La cantante, accusata di aver creato una costellazione di scatole vuote nei paradisi fiscali per evadere il Fisco, ha raggiunto l’accordo con la Procura di Milano.
Gianna Nannini fa pace col Fisco. Il gup di Milano Fabio Antezza ha accolto la richiesta di patteggiamento della rockstar, accusata aver sottratto al Fisco 3 milioni e 750mila euro tra il 2007 e il 2012. L’accordo raggiunto prevede 14 mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena, senza che la condanna finisca nel casellario giudiziale. Sulla decisione della Procura avrebbe pesato la volontà della cantante – emersa nel corso dell’udienza del 7 maggio scorso- di trovare un’intesa conciliativa con l’Agenzia delle entrate per saldare il debito e chiudere al più presto il contenzioso. ”È amareggiata e sorpresa della vicenda” ha detto il legale della Nannini, Giulia Bongiorno, “e nel ribadire l’assoluta trasparenza della propria condotta, nega recisamente qualsiasi interposizione fittizia con società estere e sottolinea che gli addebiti sono riferibili esclusivamente all’operato di soggetti terzi nei quali nutriva una sconfinata e tuttavia malriposta fiducia“. Amareggiata anche l’avvocato Bongiorno, che durante le indagini aveva depositato alcune fatture ritenute inesistenti dall’accusa, che avrebbero dovuto ridurre l’importo della presunta evasione a circa un milione di euro.
Concerti e paradisi (fiscali). L’accordo mette la parola fine a una vicenda che risale ai primi mesi del 2014, quando la Guardia di Finanza sequestrò in via preventiva la sua villa sulle colline senesi con l’accusa di evasione fiscale. Secondo gli investigatori, la cantante avrebbe creato due società fittizie, una in Olanda e l’altra in Irlanda, all’interno della quale sarebbero confluiti tra il 2007 e il 2012 i proventi derivanti da concerti e dischi, oltre ai guadagni relativi ai diritti d’autore incassati dalle case discografiche Sony e Universal.
