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sabato 27 Luglio 2024
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Fisco, governo conferma taglio detrazioni e deduzioni Irpef dal 2012

Pronto il testo della legge di stabilità. Salta il prelievo sulle pensioni di invalidità, colpite quelle di guerra. Confermato aumento Iva dell’1% da luglio 2013 e taglio di 1 punto percentuale delle prime due aliquote Irpef.

La sforbiciata a detrazioni e deduzioni Irpef parte già dal 2012, mentre salta la stretta sui dipendenti pubblici per l’assistenza ai disabili. Il testo definitivo della legge di stabilità varata nei giorni scorsi dal Cdm conferma gli interventi sull’Iva dalla seconda metà del 2013 e l’alleggerimento delle aliquote Irpef dei due scaglioni di reddito più bassi. L’esecutivo, dunque, va avanti sulla strada intrapresa nonostante le osservazioni critiche soprattutto sulla retroattività del taglio agli sconti Irpef. Si conferma una redistribuzione del prelievo che finirà per penalizzare i redditi più bassi che subiranno l’aumento dell’Iva senza poter beneficiare del calo Irpef in quanto incapienti e già coperti dalla no tax area.

Detrazioni e deduzioni Irpef. Viene operato un doppio intervento introducendo una franchigia di 250 euro per ogni tipologia di onere deducibile e un tetto complessivo agli oneri detraibili nella misura del 19% di 3.000 euro. Le nuove norme si applicano ai contribuenti con un reddito superiore a 15.000 euro a partire dal 2012. L’effetto sulle tasche dei contribuenti sarà di un aggravio stimato in 1,156 miliardi in termini di competenza annua. Nel dettaglio il gettito stimato è di 2 miliardi nel 2013 e 1,156 miliardi dal 2014. In particolare, gli effetti sull’Irpef derivanti dall’introduzione di un limite di 3mila euro massimo di spesa complessiva relativa alle detrazioni per oneri, con esclusione delle spese sanitarie, sarà di oltre 301 milioni risparmiati nel 2013, e di 173 milioni nel 2014. Quanto invece all’introduzione di una franchigia pari a 250 euro per ciascuna spesa per oneri, i risparmi saranno di oltre 1.711 milioni di euro nel 2013, che diventeranno 983 nel 2014. L’effetto pratico del tetto sarà che un contribuenet che oggi porta in detrazione, ad esempio, 4.000 euro di interessi passivi del mutuo e 1.000 di erogazioni liberali, dovrà rinunciare a 2.000 euro di spesa, cioè ad una detrazione di 380 euro. Per questo ipotetico contribuente ci sarebbe una perdita, perché la maggiore imposta supera di 100 euro lo sconto massimo che potrà arrivare dal taglio delle aliquote Irpef. Il tetto comunque non riguarderà le detrazioni relative a ristrutturazioni edilizie e interventi di riqualificazione energetica.

Aliquote Irpef. Viene ridotta l’aliquota sul primo e sul secondo scaglione: dal 23% scende al 22%, dal 27% al 26%. La riduzione d’imposta prevista è pari a 4,1 miliardi di euro nel 2013 che salgono a 6,5 mld nel 2014 per attestarsi a 5,8 mld a regime a partire dal 2015. Il risparmio d’imposta va da zero per i redditi bassi ad un amassimo di 280 euro per chi ha un reddito che si colloca sopra la soglia del secondo scaglione pari a 28.000 euro.

Iva. Dal primo luglio 2013 le aliquote Iva attualmente al 10% e al 21% aumentano dell’1%. In pratica l’aumento deciso dal precedente governo di 2 punti per raggiungere gli obiettivi di bilancio concordati con l’Ue viene dimezzato. La disposizione pertanto riduce di un punto percentuale le aliquote Iva, ordinaria e ridotta, per il periodo 1 luglio-31 dicembre 2013. La misura comporterà per lo Stato una perdita di gettito di 3,280 miliardi di euro rispetto alla precedente previsione di aumento di due punti a partire dal primo luglio.

Tobin tax. L’imposta di bollo con aliquota dello 0,05% sulle transazioni finanziarie produrrà un gettito annuo pari a 1,088 miliardi. Secondo il Tesoro la misura ridurrà del 30% le compravendite azionarie e dell’80% quelle di prodotti derivati.

Pensioni di guerra. Il governo mantiene la tassazione Irpef per le pensioni di guerra, mentre salta quella sulle pensioni di invalidità che nella prima bozza della Legge di stabilità sarebbe scattata sopra i 15mila euro di reddito. Da questa misura l’esecutivo prevedeva di incassare circa 240 milioni l’anno.

Assistenza disabili. Viene stralciata la norma che aveva ridotto i permessi e la retribuzione per i dipendenti pubblici che utilizzano i tre giorni di permesso mensile previsti dalla legge 104 in favore dell’assistenza a parenti disabili. Il Quirinale avrebbe intravisto profili di incostituzionalità per la diversità di trattamento che ne sarebbe derivata tra lavoratori pubblici e privati, questo nonostante – precisa la relazione tecnica – si registri una maggiore incidenza di permessi tra i dipendenti pubblici. Il permesso era stato tolto per l’assistenza ai genitori e la retribuzione dimezzata per chi assiste moglie o figli disabili, ma solo nel pubblico impiego: il risparmio previsto era pari a 49,8 milioni. 40 euro di Irpef e dunque non potrà andare oltre un risparmio pari a quell’importo.

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