back to top
sabato 27 Luglio 2024
spot_img
spot_img

Grandi eventi, Gdf contesta evasione di 166 mln euro a gruppo Anemone

Le fiamme gialle scoprono contabilità parallela, criptata attraverso codici numerici. Denunciate 5 persone per reati fiscali, fra cui lo stesso Anemone.

Una presunta evasione fiscale di 166 milioni e fatture false per 38 milioni. Queste le contestazioni che la Guardia di Finanza ha mosso nei confronti delle società del gruppo Anemone coinvolte nei lavori per il G8 del 2009 che si doveva tenere alla Maddalena ma fu poi spostato a L’Aquila dopo il terremoto. La verifica fiscale, che ha portato anche alla denuncia di 5 amministratori per reati tributari, ha tratto spunto proprio dalle indagini sui cosiddetti “Grandi eventi”. Oltre 100 controlli incrociati su fornitori e altre società riconducibili al gruppo hanno portato alla scoperta di una vera e propria contabilità parallela criptata attraverso codici numerici dei luoghi di esecuzione dei lavori e dei committenti. Altre 4 le società coinvolte: per lavori eseguiti solo sulla carta alla Maddalena sono state emesse fatture false per 38 milioni.

Gli appalti precedenti. L’impresa di Anemone si è aggiudicata nel tempo alcuni importanti appalti pubblici: dalle ristrutturazioni di chiese a palazzi monumentali. Concessioni che le hanno consentito di incrementare significativamente il proprio volume d’affari, sino a raggiungere i 57 milioni di euro, negli anni oggetto di controllo fiscale, dal 2005 al 2009. L’attività di verifica eseguita dal Nucleo di polizia tributaria è nata proprio dalle indagini di polizia giudiziaria delegate dalla Procura di Roma sui grandi eventi nel cui ambito furono, a suo tempo, eseguiti sequestri per circa 32 milioni di euro. Le Fiamme Gialle hanno così scoperto una vera e propria contabilità parallela, predisposta in seno alla società, nascosta attraverso dei codici numerici utilizzati per individuare i luoghi di esecuzione dei lavori e i relativi committenti.

La truffa. Decriptati i dati, i controlli hanno consentito di far emergere una pluralità di lavori edili mai fatturati e dichiarati al fisco. Quanto ai lavori pubblici relativi al settore dei cosiddetti Grandi Eventi, è stato appurato che l’impresa Anemone costruzioni figurava sia come società facente parte del consorzio incaricato dei lavori, denominato Maddalena Scarl (di cui l’impresa del gruppo Anemone deteneva il 93,5% delle quote) sia come esecutore materiale di alcune opere. Le indagini hanno consentito di accertare che le fatture emesse dall’impresa Anemone nei confronti della Maddalena Scarl, ammontanti a 21 milioni di euro, a fronte di lavori effettuati proprio presso l’isola sarda, erano in realtà relative ad operazioni oggettivamente inesistenti. I riscontri effettuati in loco sui documenti con i nominativi delle persone che lavoravano presso i diversi cantieri, hanno infatti evidenziato la totale assenza di personale dipendente o riconducibile alla Anemone costruzioni Srl. Inoltre, l’impresa Anemone, al fine di consentire ad altre tre società riconducibili al gruppo (Arsenale Scarl, Cogecal Srl e Tecno-Cos Srl), impiegate anch’esse sull’isola, di sottrarre a tassazione gli ingenti ricavi derivanti dall’assegnazione dell’appalto, risulta aver emesso, nei loro confronti, fatture per operazioni inesistenti per un importo complessivo di 17 milioni di euro.

Le denunce. Ma, passando al setaccio decine di conti correnti bancari intestati alle società, agli amministratori pro-tempore e ai soci, il sistema è stato smascherato dai militari del Nucleo di Polizia tributaria di Roma. L’esame dei conti ha consentito, infatti, di scoprire movimentazioni finanziarie per un totale di circa 86 milioni di euro non supportate da idonea documentazione che ne giustificasse la riconducibilità a operazioni contabili fiscalmente dichiarate. Le indagini eseguite hanno così consentito di ricostruire il reale volume di affari realizzato dalla società romana negli ultimi anni e di quantificare una base imponibile sottratta a tassazione ai fini delle imposte dirette e dell’Irap, come detto, per un ammontare complessivo di circa 140 milioni di euro ed un’Iva evasa per oltre 26 milioni di euro. I due legali rappresentanti dell’Impresa Anemone pro tempore, uno dei quali amministratore anche della Maddalena Scarl i rappresentanti legali delle tre società del gruppo utilizzatrici della fatture per operazioni inesistenti, sono già stati segnalati all’Autorità giudiziaria per i reati di infedele dichiarazione fiscale ed emissione/utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Dello stesso autore

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

Altro in Archivio

Rubriche