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sabato 5 Ottobre 2024
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Evasori e politica, nessun cambiamento in vista: la Gdf li inchioda, il governo li condona

Di Luciano Cerasa

 

La Guardia di Finanza inchioda gli evasori e il governo li condona. E’ questa la doppia morale che emerge dalla cronaca delle celebrazioni del 244° anniversario della Fondazione della Gdf. Mentre i finanzieri facevano rapporto al neo-ministro dell’Economia GiovanniTria sulla imponente (rapportata alle risorse a disposizione) attività svolta nel contrasto all’evasione fiscale nell’ultimo anno, il vicepremier Matteo Salvini prometteva di cancellare in un colpo solo tutte le cartelle esattoriali emesse di un importo inferiore o pari a centomila euro, con il fine enunciato dal segretario leghista di “liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse”. Nella lunga e consolidata storia dei condoni praticati nel nostro paese la scontistica sparata dal ministro Salvini è senza precedenti. Tuttavia, visti i risultati ottenuti, non sembrerebbe proprio il sistema giusto per redimere e scoraggiare gli evasori. Dai dati resi noti nel rapporto annuale delle Fiamme gialle viene fuori la punta di un iceberg sempre più ipertrofico che non teme cambiamenti climatici, evidentemente ancora non alle viste. Nell’ultimo anno e mezzo sono state denunciate dalla Gdf oltre 17mila persone per reati tributari e 378 sono finite in manette. Quasi 13mila, risultati sconosciuti al fisco, sono responsabili di aver evaso 5,8 miliardi di Iva. Nelle truffe alla Pa la spesa pubblica rimane il serbatoio più indifeso dove attingere a man bassa. Solo nel settore degli appalti, ha riferito il generale Giorgio Toschi, da due anni al comando della Guardia di Finanza, il valore delle procedure risultate irregolari è stato di 2,9 miliardi di euro su un ammontare complessivo di gare sottoposte a controllo di 7,28 miliardi: in pratica il 40% di quelle oggetto d’indagine. Nel riciclaggio o auto riciclaggio del denaro sporco, il Nucleo speciale di polizia valutaria ha analizzato circa 131.600 segnalazioni sospette di cui 38.600 si sono tradotte in indagini più approfondite. Il valore delle frodi al bilancio nazionale e comunitario scoperte dai Finanzieri sfiorano il miliardo e mezzo di euro, con 12.700 soggetti denunciati. Oltre 40mila sono stati gli interventi effettuati solo negli ultimi 17 mesi, contro le frodi nella Sanità, le pensioni e le indennità, nell’accesso ai fondi europei dove si allunga la mano della criminalità organizzata. Nel 2017 (anno d’imposta 2016), per ogni 100 euro denunciati dalle persone fisiche al netto delle imposte, l’Istat ha rilevato una spesa delle famiglie di 114,4 per un divario in valore assoluto pari a 98,7 miliardi, come rileva una ricerca condotta dall’Università della Tuscia per Il Sole 24 Ore del Lunedì. Un fenomeno di massa che denuncia tutto l’affanno della macchina tributaria nel fare i controlli e sanzionare le infrazioni. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato un inasprimento delle sanzioni amministrative penali contro i grandi evasori, ma l’impressione, dicono i ricercatori, è che nel sommerso delle persone fisiche pesino molto più i piccoli e medi importi. Proprio quelli, tra quei pochi incappati nei controlli, che Salvini vorrebbe ulteriormente condonare. Dallo stesso piano di Palazzo Chigi Luigi Di Maio propone in pratica di applicare il metodo dell’Università della Tuscia ai singoli contribuenti, incrociando le informazioni contenute delle banche dati della Pubblica amministrazione su ogni posizione per tracciare redditi e spese. Un’idea antica che confligge però con un altro annuncio-promessa fatto ai commercianti dal coinquilino Salvini: la liberalizzazione dell’utilizzo del contante, che in passato si era cercato di ridurre a favore delle tracce telematiche delle movimentazioni lasciata da carte di credito e di Bancomat. Chi la spunterà?

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