Sempre più contribuenti si affidano ai piani di rateizzazione: solo nel 2014 l’ente di riscossione ha accettato oltre 900mila richieste per un totale di 14 miliardi di euro.
La metà delle riscossioni di Equitalia è frutto di pagamenti rateizzati. Solo nel 2014 richieste di rateizzazione accolte sono state 920mila per una somma di 14 miliardi, che, se sommati ai 2,7 milioni di piani attivi dal 2008 ad oggi al netto delle revoche, fanno schizzare l’importo complessivo a 29,7 miliardi di euro. Sono questi alcuni dei dati emersi durante il convegno organizzato da Equitalia e il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, a riprova di un fisco più disponibile nei confronti dei contribuenti in crisi di liquidità. Stando ai numeri, per far fronte alla difficile congiuntura economica l’ente di riscossione ha approvato lo scorso anno 50mila piani di rateizzazione straordinari, spalmati su un arco temporale compreso tra i 6 e i 10 anni, per un totale di 4,4 miliardi di euro. Se da un lato si offre al contribuente la possibilità di pagare con più calma, dall’altro l’erario rischia però di ritrovarsi con una montagna di crediti inesigibile. Basti pensare che alla finestra di rateizzazione approvata lo scorso anno dal Parlamento accederono solo 1,3 dei 20 miliardi di debiti fiscali non più dilazionabili a giugno 2013. Stessa sorte potrebbe toccare anche alla nuova sanatoria inserita nel milleproroghe dello scorso febbraio, che offre a coloro che a fine 2014 hanno perso il beneficio la possibilità di rientrare nel percorso di rateizzazione presentando la domanda entro il 31 luglio.
Meglio le rate. Sarà anche per questo che la rateizzazione è ad oggi lo strumento più utilizzato dai cittadini per regolarizzare la propria situazione debitoria. Anche perché nel corso degli anni è diventato sempre più flessibile: è possibile richiedere un piano ordinario da 72 rate spalmate su 6 anni oppure, qualora il contribuente sia in possesso di requisiti specifici (comprovata difficoltà legata alla congiuntura economica; rate superiori al 20% del reddito mensile o al 10% della produzione mensile), un piano straordinario fino a 120 rate distribuite su un arco temporale di 10 anni. Ma c’è di più. Ad esempio per i debiti inferiori ai 50mila euro basta presentare la domanda di accesso al beneficio, senza allegare alla richiesta altri documenti (vedi l’Isee) che sarebbero invece obbligatori in caso di importi superiori. Per quanto riguarda l’inadempienza, il decreto legge 192 del 2014 ( il cd “Milleproroghe”) modifica i termini della rateizzazione bis: il beneficio si perde a partire dalla seconda rata non pagata (invece di otto), anche se non consecutivamente.
Compensazioni fiscali. Superano quota 900 milioni di euro le compensazioni delle somme iscritte a ruolo per imposte erariali (Irpef, Ires e Iva) dal 2011 ad oggi, per un totale di circa 470mila operazioni. Per quanto riguarda le compensazioni dei debiti tributari, previdenziali e assistenziali con i crediti nei confronti della Pa, si contano 900 operazioni dal 2012 per una somma complessiva di 52,5 milioni di euro.