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sabato 5 Ottobre 2024
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Imu, la copertura per la seconda rata potrebbe arrivare da banche e carburanti

Nella bozza del decreto legge presente anche l’acconto sull’imposta del risparmio amministrato. L’aumento delle accise sui carburanti a partire dal 2015, oltre a quello al 128% per il 2013 dell’acconto Ires per banche e assicurazioni.

Spunta la bozza del decreto sulla cancellazione della seconda rata dell’Imu. E arrivano nuovi aumenti. Fra le coperture per non far pagare agli italiani la seconda tranche della tassa sulla prima casa c’è infatti l’aumento al 128% per il 2013 (al 127% nel 2014) dell’acconto Ires per banche e assicurazioni e quello delle accise su carburanti a partire dal 2015. Presente anche l’acconto sull’imposta del risparmio amministrato. Sono queste le prime indiscrezioni della bozza del decreto che servirà a depennare definitivamente la seconda rata Imu. Giovedì scorso il consiglio dei ministri aveva deciso di rinviare il varo del decreto a questa settimana, ma questo non ha fermato le indiscrezioni sulle decisioni assunte dal governo. Per quanto riguarda gli acconti dell’imposta sull’Ires aumenterà dal 100 al 101% per le società. Sul fronte del risparmio amministrato, «i soggetti che applicano l’imposta sostitutiva saranno tenuti, entro il 16 dicembre di ciascun anno, al versamento di un importo a titolo di acconto pari al 100% dell’ammontare complessivo dei versamenti dovuti nei primi undici mesi del medesimo anno».

Benzina. Ma la copertura necessaria per la cancellazione della tassa sulla casa arriverà anche dagli aumenti delle accise su benzina e gasoli che mirano a «determinare maggiori entrate nette non inferiori pari a 1.505 milioni di euro per l’anno 2015 ed a 42,2 milioni di euro per l’anno 2016». Il decreto prevede anche una norma interpretativa sugli acconti di Irpef e Ires nel caso in cui i contribuenti scelgano di fare il calcolo previsionale. Viene stabilito che l’importo versato non può essere inferiore al 100% dell’imposta che risulterà dovuta con la dichiarazione dei redditi: questo si traduce in un mini-beneficio per le società che ora devono versare il 101% se scelgono il calcolo dell’acconto automatico.

Scadenza. Il 15 dicembre scade il termine per il pagamento dell’imposta e, al momento, per scongiurare il versamento mancano all’appello 314 milioni di euro, l’equivalente del gettito Imu sui terreni agricoli. L’Imu agricola vale infatti 346 milioni di euro, dei quali solo 32 derivano dal gettito dei fabbricati rurali. Per questa fetta di contribuenti la copertura è stata trovata, secondo quanto ha segnalato ieri il ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo, che ha minacciato anche le dimissioni nel caso non si risolva il problema.

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