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martedì 29 Aprile 2025
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Estonia, fisco leggero che conquista le imprese straniere

Dopo la crisi il Paese baltico si è rimesso in piedi grazie anche a un sistema fiscale incentrato su  una flat tax sia sulle aziende che sulle persone fisiche.

E’ un piccolo paese che conta soltanto 1,3 milioni di abitanti, il cui reddito pro-capite è tra i più bassi dell’Unione europea. L’Estonia grazie all’adozione di un regime fiscale leggero, che ha permesso di attirare i capitali di numerose imprese e investitori stranieri, è in grande crescita registrando nei primi mesi 20111 la migliore performance Ue.

Le carte vincenti sono la sostanziale detassazione di tutti gli utili reinvestiti o comunque mantenuti nel perimetro societario, una Corporate Income Tax con aliquota al 21% che scatta solo in caso di distribuzione degli utili e un prelievo sui redditi delle persone fisiche anch’esso piatto al 21%, con  poche esenzioni e marginali maggiorazioni. Secondo il Doing Business della World Bank sono cinque i punti di forza dell’Estonia: la grande facilità con cui si riesce ad aprire un’attività, la trasparenza della tassazione, la garanzia di cui possono godere gli investitori, la flessibilità del lavoro e la grande facilitazione di comunicazione. Proprio riguardo alle comunicazioni l’Estonia è un esempio di paese all’avanguardia: il territorio nazionale è interamente coperto da rete wifi, praticamente tutte le transazioni bancarie e i rapporti con le pubbliche amministrazioni, compreso il fisco, avvengono online. Addirittura il voto è elettronico.

Insomma quello del Paese baltico è un esempio di come dopo una grave crisi sia possibile rimettere in moto l’economia e innescare una crescita significativa. Da una ricerca svolta dall’Economist è emerso che dopo una fase estremamente critica attraversata dall’Estonia nel 2009, caratterizzata da un boom della disoccupazione e da una progressiva contrazione del Pil, il paese grazie a scelte non emergenziali è riuscito a rimettersi in piedi e di diminuire di molto il suo debito pubblico. Riuscendo, tra l’altro, ad assorbire senza particolari contraccolpi il passaggio all’euro, avvenuto il primo gennaio di quest’anno. Mentre oggi gli Stati europei sono alle prese con indicatori negativi, la crescita del Pil estone nel primo quadrimestre del 2011 ha raggiunto l’8,5%, dato migliore di tutta l’Unione europea. Nell’ultimo anno la disoccupazione è scesa dal 16,9% al 14,4%, la produzione industriale è salita del 26% e Fitch ha alzato ad A+ la valutazione dello Stato dell’Est Europa.

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