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lunedì 10 Marzo 2025
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Fmi: No condoni e Flat tax e per il Catasto “la riforma sosterrebbe sistema fiscale più equo”

L’executive board del Fondo monetario internazionale ha terminato il 26 luglio scorso l’annuale consultazione del suo gruppo di esperti con il governo italiano e ha pubblicato le conclusioni sullo stato economico del paese.

Ai sensi dell’articolo IV dello Statuto, un team del fondo visita il paese, raccoglie informazioni economiche e finanziarie e discute con i funzionari governativi gli sviluppi economici e le politiche del paese. Al rientro in sede, il gruppo di esperti prepara un rapporto, che costituisce la base per la discussione da parte del Comitato esecutivo.

Al termine della discussione, l’Amministratore Delegato, in qualità di Presidente del Consiglio, riassume le opinioni degli Amministratori Esecutivi, e tale sintesi viene trasmessa alle autorità del Paese.

Nel capitolo dedicato al sistema di tassazione il team Fmi solleva questioni rilevanti sulle ricadute sistemiche di alcuni aspetti dell’impianto normativo perseguito dall’attuale governo.  Per l’Fmi è necessaria una riforma fiscale globale per ampliare la base imponibile e aumentare efficienza ed equità, riducendo ulteriormente le grandi lacune di compliance e restringendo le carenze delle politiche adottate, anche mediante la razionalizzazione delle spese fiscali (che costano circa il 6% del Pil in mancate entrate annuali), in modo da ridurre la complessità e aumentare le entrate. L’aggiornamento dei valori immobiliari nel Catasto (l’ultimo è stato fatto negli anni ’80) “sosterrebbe un trattamento fiscale più equo”.

È essenziale per il Fondo monetario internazionale che la riforma prescelta del sistema fiscale promuova l’occupazione, abolisca le spese fiscali inefficaci, rafforzi le entrate raccolte e protegga la progressività.

Campanello d’allarme anche sugli effetti della “tassa piatta”. Una flat tax sul reddito delle persone fisiche potrebbe avere implicazioni negative per l’equità e portare a significative perdite di gettito. E’ anche necessario continuare a rafforzare la compliance fiscale, che per l’Fmi non è mostrare gentilezza e comprensione verso chi non paga ma aumentare la propensione dei contribuenti ai versamenti volontari. Infine l’executive board dell’organizzazione con sede a Washington ritiene opportuno alzare il tetto delle transazioni consentite in contanti e osserva che introdurre nuovi condoni fiscali non sarebbe utile per il debito.

In generale per l’Fmi la crescita dei servizi e delle costruzioni ha compensato finora la debolezza nel settore manifatturiero, soprattutto nelle industrie ad alta intensità energetica colpite dagli alti prezzi dell'energia. I prezzi al consumo sono aumentati, in gran parte a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia, le condizioni finanziarie si sono inasprite considerevolmente e i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono aumentati con l'inasprimento della politica monetaria. 
Il mercato del lavoro si è comportato apparentemente bene, i salari nominali sono aumentati ma quelli reali sono diminuiti. Il capitale delle banche e le riserve di liquidità sono rimaste sostanzialmente stabili a livelli soddisfacenti e i crediti deteriorati sono ulteriormente diminuiti, ma i rischi rimangono elevati in un quadro di prospettive incerte per l'economia e il futuro percorso della politica monetaria. 
L'ampio sostegno politico e l'aumento del costo degli interessi hanno mantenuto i disavanzi di bilancio molto elevati. Il rapporto debito/Pil è diminuito ma rimane molto alto. Infine una popolazione in età lavorativa in declino potrebbe rallentare la crescita nel corso del lungo termine.

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