolitane avverrà sulla base dei criteri dei fabbisogni standard e della capacità fiscale, come definite dal decreto-legislativo n. 68/2011 (articolo 1-15), come da ultimo modificato dalla legge 178/2020 (articolo 1, comma 783), processo che è attualmente all’esame della Commissione tecnica dei fabbisogni standard. Infine il federalismo fiscale per le regioni, definito dal decreto-legislativi n. 68/2011 (articoli 1-15), come da ultimo modificato dalla legge n°176/2020 (articolo 31-sexties), è in corso di approfondimenti da parte del Tavolo tecnico istituito presso il Mef. Il processo sarà definito entro il primo quadrimestre dell’anno2026.

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