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domenica 1 Settembre 2024
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Fisco, la lotta all’evasione non è più una priorità per il governo Monti

Le modifiche organizzative delle Agenzie fiscali introdotte con il dl sulla spending review produrranno effetti negativi nel contrasto all’evasione. Mentre dall’accorpamento dell’Agenzia del Territorio nell’Agenzia delle Entrate arriverà un risparmio di appena 466.414 euro annui.

di Oreste Saccone

 

Sono passati poco più di sette mesi dal blitz di Cortina e dai mirabolanti annunci di lotta dura senza quartiere agli evasori, ma alle parole non sono seguiti i fatti. Negli ultimi provvedimenti del governo dei tecnici non c’è traccia di misure di contrasto all’evasione fiscale, che continua a prosperare impunemente. Anzi, con la delega fiscale, nell’intento dichiarato di attrarre investimenti e garantire la certezza del diritto, si rischia di depotenziare la forza antievasiva del divieto dell’abuso del diritto sancito dalla Cassazione (1) e con i decreti  sulla spendig review viene indebolita senza nessuna ragione la macchina organizzativa dell’amministrazione fiscale. La lotta all’evasione fiscale, dunque, non sembra più una priorità del governo. Le ultime misure elaborate da via 20 Settembre, inconcludenti sotto il profilo dei risparmi ed equivoche per quanto riguarda il contrasto all’evasione, sembrano riportare indietro le lancette rispetto ai timidi tentativi fatti con il dl Salva Italia. 

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La necessità di razionalizzare le amministrazioni Statali per ridurre la spesa pubblica ha portato al varo dei recenti decreti-legge 83 e 95, in corso di conversione. Si tratta di misure che attraverso accorpamenti illogici e irrazionali e altri interventi organizzativi peggioreranno l’efficacia operativa delle Agenzie e quindi il contrasto all’evasione fiscale. 

Accorpamento delle agenzie fiscali. Il primo decreto, nell’ambito della riorganizzazione dell’amministrazione economico–finanziaria, prevede, tra l’altro, il singolare ed eccentrico accorpamento delle agenzie delle entrate e del territorio. Nonostante le immediate critiche della stampa specialistica (2) dei tecnici del settore e di gran parte del mondo politico, sembra che la misura non sarà emendabile in sede di conversione . Di conseguenza, mentre dilaga l’evasione fiscale, la governance dell’Agenzia dell’entrate dovrà preoccuparsi di procedere on the job all’integrazione di due realtà organizzative totalmente diverse e incompatibili . L’una, l’Agenzia dell’entrate, composta da circa 33.000 funzionari e dirigenti preposti alla gestione dei tributi e al contrasto all’evasione fiscale, l’altra, l’Agenzia del territorio, costituita da circa 9.000 dipendenti, per lo più tecnici,  preposti  alla rilevazione e misurazione del patrimonio immobiliare. In concreto i due enti sono accomunati esclusivamente dal modello organizzativo “Agenzie fiscali”. Il risultato sarà un po’ come fondere personale e attività di una società di ingegneri con quelli di uno studio di avvocati per il solo fatto che entrambe le strutture hanno la medesima configurazione societaria (ad esempio srl), senza minimamente considerare che le due figure professionali, ingegneri e avvocati non sono tra loro fungibili. Tutto questo consentirebbe – come emerge dalla relazione tecnica –  un risparmio immediato di appena 466.414 euro annui, pari,cioè, agli emolumenti degli organi di gestione dell’agenzia soppressa; mentre è da escludere che si possano realizzare ulteriori risparmi dalle operazioni di razionalizzazione delle attività, tratta dosi, come detto, di attività e missioni del tutto eterogenee.

Riduzione del numero dei dirigenti delle Agenzie fiscali. Lo stesso decreto-legge prevede, poi, la riduzione delle posizioni dirigenziali di seconda fascia delle Agenzie fiscali secondo un rapporto di 1 a 40 rispetto al contingente del personale non dirigente in servizio. La disposizione, che segue una precedente stretta sugli organici dei dirigenti delle Agenzie fiscali, comporta per l’Agenzia delle entrate la soppressione di ben 400 posizioni dirigenziali, pari ad oltre il 25% di quelle attuali, con la sostituzioni di altrettante posizioni di livello non dirigenziale. In concreto, per meri motivi di cassa, una parte considerevole degli attuali incaricati con funzioni dirigenziali  verranno declassati, ma gli interessati dovranno comunque svolgere le stesse funzioni (tutte di elevatissima qualificazione professionale), con evidente perdita economica e di motivazione.

Riorganizzazione sul territorio delle Agenzie fiscali. Il Governo, facendo carta straccia  della legge istitutiva che attribuisce alle Agenzie fiscali piena autonomia (gestionale, amministrativa, organizzativa, contabile, ecc.), detta specifici principi per la loro riorganizzazione sul territorio. In particolare, prevede la modifiche delle strutture territoriali delle Agenzie fiscali, affinché gli incarichi di funzioni di livello dirigenziale generale non abbiano competenze infraregionali e quelli di livello dirigenziale non generale non abbiano competenze infraprovinciale (fatti salvi gli uffici con sede nelle città metropolitane), e attribuzione della reggenza degli uffici infraprovinciali a funzionari. Tali misure minano ulteriormente l’autonomia organizzativa delle Agenzie fiscali, riducendole a mere appendici del Ministero dell’economia. In concreto, per l’Agenzia delle entrate la disposizione non potrà che indebolire ulteriormente la presenza degli uffici fiscali in sede locale, proprio in questa fase in cui la lotta all’evasione richiederebbe un presidio più qualificato e strutturato del territorio con il rafforzamento degli uffici territoriali, dopo il recente accentramento delle attività di controllo nei soli uffici provinciali. 

A questo punto delle due l’una: o la lotta all’evasione fiscale non è più considerata una priorità per l’uscita dalla crisi, oppure in via XX settembre urge un presidio tecnico–fiscale più adeguato di quello attuale, che impedisca di introdurre misure organizzative e operative così inconcludenti ed equivoche ed elabori da subito una nuova strategia anti evasione basata su poche efficaci misure di sicuro valore dissuasivo e di agevole applicazione, quali, ad esempio, l’obbligo di utilizzazione del bonifico bancario per i pagamenti tra soggetti Iva, la tracciabilità dei compensi riscossi dai professionisti (3), l’aumento delle risibili sanzioni attualmente applicate agli evasori in caso di concordato o di acquiescenza. 

Note

(1) Si veda di O. Saccone “Abuso del diritto, norme ambigue e inopportune”, 21.4.2012, www.fiscoequo.

(2) Si veda l’articolo di approfondimento “ Fisco, accorpamento non produce risparmi e mina funzionalità sistema, del 4.7.2012, www.fiscoequo.

(3)Si veda   sull’argomento “Lotta all’evasione fiscale, slogan e trovate mediatiche non preoccupano evasori, 12.3.2012, fiscoequo.it

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