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lunedì 10 Marzo 2025
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Iva, salta il decreto per tensioni cdm, l’aumento dal 1 ottobre ci sarà

Le coperture per rinviare l’aumento dell’Iva e riportare il deficit entro il 3% sarebbero dovute arrivare da inasprimenti di altri prelievi. Senza un intervento, l’aliquota martedì salirà al 22%

“In questa condizione non è possibile evitarlo. L’aumento Iva ci sarà”. Sono queste le parole con cui il ministro Delrio ha chiuso la riunione del consiglio dei ministri che doveva decidere sul rinvio a gennaio dell’imposta. Le tensioni che derivano dalla crisi politico-istituzionale, con le dimissioni firmate dai parlamentari Pdl in relazione alla decadenza di Berlusconi da senatore, hanno portato a uno stallo. Le attività dell’esecutivo sono bloccate fino alla prossima settimana, quando si voterà la fiducia. E così, tra le altre cose, si andrà inevitabilmente verso l’aumento dell’Iva già fissato al prossimo primo ottobre. Rimandati dunque anche il già tanto discusso aumento dell’acconto dell’Ires e dell’Irap per il 2013 e l’incremento delle accise su benzina e diesel per 2 centesimi al litro fino a dicembre. Ecco cosa prevedeva la bozza del decreto legge.

Coperture da acconti Ires-Irap, sale benzina. Lo slittamento dell’aumento dell’Iva emergeva dalla bozza del decreto legge, secondo cui le coperture per il mancato rialzo sarebbero dovute arrivare dall’aumento dell’acconto dell’Ires e dell’Irap per il 2013, oltre che dall’incremento delle accise sui carburanti. Doveva trattarsi di un aumento di 2 centesimi al litro fino a dicembre 2013 e poi fino al 15 febbraio 2015 di 2,5 2,5 cent al litro.

Enti locali. Ricco anche il pacchetto sugli enti locali, che si apre con l’integrazione di 120 milioni per la dotazione del fondo di solidarietà comunale 2013 così da assicurare ai sindaci il gettito Imu. Tra le misure anche nuovi interventi sul versante dei pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione con particolare attenzione ai debiti fuori bilancio e al monitoraggio su pagamenti degli enti locali effettuati con la liquidità trasferita dalle Regioni.

Garanzie Stato operazioni strumenti derivati. Il governo inoltre avrebbe potuto fornire nuove garanzie dello Stato su operazioni finanziarie che hanno come oggetto strumenti derivati. Lo scopo è ricorrere alla prestazione di garanzia attraverso il cosiddetto “collateral” bilaterale, così da adeguare la gestione del portafoglio di strumenti derivati ai nuovi regolamenti del settore finanziario per facilitare un collocamento dei titoli di Stato più agevole e economico alleggerendo l’esposizione creditizia delle controparti bancarie.

Collegi sindacali società partecipate. La bozza conteneva anche un intervento sui collegi sindacali delle società partecipate: non costituisce causa di ineleggibilità e decadenza l’esistenza di un rapporto di lavoro dipendente con l’amministrazione titolare della partecipazione societaria.

Norma giochi. Si sarebbe dovuta aprire una nuova strada per la definizione agevolata delle controversie contabili che vedono contrapposti soprattutto i concessionari delle new slot e la Corte dei conti. Con il nuovo decreto si sarebbe prevista la possibilità di chiudere i conti pagando il 20% della sanzione applicata dai giudici contabili con un versamento entro il 10 ottobre a un conto infruttifero del Tesoro. Ma a tutti i contribuenti coinvolti veniva lasciata la possibilità di scegliere fra due modalità di chiusura agevolata della lite: restava infatti aperta la possibilità di aderire entro il 15 ottobre e versare il 25% della sanzione entro il 15 novembre.

Finanziamento Cig. Il provvedimento prevedeva anche un ulteriore rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga per gli ultimi mesi dell’anno per 330 milioni e delle missioni internazionali di pace per oltre 265 milioni. E soprattutto apriva la strada alla manutenzione contabile da 1,5-1,6 miliardi per rientrare sotto il tetto del 3% del rapporto deficit-Pil. Un’operazione da realizzare con tagli semi-lineri alla spesa per non meno di 400 milioni e l’accelerazione delle procedure di dismissione di una prima fetta di immobili dello Stato per non meno di 1 miliardo.

Fondo emergenza immigrazione. Previsti anche 35 milioni per la social card, 190 milioni per l’istituzione del Fondo per fronteggiare l’emergenza emigrazione e 20 milioni per l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati.

Nessun rincaro sul prezzo delle sigarette. Un articolo della bozza del provvedimento disponeva che non ci sarebbero stati effetti depressivi sul mercato dei tabacchi lavorati in genere. Per evitare che l’aumento dell’Iva deprima un mercato già segnato dalla crisi, veniva stabilita una riduzione compensativa dell’aliquota di base dell’accisa sui tabacchi lavorati. In questo modo, anche quando scatterà l’aumento dell’Iva, le sigarette saranno salve. Veniva cioè stabilita una diversa ripartizione dei prezzi che, pur comportando diverse aliquote di imposta sul valore aggiunto e di accisa, rispetto a quelle attuali, mantiene invariata la cosiddetta quota fornitore, cioè i ricavi dei produttori.

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