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domenica 7 Luglio 2024
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E-commerce, settore in espansione anche per il fisco: 50 miliardi di entrate nel 2022

L’e-commerce in Italia sta vivendo una crescita esponenziale e il suo impatto sull’economia nazionale è sempre più evidente. Nel 2022, la filiera degli acquisti digitali ha generato un fatturato complessivo di 133,6 miliardi di euro, pari al 7% del PIL italiano dello stesso anno. Di questo ammontare, ben 49,6 miliardi di euro sono stati versati nelle casse dello Stato, il 9,1% delle entrate fiscali totali del 2022, più di un terzo del valore prodotto dalla filiera del commercio online.

Questi dati, frutto di una ricerca condotta da Netcomm in collaborazione con Althesys, sono stati presentati al convegno “Elezioni europee e commercio digitale – scenari futuri e prospettive per la competitività dell’Italia e dell’Europa”, tenutosi a Roma. La ricerca evidenzia che del totale delle entrate fiscali derivante dall’e-commerce, 28,9 miliardi di euro provengono dall’Iva, 16,1 miliardi da imposte e contributi sociali sul lavoro, e 4,5 miliardi dalle imposte sulle società.

L’e-commerce ha avuto anche un impatto significativo sull’occupazione. Nel 2022, il settore ha impiegato 1,6 milioni di persone, pari al 6,4% degli occupati totali in Italia, con salari lordi che ammontano a 35 miliardi di euro. Questo settore non è più solo il tradizionale negozio online, ma è diventato un vero e proprio sistema industriale che contribuisce in modo sostanziale al Pil, all’occupazione e al gettito fiscale, paragonabile ad industrie storiche come quella automobilistica e delle costruzioni. Roberto Liscia, presidente di Netcomm, sottolinea come l’e-commerce rappresenti un traino per l’occupazione giovanile e lo sviluppo tecnologico delle aziende italiane, inclusa l’intelligenza artificiale.

L’integrazione tra commercio online e negozi fisici sta diventando una realtà sempre più consolidata, influenzata dall’esperienza del COVID-19 e dalle mutate abitudini di acquisto dei consumatori. Il 38,9% delle decisioni di acquisto è ora influenzato da touchpoint digitali, segno che la multicanalità sta evolvendo rapidamente. L’indice di ibridazione delle imprese italiane, infatti, è passato da 1,7 a 3,9 in soli tre anni, dimostrando come il digitale stia accelerando la competitività delle imprese italiane su scala globale.

Netcomm e l’Associazione europea Ecommerce Europe stanno lavorando per promuovere un quadro normativo armonizzato che tenga conto delle specificità del mercato italiano, favorendo così l’adozione di nuove tecnologie e la crescita delle Pmi italiane. Questo sforzo è essenziale per facilitare l’esportazione e rendere le imprese italiane competitive sui mercati esteri, sostenendo ulteriormente il made in Italy.

Con un’adeguata regolamentazione e supporto, il settore può continuare a crescere, trainando l’economia italiana verso nuovi traguardi di innovazione e competitività.

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