Le 65 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare raccontano il meccanismo di corruzione sfruttato dagli imprenditori con la complicità di un dipendente. Otto gli arresti.
Un vero e proprio sistema truffaldino, garantito da episodi di sistematica corruzione e messa a disposizione delle pubbliche funzioni, che ha consentito scientificamente di non versare i dovuti milioni di euro nelle casse di Equitalia e di portare avanti una truffa da 17 milioni di euro. E’ ciò che è emerso dal blitz del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza scattato questa mattina, esito di indagini coordinate dal procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e dei sostituti Francesca Loy e Stefano Fava. Sei persone sono finite in carcere e due ai domiciliari. Le accuse: corruzione, truffa aggravata ai danni di Equitalia, bancarotta fraudolenta. Tra gli arrestati anche un funzionario di Equitalia-sud Lazio, Salvatore Fedele. Una ventina le perquisizioni negli uffici di Equitalia di Lazio, Campania e Calabria, due delle quali nei confronti di due direttori regionali che però non risultano indagati.
Le persone coinvolte. Salvatore Fedele (funzionario Equitalia)era già stato sospeso il 19 settembre 2013 a seguito di una serie di perquisizioni e reintegrato il primo aprile scorso: è accusato di corruzione, concussione, truffa aggravata ai danni dello Stato e trasferimento fraudolento di beni. Stesso provvedimento restrittivo, per gli stessi reati oltre a quelli di bancarotta fraudolenta, è stato firmato dal gip nei confronti del commercialista napoletano Domenico Ballo, del consulente del lavoro di Roma, Mauro Carlini, e degli imprenditori, in attività tra la capitale e Napoli, Paolo Conte, Antonio Conte e Lucio Licciardi. Gli arresti domiciliari sono stati disposti a carico di Vincenzo Comes, prestanome di Licciardi e Paolo Conte, e Luisa Musto, moglie di Salvatore Fedele, la sola, al momento, che risponde di riciclaggio.
I sequestri. Su ordine della procura, i finanzieri, che hanno eseguito anche un sequestro preventivo di beni per 750mila euro (tra immobili e contanti), hanno perquisito uffici e abitazioni di Equitalia Sud riconducibili al direttore regionale del Lazio, Alessandro Migliaccio, e di quello regionale della Calabria, Giovanbattista Sabia, che non risultano indagati. Gli accertamenti della procura, però, proseguono sul conto di 15 persone. Nelle misure cautelari disposte dal gip di Roma Maria Bonaventura, su richiesta dei pm Nello Rossi, Francesca Loi e Stefano Fava, si ipotizza una truffa ai danni di Equitalia per 17 milioni di euro. Alcuni imprenditori, attraverso professionisti, avrebbero contattato il funzionario di Equitalia sud Lazio, riuscendo, con pratiche corruttive, a ottenere prima la rateizzazione dei propri debiti con l’erario, infine la cancellazione.
Il sistema truffaldino. Più in dettaglio, gli imprenditori ottenevano la rateizzazione di un debito Equitalia, beneficio che non avrebbero dovuto avere, ottenendone il pagamento dilazionato fino a un massimo di 72 rate mensili, e congelando così la pretesa esattoriale e bloccando procedure esecutive in corso, come sequestri e pignoramenti. Poi pagavano solo le prime rate per non decadere dal beneficio e facevano in modo che la loro posizione debitoria venisse monitorata sino al trascorrere di un anno dalla cancellazione del Registro delle Imprese.