Il governo torna a far cassa sulla passione degli italiani , che in molti casi sconfina nella patologia, per scommesse e lotterie. Il Mef punta a un jackpot, per sé, di oltre 460 milioni di euro nel 2025 e nel 2026 introducendo una nuova estrazione del Lotto e del Superenalotto. E con un giro di vite fiscale e normativo sui piccoli distributori di ricariche per i giochi online che rischia di andare tutto a favore dei grandi gruppi che gestiscono le concessioni e le rutilanti sale scommesse e Vlt, così invitanti da far invidia a Las Vegas.
La preoccupazione ufficiale del governo è sull’immediato trovare le coperture per incrementare con la Legge di Bilancio il fondo per le emergenze nazionali per 50 milioni di euro, a decorrere dal 2025. Una foglia di fico se si pensa ai miliardi di aiuti ancora inutilizzati per soccorrere e indennizzare le aree colpite negli anni da terremoti e fenomeni alluvionali.
La raccolta complessiva nel settore del gioco di Stato nel 2023 è stata di 147,7 miliardi di euro, dei quali 127 miliardi sono tornati nelle tasche degli italiani in vincite e 11,6 miliardi di euro sono andati nelle casse dello Stato, con una spesa effettiva (raccolta meno vincite) degli italiani per tentare la fortuna di 20,7 miliardi di euro, dato sostanzialmente uguale al 2022.
Nello stesso pacchetto governativo spunta una proroga per due anni delle concessioni del gioco fisico come Bingo e “macchinette” in scadenza il 31 dicembre. I titolari per il Bingo dovranno pagare 2016mila euro per due anni. Il canone per le scommesse salirà del 10%.
Un vero tzunami normativo sta investendo invece il mondo delle migliaia di piccoli distributori e gestori del gioco online presenti sul territorio, mettendoli in seria difficoltà.
Dal 3 novembre 2024 con scadenza per la presentazione delle domande il 18 novembre (poi prorogata al 26 novembre visto il perdurare di problemi tecnici sul sito del Monopolio), è entrato in vigore l’obbligo di Iscrizione per tutti i Pvr (Punti Vendita Ricarica) all’Albo apposito, come previsto dall’atteso bando per il rilascio delle nuove concessioni per la raccolta del gioco online, ancora non pubblicato, con una Determinazione direttoriale del Monopolio che segue il decreto legislativo 25 marzo 2024 n. 41.
L’obbligo riguarda tutti i punti vendita ricarica , indipendentemente dal concessionario con cui collaborano, e richiede una rapida iscrizione se in possesso dei requisiti, senza possibilità di approfondire valutazioni commerciali o amministrative. Li obbliga altresì ,in dodici mesi, a pagare 3 volte la tassa di iscrizione da 100 euro più marca da bollo per gli anni 2024, 2025 e 2026, pena la mancata possibilità di iscriversi pe 5 anni nel caso non si effettui il pagamento anche di una sola annualità. Con l’incertezza paradossale che il concessionario con cui è contrattualizzato potrebbe non essere tra i 50 che partecipa e vince la gara per l’assegnazione del bando previsto per ottenere la Concessione per i successivi 9 anni, con quota di assegnazione portata a 7 milioni di euro dai 250 mila euro del bando precedente .
Ma la cosa ancora più grave che limita i pvr, che come detto sono gestiti dalle piccole e medie imprese del settore, è la preclusione a poter vendere oltre i 100 euro in contanti di ricarica settimanale a ciascun giocatore, impedendo di fatto la possibilità di esercitare la funzione di Punto Vendita Ricariche.
Questa norma “antiriciclaggio” stride fortemente considerando che chi è titolare di un conto gioco e che utilizza i pvr per le ricariche è stato precedentemente registrato all’iscrizione solo dopo aver fornito un documento valido di riconoscimento e soprattutto la sua tessera sanitaria (CF). Quindi anche se le ricariche in contanti fossero superiori alla soglia dei 100 euro sarebbero comunque tracciati. Esattamente la stessa condizione di una sala vlt dove però dopo il riconoscimento con la tessera sanitaria sono libero di giocare qualsiasi cifra si decida, senza nessuna limitazione.
La situazione più “anomala” è però quella che si ha nelle sale scommesse fisiche, dove chiunque può accedere ed effettuare una schedina o magari più di una “anonima” fino ad un importo pari a 1999 euro senza avere obbligo di essere identificato. Sarà mai perchè al contrario dei gestori dei pvr le ultime due realtà sono in mano alle grandi concessionarie? Abbiamo un governo che prima aumenta e porta l’uso del contante a 5000 euro e ne limita l’uso solo a qualcuno, lo stesso governo che si riempie la bocca con parole tipo Patria, Nazione, Italianità e poi fa chiudere le pmi che hanno sede in Italia a favore dei colossi con sedi economiche in Paesi con tassazione favorevole.
A lanciare un’ulteriore allarme sui provvedimenti contenuti nella futura legge di bilancio è Maurizio Fiasco, sociologo, presidente dell’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio: “All’articolo 66 del Ddl – fa sapere Fiasco, che è anche consulente per la consulta nazionale antiusura – è prevista un’operazione duale: sopprimere il fondo e abrogare la norma, quindi l’organismo, che istituiva l’osservatorio per il contrasto al gioco d’azzardo e alla dipendenza grave”.
L’organismo è stato istituito nel 2012 grazie al cosiddetto “decreto Balduzzi”, dal ministro che ebbe la delega alla Salute durante il governo di Mario Monti. Il decreto, convertito in legge quello stesso anno, prevede una serie di interventi assistenziali e di prevenzione per chi soffre di ludopatia, ma anche limitazioni alla pubblicità dei giochi con vincite di denaro, divieti per i minori di 18 anni, campagna di sensibilizzazione nelle scuole. “L’operazione del Governo – continua Fiasco – è assai grave e dalle prevedibili, negative, conseguenze”.
“A distanza di dodici anni – scrive Fiasco – esaminando tutto lo sviluppo delle politiche sanitarie cui ha dato impulso il decreto Balduzzi, si conferma inoppugnabilmente la sua importanza, insieme alla definitiva istituzionalizzazione con i nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza. Va ricordato che la novità istituzionale è consistita non solo, sotto il profilo sanitario, nell’aver incluso nei Lea le attività di cura e prevenzione e riabilitazione rivolte alle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo, ma anche e soprattutto per aver previsto il Piano d’azione nazionale”.