Il rapporto deficit-Pil nel terzo trimestre del 2011 si è attestato al 2,7%. Il saldo primario è pari all’1,7% del prodotto interno lordo. E’ il dato migliore dal 2008. Buone notizie anche sul fronte delle entrate: incidenza sul Pil pari al 43,7%.
Migliorano i conti pubblici dell’Italia con il rapporto deficit-Pil che frena nel terzo trimestre del 2011 e le entrate in aumento. Secondo l’Istat l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche (dati grezzi) è stato pari al 2,7% del Pil, valore inferiore di 0,8 punti percentuali rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2010 (quando era stato pari al 3,5%). Si tratta dal miglior dato dal 2008. A livello annuale, nei primi nove mesi del 2011 si è registrato un rapporto tra indebitamento netto e Pil pari al 4,3%, inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Migliora anche il saldo primario nel terzo trimestre del 2011 e buone notizie arrivano anche sul fronte delle entrate. Secondo il conto economico trimestrale delle amministrazioni pubbliche dell’Istat, in termini tendenziali si registra un +1,4%, mentre la loro incidenza sul Pil è stata pari al 43,7%.Migliora il saldo primario. Al netto degli interessi passivi sul debito pubblico, il saldo primario è risultato positivo e pari a 6,615 miliardi di euro (+2,148 miliardi nel corrispondente trimestre del 2010). Il rapporto saldo primario-Pil è stato pari all’1,7% e il dato, spiega l’istituto nazionale di statistica, è il migliore dal 2008 (quando nel terzo trimestre era stato pari a 3,8%). Il saldo corrente (risparmio) – si legge sempre nel rapporto – è stato pari a -494 milioni di euro (era stato -2.084 milioni di euro nel corrispondente trimestre dell’anno precedente), con un’incidenza negativa sul Pil dello 0,1%.
Aumentano nel terzo trimestre del 2011 anche le entrate totali. Secondo il conto economico trimestrale delle amministrazioni pubbliche dell’Istat, in termini tendenziali si registra un +1,4%, mentre la loro incidenza sul Pil è stata pari al 43,7%, «in lieve riduzione rispetto al 43,8% del corrispondente trimestre del 2010». Nei primi nove mesi del 2011, l’incidenza delle entrate totali sul Pil è stato pari al 43,2%, lo stesso valore registrato nel corrispondente periodo del 2010. Le entrate correnti hanno registrato, nel terzo trimestre 2011, un aumento tendenziale dell’1,4%, come risultato di una riduzione delle imposte dirette (-1,2%) e di un aumento delle imposte indirette (+4%), dei contributi sociali (+1,6%) e delle entrate correnti (+1,1%). Le entrate in conto capitale sono risultate in aumento del 2,8%: le imposte in conto capitale sono cresciute del 2,7% e le altre entrate in conto capitale del 2,9%.
Uscite per i redditi da lavoro dipendente. Nel terzo trimestre 2011, invece, le uscite per i redditi da lavoro dipendente, che comprendono le retribuzioni e gli oneri sociali dei dipendenti pubblici, sono calate su base tendenziale dell’1,3%. Nel complesso le uscite totali sono diminuite, in termini tendenziali, dello 0,4%. Le uscite correnti sono aumentate dello 0,5%, mentre quelle in conto capitale sono diminuite del 12,1% – aggiunge l’Istat – Nei primi nove mesi del 2011 le uscite totali sono aumentate dell’1,6% in termini tendenziali, mostrando un’incidenza sul Pil del 47,5% (47,8% nel corrispondente periodo del 2010).