La materia oscura dell’Iva, ovvero i buchi neri che caratterizzano una delle principali imposte del nostro sistema fiscale. Roberto Convenevole nel suo libro, scaricabile da internet al sito ‘Ilmiolibro’ opera, spesso con linguaggio colorito ma efficace, una analisi puntuale evidenziando le criticità e le disfunzioni del sistema fiscale e in particolare della gestione dell’Iva. L’Italia di oggi, ad avviso dell’autore che ricopre l’incarico di direttore dell’uffico studi dell’Agenzia delle Entrate, rassomiglia ad una società medievale opulenta nella quale lo Stato è attorniato da ordini e ceti che di fatto legiferano a proprio vantaggio. In un contesto in cui il fisco è “terreno di conquista” la chiave di volta per Convenevole è proprio quella di far funzionare l’Iva che rappresenta la prima imposta moderna in quanto connette tra di loro tutti gli attori del tessuto economico senza avere con essi alcun rapporto di tipo personale.
L’Iva, scrive Convenevole, è il perno attorno al quale ruota la fiscalità contemporanea; è neutrale per i soggetti di diritto, è razionale nella sua applicazione e dunque rappresenta sul versante fiscale l’astrazione del mercato. Poiché l’Iva tassa i singoli scambi lasciando incisi i consumatori finali, e lo scambio è alla base del sistema economico, essa rappresenta il luogo di socializzazione degli aspetti fiscali del sistema economico e quindi del contratto sociale sul quale si edifica il sistema politico. In questo risiede la modernità dell’Iva rispetto alle imposte dirette riconducibili alle persone (fisiche o giuridiche). Mentre queste ultime tassano il “risultato” dell’attività produttiva, che tende a scomparire quando i bilanci sono redatti solo per fini fiscali, l’Iva tassa il “presupposto” del risultato cioè lo scambio, la singola transazione: la differenza è radicale.