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sabato 5 Ottobre 2024
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Irpef, nel 2020 dichiarati redditi per 884 mld, 83% da lavoro dipendente e pensioni

Il reddito complessivo totale dichiarato nel 2020 (redditi 2019) ammonta a oltre 884 miliardi di euro (+4,5 miliardi rispetto all’anno precedente, +0,5%) per un valore medio di 21.800 euro, in crescita dello 0,6% rispetto al reddito complessivo medio dichiarato l’anno precedente. Lo rende noto il Dipartimento delle Finanze sottolineando che l’83% del reddito complessivo arriva da lavoro dipendente pensionati. Nel 2019, anno precedente alla crisi da Covid-19, circa 41,5 milioni di contribuenti hanno assolto l’obbligo dichiarativo, con un incremento di oltre 153.000 soggetti (+0,4%) rispetto all’anno precedente. Sono 22 milioni le persone fisiche che hanno utilizzato il modello 730 con un aumento di oltre 800.000 contribuenti rispetto all’anno precedente; 9,1 milioni di soggetti hanno presentato invece il modello “Redditi Persone Fisiche”, mentre i dati dei restanti 10,4 milioni di contribuenti, non tenuti a presentare direttamente la dichiarazione, sono stati acquisiti tramite il modello Cu compilato dal sostituto d’imposta. L’incremento del reddito complessivo è dovuto all’aumento dei redditi da pensione, lavoro dipendente e lavoro autonomo.
L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (25.780 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (24.970 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (15.600 euro); anche nel 2019, quindi, rimane cospicua la distanza tra il reddito medio delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni meridionali. Quanto alla distribuzione del reddito all’interno delle grandi città i dati mostrano una distribuzione piuttosto diseguale nei
diversi quartieri: nel Comune di Roma, il reddito medio più elevato è pari a 68.264 euro (nei quartieri più ricchi) mentre il reddito medio più basso scende a 16.298 euro nei quartieri più poveri. Ancora più marcate le differenze nel Comune di Milano, dove nei
quartieri con il reddito più elevato la media è pari a 100.489 euro, mentre in quelli con reddito più basso è pari a 18.925 euro. Nel Comune di Napoli le aree con reddito più elevato hanno un valore medio di 47.316 quelle con reddito più basso 13.462 euro.

Tipologie di reddito dichiarate. I redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’83% del reddito complessivo dichiarato, nello specifico, il reddito da pensione rappresenta il 30% del totale del reddito complessivo. Il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 57.970 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali) è pari a 22.373 euro. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 21.060 euro, quello dei pensionati a 18.290 euro. Infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone ed assimilate risulta di 18.270 euro. Il dipartimento delle Finanze ricorda che la quasi totalità dei redditi da capitale è soggetta a tassazione sostitutiva e non rientra pertanto nell’Irpef. Inoltre ribadisce che per “imprenditori” nelle dichiarazioni Irpef si intendono i titolari di ditte individuali, escludendo pertanto chi esercita attività economica in forma societaria.

Boom adesioni regime forfetario. Il regime forfetario registra un vero e proprio boom con circa 707 mila nuove adesioni che hanno portato il numero complessivo dei forfetari a 1.563.000. Ciò grazie alla variazione normativa che portato la soglia dei ricavi a 65.000 euro. La crescita delle adesioni al regime ha determinato un significativo incremento dei redditi medi da lavoro autonomo (+25,4%) e, anche se in misura meno marcata, i redditi medi d’impresa (+6,8%). Infatti, i soggetti che fuoriescono dalla tassazione ordinaria sono quelli caratterizzati da ricavi e redditi più bassi, pertanto rimangono a tassazione ordinaria solo i soggetti con redditi più alti, determinando valori medi più elevati. Si mantengono invece sostanzialmente stabili i valori medi del reddito da partecipazione (+0,8%).

Pensioni e lavoro dipendente. Il reddito medio da pensione mostra una crescita del 2,4%, confermando il trend degli anni precedenti, mentre, diversamente dagli altri anni, si registra un aumento del numero di pensionati (oltre 18.500 soggetti in più, +0,1%), effetto dei pensionamenti favoriti dalla “quota 100” che ha anticipato temporaneamente il raggiungimento dei requisiti per il pensionamento. Risulta in crescita anche il reddito medio da lavoro dipendente (+1,1%), confermando il trend registrato nell’anno precedente. In tale ambito, va evidenziato l’aumento del numero di lavoratori con contratti a tempo indeterminato (+2,5%) e una diminuzione dei lavoratori con contratti a tempo determinato (-2,6%). Nel 2019 l’ammontare del reddito da fabbricati soggetto a tassazione ordinaria ammonta a 26,1miliardi di euro, con una riduzione del 2,2% rispetto all’anno precedente, a causa dell’aumento
della tassazione sostitutiva (c.d. cedolare secca).

Flop misura per attrarre pensionati stranieri. La misura per attirare i pensionati stranieri in Italia, nel suo primo anno di applicazione, è stata un flop. Il regime speciale ha avuto al momento un impatto molto modesto, dalle dichiarazioni risultano meno di 50 soggetti’. Dal 2019, ricorda il Mef, è stata introdotta la tassazione sostitutiva del 7% rivolta ai titolari di reddito da pensione di fonte estera che trasferiscono la residenza in Italia in un comune delle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia, con popolazione non superiore a 20.000 abitanti. L’importo dichiarato dei redditi da pensione estera ammonta a 992 mila euro; mente gli altri redditi di fonte estera sono pari a 1,8 milioni di euro. L’imposta sostitutiva dichiarata è di oltre 127 mila euro.

Imposta netta. L’imposta netta totale dichiarata nel 2020 (redditi 2019) è pari a 165,1 miliardi di euro, (+0,5% rispetto all’anno
precedente). Al netto degli effetti del bonus 80 euro, l’imposta netta Irpef risulta pari in media a 5.300 euro e viene dichiarata da circa 31,2 milioni di soggetti, pari a circa il 75% del totale dei contribuenti. Circa 10,4 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a zero. Si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, ovvero di coloro la cui imposta lorda si azzera per effetto delle detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento. Inoltre, considerando i soggetti la cui imposta netta è interamente compensata dal bonus “80 euro”, i soggetti che di fatto non versano l’Irpef salgono a circa 12,8 milioni.

Analisi per classi di reddito.
Analizzando i contribuenti per fasce di reddito complessivo si osserva che il 27% dei contribuenti, che dichiara circa il 4% dell’Irpef totale, si colloca nella classe fino a 15.000 euro; in quella tra i 15.000 e i 70.000 euro si posiziona il 70% dei contribuenti, che dichiara il 67% dell’Irpef totale, mentre solo circa il 4% dei contribuenti dichiara più di 70.000 euro, versando circa il 29% dell’Irpef
totale.

Addizionale Regionale e Comunale. L’addizionale regionale Irpef ammonta nel 2019 a circa 12,3 miliardi di euro (-0,3% rispetto al 2018). L’addizionale regionale media è pari a 420 euro. Il valore più alto si registra nel Lazio (620 euro), il valore più basso si rileva in Sardegna (260 euro). L’addizionale comunale ammonta invece complessivamente a 5,1 miliardi di euro, in aumento del 2,2% rispetto al 2018, con un importo medio pari a 200 euro, che varia dal valore massimo di 250 euro nel Lazio, al valore minimo di 90 euro in Valle d’Aosta.

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