Per il premier il fisco italiano è troppo discrezionale. Per salvarsi bisogna avere amici all’Agenzia delle entrate altrimenti sei fregato. Ci vogliono dei criteri prestabiliti: il 3% ci sembrava buono…
Si parla della norma salva Berlusconi inserita nel decreto attuativo della delega fiscale e Renzi va nel pallone. La scena va in onda nello studio di in 1/2 ora, la trasmissione di Rai3 condotta da Lucia Annunziata. Ormai la puntata è alla fine e la conduttrice chiede se il Governo ripresenterà la norma del 3%… con o senza la frode. Renzi fa un sospiro e poi attacca: “rispondere in 30 secondi non è la cosa più semplice”. “E’ semplice”, incalza la conduttrice, “Mi dica se la ripresenta e se includerà anche la frode”. A quel punto Renzi si avventura in una serie di luoghi comuni e strafalcioni che nemmeno gli evasori più incalliti riuscirebbero a mettere in fila. Come prima cosa attacca l’Agenzia delle Entrate che a suo dire opererebbe con troppa discrezionalità. “L’ Agenzia delle entrate -afferma il Premier- ha dei margini di discrezionalità inaccettabili. Se stai simpatico all’Agenzia la sfanghi, se gli stai antipatico no… è un metodo ingiusto. Occorre stabilire dei criteri per i quali se uno fa degli errori di poco conto… deve poter pagare”.
Tralasciando la sottintesa equiparazione dell’ “errore” alla frode, Renzi prosegue la sua personale invettiva contro il fisco: “Oggi sentiamo che l’Agenzia ha accertato 100 milioni e poi porta a casa 1 – 1,2 milioni con una transazione. Cosi non funziona. O dai la possibilità a tutti di avere gli stessi criteri, oppure avrai sempre un sistema con cittadini di serie A e cittadini di serie B”. Ragionamento che a prima vista parrebbe in lieve contraddizione con la norma “Salva Silvio” presentata in Cdm alla vigilia di Natale. Sul tema Renzi fa candidamente spallucce: “Se il 3% è il criterio giusto non lo so, le commissioni stanno valutando. Quando l’abbiamo proposto, partendo dal principio di buona fede, avevamo notato degli aspetti positivi. Poi ci sono stati fatti notare dei punti critici che stiamo verificando. Ma il punto- sottolinea ancora il Premier- è che voglio un fisco uguale per tutti”.. Insomma, la tesi del premier è che l’Agenzia sia dotata di troppa discrezione, e che per risolvere il problema dei poveri contribuenti che non hanno amici all’Agenzia basterebbe introdurre la soglia de 3%. Se non fosse tragico ci sarebbe da ridere. Il Premier ci vuole convincere che la norma salva Berlusconi serve per i poveracci perseguitati dall’Agenzia, una sorta di organizzazione a delinquere che non avendo criteri opera con discrezione e arbitrio favorendo gli amici e tartassando la gente comune. Ergo, introducendo la norma salva Berlusconi il fisco diventerebbe “uguale per tutti”. Davvero disarmante. Siamo passati dalle barzellette di Berlusconi sulla Guardia di finanza alle invettive di Renzi contro l’Agenzia delle Entrate. Dal comico al tragico.
Qui la puntata integrale, sul fisco dal minuto 37. A voi i commenti.