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domenica 7 Luglio 2024
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L’esposizione della Pa verso i fornitori non migliora e penalizza il Mezzogiorno: ancora 50 miliardi di debiti nel 2023

Nel 2023 i debiti commerciali della Pubblica Amministrazione verso i fornitori ammontano a circa 50 miliardi di euro, un importo rimasto praticamente invariato negli ultimi cinque anni. A calcolare l’esposizione dei vari enti statali e locali verso imprese, professionisti e dipendenti è la Corte dei Conti.

Tra le amministrazioni pubbliche più lente nei pagamenti i Comuni in particolare del Mezzogiorno, nonostante qualche miglioramento negli ultimi anni. L’anno scorso la situazione più critica si è registrata a Napoli, dove i fornitori sono stati pagati con 143 giorni di ritardo. Seguono Andria con 89,5 giorni di ritardo rispetto alla scadenza contrattuale, Chieti con 61,8 giorni, Reggio Calabria con 54,8 giorni, Agrigento con 53,5 giorni e Isernia con 53 giorni.

Nel Centro-Nord la situazione generale è meno critica. A eccezione di Imperia (22,11 giorni di ritardo), Viterbo (19 giorni) e Alessandria (14,98 giorni), quasi tutti gli altri comuni capoluogo di provincia dell’area centro-settentrionale pagano in netto anticipo rispetto ai termini contrattuali. Le situazioni più virtuose riguardano Padova, Grosseto e Pordenone, che hanno pagato con oltre 21 giorni di anticipo.

Di seguito, la classifica delle 10 città con i ritardi più alti:

  • Napoli: +82 giorni
  • Andria: +70 giorni
  • Chieti: +61 giorni
  • Reggio Calabria: +24 giorni
  • Agrigento: +46 giorni
  • Isernia: +77 giorni
  • Vibo Valentia: +69 giorni
  • Catania: +33 giorni
  • Caserta: +33 giorni
  • Foggia: +27 giorni

Per quanto riguarda le amministrazioni regionali, a parte Molise (145,9 giorni di ritardo), Abruzzo (32 giorni) e Basilicata (13 giorni), le altre realtà amministrative hanno registrato performance più che buone, soprattutto al Centro-Nord.

Anche i ministeri italiani faticano a rispettare le disposizioni di legge sui tempi di pagamento delle transazioni commerciali. L’anno scorso, nove ministeri su 15 (il 60% del totale) hanno pagato i propri fornitori in ritardo rispetto alle scadenze contrattuali.

Il ministero del Turismo ha registrato il ritardo maggiore con 39,72 giorni, seguito dall’Interno con 33,52 giorni, dall’Università e Ricerca con 32,89 giorni e dalla Salute con 13,60 giorni. Il ministero più virtuoso è stato quello dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, che ha pagato con un anticipo di 17 giorni.

Secondo la Cgia di Mestre “non è da escludere che la condotta di una buona parte degli enti pubblici locali e centrali sia quella di pagare le fatture correnti entro i tempi previsti dalla legge e di tralasciare il pagamento, o di farlo con tempi medio-lunghi, delle più datate“. In questo modo si migliorano le performance degli indicatori di tempestività dei pagamenti delle singole amministrazioni pubbliche, ma non riduce il totale del debito commerciale accumulato nel tempo.

Per risolvere questa problematica gli artigiani mestrini propongono per legge “la compensazione secca, diretta e universale tra i crediti certi liquidi ed esigibili maturati da una impresa nei confronti della PA e i debiti fiscali e contributivi che la stessa deve onorare all’erario. Grazie a questo automatismo
risolveremmo un problema che ci trasciniamo da decenni che continua a minare la tenuta finanziaria di moltissime micro e piccole imprese”.

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