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lunedì 10 Marzo 2025
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Isee: Lef, per chi evade il fisco vantaggi in servizi stato sociale fino al 70%

Evadi uno e prendi due. Proprio come nelle offerte del supermercato. Solo che mentre nel commercio il premio va a chi acquista, nel sistema tributario va a chi evade. Infatti, i contribuenti che non pagano correttamente le imposte, oltre a non concorrere a sostenere le spese dello Stato, ottengono un vantaggio nell’accesso ai servizi erogati in base all’Indicatore della situazione economica equivalente. Da una analisi di Lef, Associazione per la legalità e l’equità fiscale, dedicata agli effetti dell’evasione sull’Isee emerge che circa il 20% dei 10 miliardi distribuiti ogni anno con l’Isee vanno a nuclei familiari che, grazie all’evasione, scavalcano nelle graduatorie i contribuenti che dichiarano correttamente.

Con una evasione di 10.000 euro si riesce ad ottenere un vantaggio che può arrivare fino al 70% rispetto a chi, nella identica situazione familiare e reddituale, dichiara tutto. Dallo studio di Lef emerge che l’ammontare del reddito evaso incide proporzionalmente sul valore dell’indicatore con un vantaggio competitivo illegale che diminuisce all’aumentare della componente patrimoniale. Nel caso di una famiglia con due figli minori e un reddito complessivo di 31.600 euro il vantaggio, con una evasione di 10.000 euro, va dal 45% in presenza di un patrimonio basso al 18% con un patrimonio più consistente.
In pratica, considerando lo stesso reddito e la stessa evasione, una famiglia in affitto con un patrimonio mobiliare di 8.000 euro ha un Isee quasi dimezzato, mentre con un patrimonio mobiliare di 40.000 euro ha un vantaggio illegale del 31%. Lo stesso nucleo se ha una casa di abitazione di 57.000 euro e un patrimonio mobiliare di 8.000 euro con 10.000 euro di evasione ha un vantaggio illegale del 34%, mentre se il patrimonio mobiliare sale a 40.000 euro il vantaggio scende al 25%. Con una abitazione di 171.000 euro e un patrimonio mobiliare di 8.000 euro il vantaggio scende al 22%, mentre aumentando il patrimonio mobiliare a 40.000 euro il vantaggio si attesta al 18%.

 

VALORE INDICATORE ISEE NUOVO DPCM PER NUCLEO FAMILIARE: COPPIA CON 2 FIGLI MINORI CON REDDDITO COMPLESSIVO IRPEF DI 31.600,18 €

ALTRE COMPONENTI: AFFFITTO/OCC. DIRETTAMENTE PATR. MOB.

INTERO

REDDDITO

EVASO DI 10.000,00 €

% VANTAGGIO ILLEGALE

AFF. = 9.000,00 € PATR. MOB. = 8.000,00 €

8.894,38 €

4.829,34 €

45,70%

AFF. = 9.000,00 € PATR. MOB. = 40.000,00 €

13.008,20 €

8.943,16 €

31,25%

VAL. AB. OCC. DIR. = 57.058,78 € PATR. MOB. = 8.000,00€

11.987,00 €

7.921,96 €

33,91%

VAL. AB. OCC. DIR. = 57.058,78 € PATR. MOB. = 40.000,00€

16.100,82 €

12.035,78 €

25,25%

VAL. AB. OCC. DIR. = 114.117,57 € PATR. MOB. = 8.000,00 €

15.079,62 €

11.014,58 €

26,96%

VAL. AB. OCC. DIR. = 114.117,57 € PATR. MOB. = 40.000,00€

19.193,44 €

15.128,40 €

21,18%

VAL. AB. OCC. DIR. = 171.176,35 € PATR. MOB. = 8.000,00€

18.172,23 €

14.107,19 €

22,37%

VAL. AB. OCC. DIR. = 171.176,35 € PATR. MOB. = 40.000,00€

22.286,05 €

18.221,01 €

18,24%

Anche piccole evasioni riescono ad alterare significativamente le graduatorie per l’accesso ai servizi. Una famiglia con 2 figli minori, reddito di 31.600 euro, abitazione propria e patrimonio mobiliare di 8.000 euro con una evasione di 1.000 euro ha un vantaggio illegale del 4%, che sale al 17% con una evasione di 5.000 euro e al 34% con una evasione di 10.000 euro. La stessa famiglia, con le stesse caratteristiche arriva ad avere un vantaggio illegale del 51% con una evasione di 15.000 euro e del 68% con una evasione di 20.000 euro. Se invece consideriamo una famiglia con 3 figli minori, un reddito di 22.700 euro, in affitto e un patrimonio mobiliare di 4.000 euro, in presenza di una evasione di 10.000 euro ha un vantaggio illegale del 72%.

 

VALORE INDICATORE ISEE NUOVO DPCM PER NUCLEO FAMILIARE COPPIA CON 2 FIGLI MINORI CON REDDDITO COMPLESSIVO IRPEF DI 31600,18 €, ABITAZIONE OCCUPATA DIRETTAMENTE (VALORE 57.058,78 €) E PATRIMONIO MOBILIARE DAL VALORE DI 8.000,00 €

REDDITO

VALORE ISEE

% VANTAGGIO ILLEGALE

INTERO

11.987,00 €

 

EVASO DI 1.000,00 €

11.580,50 €

3,39%

EVASO DI 5.000,00 €

9.954,48 €

16,96%

EVASO DI 10.000,00 €

7.921,96 €

33,91%

EVASO DI 15.000,00 €

5.889,44 €

50,87%

EVASO DI 20.000,00 €

3.856,92 €

67,82%

 

PRESTAZIONE: ASILI NIDO E ALTRI SERVIZI EDUCATIVI PER L’INFANZIA

CONDIZIONE

ALTRE COMPONENTI: AFFFITTO/OCC. DIRETTAMENTE PATR. MOB.

VALORE ISEE

% VANTAGGIO ILLEGALE

CON REDDITO DI 22.738,37 €

CON REDDDITO DI 12.738,37 € (EVASIONE DI 10.000,00 €)

COPPIA CON 3 FIGLI MINORI

AFF. = 6.000,00 € PATR. MOB. = 4.000,00 €

4.550,28 €

1.271,60 €

72,05%

AFF. =6.000,00 € PATR. MOB. = 30.000,00 €

7.143,73 €

3.865,04 €

45,90%

VAL. AB. OCC. DIR. = 57.058,78 € PATR. MOB. = 4.000,00 €

6.607,50 €

3.328,81 €

49,62%

VAL. AB. OCC. DIR. = 57.058,78 € PATR. MOB. = 30.000,00 €

9.135,37 €

5.856,68 €

35,89%

L’utilizzo dell’Isee ha registrato negli anni una crescita significativa passando da poco meno di 2 milioni di nuclei familiari nel 2002 a 5,8 milioni nel 2012, con un picco di 6,4 milioni nel 2011. Una crescita determinata dal numero sempre maggiore di servizi dello stato sociale assegnati utilizzando l’Indicatore della situazione economica equivalente. Si va dall’assegno di maternità agli asili, ai servizi per l’infanzia, alle mense scolastiche, alle tasse universitarie, ai servizi sanitari domiciliari, fino alle bollette di telefono luce e gas. L’Isee inoltre viene utilizzato per la Carta acquisti, il reddito minimo, i ticket sanitari, le rateazioni di Equitalia, il trasporto pubblico, i tributi comunali e le attività ricreative. Una gamma vasta e variegata destinata probabilmente ad arricchirsi ulteriormente. Ogni anno oltre 10 miliardi, la gran parte gestiti da Comuni e Regioni, vengono assegnati con l’Isee. Considerando solo i nuclei che presentano la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) si tratta di circa 1.500 euro a famiglia sotto forma di sussidi o riduzioni di tasse e contributi.

Tra gli aspetti critici dell’Isee, analizzati dal rapporto, la mancata creazione di una banca dati delle prestazioni, prevista dalle norme e mai realizzata, la mancanza di una rete tecnologica dell’Isee, la scarsa attendibilità dei dati dichiarati nella Dsu. Alla base del calcolo, infatti, vi è un’autodichiarazione e, non esistendo controlli in linea di quanto indicato dal richiedente, questo può sostanzialmente indicare ciò che vuole per lui e per i componenti del suo nucleo. Anche il mancato aggiornamento delle rendite immobiliari pesa sul valore dell’indicatore avvantaggiando chi possiede abitazioni con rendita più bassa di quella di mercato. Inoltre, a fronte di una evasione diffusa (basti pensare che dall’analisi delle Dsu emerge che l’80% non indica disponibilità finanziarie sul conto, una percentuale che sale al 96% nel Sud), vi è un sistema di controlli poco efficace, basato su interventi ex post e sostanzialmente non in grado di correggere adeguatamente gli abusi, nemmeno quando vengono scoperti.

Altro aspetto che ha contribuito a rendere più complesso il sistema è stato il proliferare di varianti dell’Isee a livello regionale e comunale. La Lombardia ha introdotto il cosiddetto ‘Fattore famiglia’, modificando la scala di equivalenza e le franchigie a favore dei nuclei più numerosi e facendo rientrare nel nucleo anche il concepito. Anche la Puglia è intervenuta sulla scala di equivalenza, mentre la Valle D’Aosta ha maggiorato le franchigie. In altre regioni, tra cui la Toscana, le Marche e il Friuli Venezia Giulia, è aperto il dibattito anche se ancora non sono state introdotte varianti. Tra i comuni l’esempio più rilevante è quello di Parma, dove è stato adottato il ‘quoziente Parma’, simile al coefficiente familiare utilizzato in Francia ai fini fiscali. Nel 2013 per problemi di bilancio ne è stata sospesa l’applicazione. Anche Roma ha una propria scala di equivalenza per le agevolazioni sulla tassa rifiuti, mentre Foggia ha adottato la scala della regione Puglia. Sono numerosi poi i comuni che hanno adottato piccole modifiche all’Isee, come la possibilità di attualizzare il reddito o definire diversamente il nucleo familiare.

Il rapporto mette a confronto il vecchio e il nuovo Isee che entrerà in vigore nel corso del 2014, a partire dall’emanazione della nuova Dsu. In pratica il nuovo Isee cerca di dare risposta alle principali criticità evidenziate nei primi 15 anni di applicazione. Interviene sulla definizione di nucleo familiare, rendendola più rispondente alla realtà, amplia le componenti reddituali che concorrono a determinare la situazione economica, rimodula le franchigie rendendole più aderenti alla realtà, modifica la scala di equivalenza in presenza di 3 o più figli minorenni, introduce l’Isee corrente per tenere conto di variazioni significative di reddito in corso d’anno e, per alcune prestazioni, introduce modalità di calcolo dell’indicatore legate alla natura della prestazione.

Quanto agli effetti pratici, a parità di condizioni economiche il valore del nuovo Isee in media è più elevato rispetto a quello calcolato con il vecchio sistema e anche rispetto al Fattore famiglia lombardo, dove la numerosità del nucleo abbatte in modo consistente il valore dell’indicatore. La componente patrimoniale pesa in maniera più significativa. Più nel dettaglio, sempre a parità di condizioni economiche, il nuovo Isee risulta più favorevole per i nuclei numerosi, per chi vive in affitto, mentre è meno favorevole per chi abita nella casa propria ad eccezione dei casi in cui il valore del patrimonio è molto basso. Nel raffronto con l’Isee del Fattore famiglia, quest’ultimo risulta, a parità di condizioni economiche in genere più favorevole sia rispetto al vecchio che al nuovo Isee, tranne che per il singolo e la coppia senza figli. Inoltre il nuovo Isee, contrariamente al vecchio, garantisce una sufficiente disaggregazione degli importi anche per valori bassi di reddito e patrimonio, mentre il Fattore famiglia, a causa dell’aumento delle franchigie al crescere del nucleo, provoca un appiattimento dell’indicatore verso il basso.

 

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