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lunedì 10 Marzo 2025
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Lotta all’evasione fiscale, la cenerentola della manovra anti crisi

Il governo, commissariato dall’Europa, ha varato un ulteriore pacchetto di provvedimenti “lacrime e sangue” per anticipare il pareggio di bilancio al 2013, ma la lotta all’evasione rimane la cenerentola della manovra. A cominciare da una presunta stretta su chi non emette gli scontrini fiscali, vana senza potenziare i controlli, fino al ”rispolvero” del limite all’uso del contante, che scende al disotto delle transazioni di importo pari o superiore ai 2.500 euro, mentre dal prossimo anno ci sarà una nuova revisione degli studi di settore, il discusso strumento attraverso il quale gran parte degli autonomi dovrebbe pagare regolarmente le tasse.

Di Oreste Saccone

Non una misura di reale efficacia è stata spesa dal governo sulla possibilità di rilanciare seriamente la lotta evasione fiscale, come strumento potente e risolutivo per uscire oggi dalle secche della crisi e nel medio periodo per ridurre in modo sensibile la pressione fiscale. Eppure da valutazioni del centro studi di Confindustria di giugno 2010 emerge che l’evasione fiscale effettiva è senz’altro superiore a 125,5 miliardi di euro, che corrisponde a 344 milioni di euro al giorno e a 14,33 milioni all’ora. Molte cose ci sarebbero ancora da fare per far uscire la caccia all’evasore dal polverone della propaganda.

 Lo sanno tutti: l’imposta più evasa è l’Iva. Per il Dipartimento delle Finanze, nel 2009 la differenza fra base effettiva ed imponibile teorico IVA supera il 36%. La Corte dei Conti nella recente relazione sul rendiconto generale dello Stato 2010 afferma che appare del tutto giustificato continuare a porsi elevati obiettivi di maggiore gettito da conseguire con un’appropriata azione di contrasto. Basterebbe erodere lo zoccolo duro dell’evasione di massa nei prossimi due/tre anni di un 20/30% per favorire l’uscita dalla crisi e guardare con più fiducia al futuro. Certamente non basta una campagna pubblicitaria contro l’evasione fiscale, molto simile per certi versi agli scontati spot antifumo, per combattere l’evasione. Nessun fumatore ha smesso di fumare solo perché sul pacchetto c’è scritto “Il fumo uccide” oppure “ il fumo invecchia la pelle”. Allo stesso modo dubito che un evasore possa ricredersi solo perché la televisione gli ricorda: “evasore parassita della società”.

Allora come fare? Liberiamo tutte le risorse di mezzi (in particolare uso intelligente e generalizzato delle banche dati già esistenti), e soprattutto di persone (Agenzia Entrate, Gdf, etc), da lacci e lacciuoli burocratici e formali , talvolta messi a posto perché nulla cambi. Mettiamo in campo strumenti di contrasto all’evasione di massa più efficaci e al passo con i tempi, che soprattutto facciano pensare che finalmente si fa sul serio. In concreto, non è fuori dal mondo ipotizzare una serie di misure che potrebbero direttamente ( in sede di controllo) e soprattutto indirettamente ( in funzione dissuasiva ) abbattere sensibilmente e definitivamente l’evasione fiscale di massa ( 120/130 miliardi di euro), in misura non inferiore al 15% nel 2012, del 20% nel 2013 e del 25% dal 2014. in aggiunta a quanto incassato già dall’ordinaria azione di controllo.

Alcune cose da fare per il rilancio della lotta all’evasione fiscale

1. Previsione per legge di un piano straordinario di controlli nel triennio 2012, 2013 e 2014, con il coinvolgimento anche degli enti locali, basato in particolare:

• controllo delle persone fisiche sulla determinazione sintetica del reddito complessivo ( redditometro, speso metro, etc. etc.) con la partecipazione anche della GdF e dei comuni, introducendo, però, la regola che per gli imprenditori ed i professionisti il maggior reddito rilevato in via sintetica è imputabile quale reddito d’impresa o di lavoratore autonomo, salvo prova contraria. In tal modo la rettifica operata sinteticamente ai fini delle imposte dirette ha effetto anche per l’Imposta regionale sulle attività produttive e per l’Imposta sul valore aggiunto, relativamente alle fattispecie per esse rilevanti, nonché ai fini contributivi;

• iimpiego massiccio delle indagini finanziarie,introducendo procedure semplificate. – Attualmente l’accesso all’anagrafe dei conti ha forti vincoli formali e viene posto in essere solo in pochi casi;

• netto potenziamento dell’attività di presidio del territorio, mediante controllo sul campo degli scontrini e delle ricevute fiscali;

• massiccio utilizzo degli elementi e delle segnalazione emergenti dagli strumenti appresso indicati ai fini del controllo, in particolare, delle imprese e dei professionisti.

2. Ripristino della norma che prevede la tracciabilità dei pagamenti – art. 35, comma 12, dl. 223/06 – abrogato dall’ art. 16, commi da 2 a 4 dl 185/08 gli esercenti arti e professioni sono obbligati a tenere uno o più conti correnti ai quali debbono affluire, obbligatoriamente tutte le somme riscosse e dai quali sono effettuati i prelevamenti. I compensi di importo superiori – a regime – a 100 euro sono riscossi con assegni, bonifici o altri strumenti di pagamento elettronico.

3. Ripristino dell’elenco clienti e fornitori – art. 37, comma 8 – da inviarsi solo in via telematica. Poiché incrocia i dati tra il cliente e i suoi fornitori ( un po’ come il cud dei dipendenti) evita ad esempio che il fornitore emetta fattura che il cliente si scarica, ma poi non registra, occultando ricavi ai fini Irpef/Ires ed IVA, giacché il sistema evidenzierebbe l’evasione. Allo stesso modo l’elenco clienti e fornitori consente un intervento tempestivo nel caso di frodi IVA ( frodi carosello). L’elenco clienti e fornitori consentirebbe anche di incrociare i dati dei consumatori verso i quali è stata emessa fattura, come ulteriore strumento per verificare l’attendibilità del loro tenore di vita.

4. trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri all’Agenzia da parte delle imprese che operano nel settore della grande distribuzione ed esercenti attività di vendita al minuto (semplifica gli adempimenti in quanto fa venir meno l’obbligo di registrare i corrispettivi – abrogato dall’ art. 16, commi da 2 a 4 dl 185/08 – la disposizione riconosceva un credito d’imposta di 100 euro per l’acquisto degli appositi apparecchi misuratori, funzionali allo scopo;

5. – obbligo di memorizzazione su supporto elettronico delle operazioni di cessioni di beni e prestazioni di servizio effettuate tramite distributori automatici – art. 1, commi da 363 a 366 L.244/07 – abrogato dall’ art. 16, commi da 2 a 4 dl 185/08 – Ormai tramite i distributori automatici si vende tantissimo e di tutto ( bibite, pasti, oggetti, etc. etc.) in stazione, in metropolitana, negli uffici, nei cinema e negli stadi, eppure non esistono strumenti di controllo delle operazioni di vendita al consumo.

6. Potenziamento dell’attività di presidio del territorio- mediante controllo fisico degli scontrini e ricevute fiscali- Ripristino come sanzione accessoria della chiusura temporanea dell’esercizio commerciale dopo tre scontrini non emessi anche nella stessa giornata, mediante apposizione di sigilli ed affissione sulla saracinesca dell’ attestazione dei motivi del provvedimento di chiusura coattiva – L’attività di controllo degli obblighi strumentali è attualmente svolta quasi esclusivamente dalla Guardia di finanza; nell’ programmazione degli uffici dell’Agenzia delle entrate non sono più previsti controlli sistematici sugli scontrini fiscali, che pure nel 2007 stavano dando ottimi risultati, soprattutto in termini di deterrenza. Il potenziamento potrebbe essere realizzato anche mediante il coinvolgimento degli agenti della polizia municipale, ai quali potrebbero essere riconosciuti, ai fini dei detti controlli, gli stessi poteri spettanti ai funzionari dell’Agenzia delle Entrate e dei militari della Guardia di Finanza. In tal modo si consentirebbe l’effettiva partecipazione dei Comuni alla lotta all’evasione fiscale.

7 – Contrasto alle false certificazioni ISEE – L’assenza di una seria ed efficacie attività di controllo delle certificazioni ISEE, in particolare con riferimento ai dati patrimoniali, consente di godere di servizi e prestazioni sociali agevolate anche a soggetti falsi indigenti, con evidenti aggravi per la spesa pubblica.

Non è assolutamente eccessivo stimare che almeno il 20 – 25% delle autocertificazioni ISEE prodotte possano essere mendaci, cioè presentate da soggetti privi dei requisiti richiesti ( reddituali e patrimoniali), che indebitamente godono di prestazioni agevolate ( ad esempio esenzione dai ticket sanitari, esenzione o riduzioni delle tasse universitarie oppure della tarsu, etc. etc.).

Non sarebbe difficile introdurre e dare attuazione ad alcune misure che potrebbero ridurre nel giro di un paio di anni in modo sensibile le false certificazioni ISEE, con la conseguente sensibile riduzione della spesa assistenziale. Ne prospettiamo alcune:

a. riconoscere all’ente erogatore ( e per esso all’ente delegato al controllo) un potere di controllo generalizzato e senza particolari formalità sulla spettanza dei benefici richiesti, ivi compresa la possibilità di controllare la situazione patrimoniale del richiedente, In concreto la richiesta di prestazioni o servizi sociali agevolati darebbe la facoltà al controllore di accedere all’anagrafe tributaria, ivi compresa l’anagrafe dei rapporti finanziari, al fine di verificare la spettanza delle prestazioni agevolate richieste.

b. l’obbligo per tutti gli interessati di ripresentare la autocertificazione ISEE, pena la perdita dei benefici. Nella nuova domanda il richiedente prende atto del nuovo sistema di controllo. E’ facile prevedere che l’obbligo di presentazione di una nuova dichiarazione ai fini ISEE nei termini suddetti produrrà una riduzione netta dei richiedenti, con evidenti riduzioni della spesa sanitaria, universitaria, maggiori introiti tarsu e via dicendo.

c. Previsione per legge di un piano straordinario di controlli ISEE nel triennio 2012, 2013 e 2014. Con il coinvolgimento dell’Agenzia delle Entrate, della Gdf, dell’INPS e dei comuni. In particolare attraverso un intervento congiunto e coordinato tra l’Agenzia delle entrate ed i comuni, in modo da trasferire il know how dell’Agenzia ai funzionari comunali, a cui potrebbero essere demandati i controlli sul campo. Riconoscere ai funzionari comunali gli stessi poteri di accesso ai fini ISEE spettanti ai funzionari del fisco

d. Immediata attuazione della norma che prevede l’incrocio sistematico dei dati fiscali e quelli ISEE (Anagrafe tributaria – INPS), nonché trasmissione automatica delle rettificheoperate dagli Uffici finanziari dall’anagrafe fiscale alla banca dati ISEE

e. Attribuire la gestione della banca dati ISEE direttamente dall’Agenzia delle entrate ( tramite Sogei),in luogo dell’INPS, in modo da costituire un’unica banca dei dati fiscali e ISEE.

f. Piano straordinario di verifiche della GDF ai fini ISEE, concordato con l’Agenzia delle entrate

g. Controllo ISEE tra gli obiettivi strategici dell’Agenzia delle entrate e dell’INPS – Nella convenzione stipulata dall’Agenzia delle entrate con il Ministro dell’economia dovranno essere previste risorse materiali e personale da destinare a tale attività, nonché obiettivi quantitativi da raggiungere.

In conclusione bisogna tornare alle origini e riaffermare il valore costituzionale della contribuzione fiscale come funzione ridistributiva e massima espressione del principio di legalità , rimuovendo l’idea, invalsa negli ultimi tempi, e intercettata con preoccupazione dalla stesse Corte dei conti nella sua relazione, secondo cui la lotta all’evasione non sarebbe tanto finalizzata alla compliance, in funzione cioè dissuasiva , ma piuttosto “subordinata a un’esplicita decisione di politica tributaria” e usata come un bancomat, a secondo delle esigenze contingenti di cassa dell’erario.

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