Non facile il compito della commissione del premio, composta da Orlando De Mutiis, Tamara Gasparri, Salvatore Tutino, Oreste Saccone e Villiam Rossi, che ha dovuto scegliere tra 28 tesi di laurea, tutte meritevoli e interessanti. La positiva risposta all’iniziativa di Lef pone all’associazione il problema di valutare per la prossima edizione di aumentare il numero dei premi. Caratteristica comune delle tre tesi prescelte è la trattazione di argomenti di particolare attualità. Gli studenti uniscono alla riflessione tecnica e teorica la grande capacità di calare il lavoro nella realtà mettendo in relazione l’analisi e le proposte con il sistema tributario e la situazione economica del paese.
Roberta Piccinni, con la professoressa Livia Salvini, affronta “in modo accurato” la “transazione fiscale”, un istituto introdotto da pochi anni nel nostro ordinamento nell’ambito della legge fallimentare. Il lavoro, ricco di richiami giurisprudenziali e dottrinali, e completo di una efficace comparazione tra il sistema italiano e quello di altri stati dell’Unione Europea, risulta “originale nei contenuti, chiaro nell’esposizione e coerente con le finalità del premio che intende promuovere e affermare i principi di legalità ed equità fiscale”. Vengono analizzati con cura i vecchi dogmi dell’indisponibilità dell’obbligazione tributaria e del carattere vincolato del potere dell’Amministrazione finanziaria ed evidenziata con efficacia la necessità di rendere compatibili gli stessi con il principio di buon andamento della Pubblica amministrazione, sancito dall’articolo 97 della Costituzione. Per affermare che in presenza di interessi costituzionali configgenti il legislatore è chiamato ad effettuare un bilanciamento degli stessi.
Francesca Morello tratta il tema della ‘Tassazione dei proventi illeciti’ con la professoressa Alessandra Magliaro dell’Università di Trento.
La tesi affronta in modo “esaustivo e non scontato” il tema dell’imponibilità dei proventi illeciti, ripercorrendo l’evoluzione dottrinaria, giurisprudenziale e normativa della materia. Con una lettura “chiara e convincente” viene analizzata la problematica alla luce del dettato costituzionale e dei principi di solidarietà ed equità fiscale. Principi che consentono una possibile coesistenza tra sanzione penale e tassazione dei proventi illeciti, senza che lo Stato possa essere accusato di immoralità. Di particolare interesse la capacità di focalizzare l’attenzione sulle attuali criticità e sulle ipotesi di soluzione. Il riferimento in particolare è al mancato riconoscimento della deduzione dei costi connessi alla produzione dei proventi illeciti che determina un indebita commistione tra profilo punitivo e profilo tributario e rende censurabile la relativa disciplina sul piano costituzionale.