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domenica 6 Ottobre 2024
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Manovra, novità su Ici rendite e pensioni Liberalizzazioni dal 2012

Modifiche da 2 miliardi per mitigare le misure su pensioni e Imu. Imposta sui capitali scudati (più prelievo al 2%), case e attività all’estero. Sconto Ici per le famiglie con figli al di sotto dei 26 anni; salve le pensioni più basse, mentre viene inserito un contributo di solidarietà del 15% per quelle d’oro. Province a scadenza naturale

Ici ammorbidita con una detrazione che tiene conto dei figli, salve le pensioni sotto i 1.400 dal blocco dell’indicizzazione, maxi-prelievo del 15% sugli assegni pensionistici oltre i 200.000 euro. E altre risorse arriveranno anche dal prelievo sui capitali scudati che aumenta dall’1,5 al 2%. Sono molte le novità in arrivo con gli emendamenti del governo alla manovra. Il capitolo “liberalizzazioni” torna ad essere d’attualità perché viene cancellata la norma che le spostava al 2013. Saltato dalla manovra, invece, l’intervento via decreto sugli stipendi dei parlamentari, che si impegnano però ad intervenire entro gennaio prossimo. Molte novità riguardano anche Equitalia: ci sarà più tempo per pagare il fisco a rate, e la società uscirà dalla riscossione comunale solo alla fine dell’anno prossimo. Le modifiche dovrebbero valere, complessivamente, introiti per 2 miliardi di euro. La manovra dovrebbe approdare alla Camera in mattinata. Ma i lavori nelle commissioni procedono a rilento. Intanto vediamo di seguito le principali modifiche proposte ieri dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera.

 

Ici, detrazione fino a 400 euro (con figli). Si parte dalla detrazione, che rimane, di 200 euro per tutti, ma «è maggiorata di euro 50 per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni, purché dimorante abitualmente e residente anagraficamente nell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale. L’importo complessivo della maggiorazione, al netto della detrazione di base, non può superare un massimo di 400 euro». In sostanza, lo sconto massimo che il Fisco concede sull’abitazione principale sarà pari a 600 euro: 200 euro della detrazione di base e 400 per il numero dei figli a carico.

Niente imposta conti correnti sotto 5.000 euro. Sembrava fosse in arrivo un «nuovo bollo da 34,20 euro sui conti correnti (tecnicamente applicato sull’estratto conto cartaceo obbligatorio). In realtà, quell’imposta, per le persone fisiche c’è già ed è in vigore da anni. «La novità – ha spiegato in serata il sottosegretario al Tesoro, Vieri Cerini – è che viene eliminato questo bollo sui conti correnti e sui libretti fino a 5 mila euro». Il sottosegretario spiega il perchè di questa misura: «Se facciamo la lotta al contante e chiediamo alle banche di non far pagare ai piccoli correntisti certe spese, allora dobbiamo togliere anche questo bollo. È uno sgravio a favore delle persone che verrà compensato dall’aumento del bollo fino a 100 euro per i conti correnti delle imprese e delle persone giuridiche».

Bollo capitali scudati. Aumento dall’1,5% al 2% del prelievo sui capitali scudati. Prevista inoltre una imposta di bollo annuale al 4 per mille per il 2011, che avrà un’eccezione (in peggio) nel 2012 e 2013 con una aliquota che salirà, per i prossimi due anni, al 10 per mille (tornando poi al 4 per mille nel 2014). Si tratta, secondo il governo, di un «prelievo sull’anonimato» per i contribuenti che hanno aderito agli «scudi». Le novità sui capitali scudati garantiranno un maggior gettito di 366 milioni nel 2012 e 2013 e di 559 milioni a regime dal 2014. I capitali “scudati” sono soggetti ad un’imposta di bollo speciale del 10 per mille negli anni 2012 e 2013, mentre l’aliquota ordinaria è fissata al 4 per mille.

Tassa sugli immobili all’estero. Arriva poi la tassa dello 0,76% per gli immobili all’estero. Con la proposta di modifica, a partire dal 2011, «viene istituita un’imposta sul valore degli immobili situati all’estero, a qualsiasi uso destinati, delle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato». L’imposta, si spiega, «è dovuta proporzionalmente alla quota di possesso e ai mesi dell’anno nei quali si è protratto il possesso». La tassa dello 0,76% sul valore degli immobili «è costituito dal costo risultante dall’atto di acquisto o dai contratti e, in mancanza, secondo il valore di mercato rilevabile nel luogo in cui è computato l’immobile». L’imposta dovrebbe portare 98,4 milioni l’anno dal 2012.

Imposta su attività finanziarie all’estero. E’ istituita un’imposta sulle attività finanziarie detenute all’estero da persone fisiche residenti in Italia. L’imposta è dello 0,1 per cento annuo del valore delle attività finanziarie per il biennio 2011-2012 e dello 0,15% a partire dal 2013. Dall’imposta si deduce, fino a concorrenza del suo ammontare, un credito d’imposta pari all’ammontare dell’eventuale imposta patrimoniale versato nello Stato in cui sono detenuti i prodotti e gli strumenti finanziari. L’imposta dovrebbe garantire un gettito di 8,9 milioni nel 2012 e 2013 e 13,4 milioni dal 2014.

Pensioni. Fra le novità in materia previdenziale, c’è il prelievo del 25% come contributo di solidarietà per pensioni sopra i 200 mila euro. A riferirlo il ministro del Lavoro, Elsa Fornero nel corso dell’audizione alla Commissione lavoro. E’ riconosciuta inoltre la rivalutazione automatica delle pensioni «per l’anno 2012 esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a 3 volte il trattamento minimo» (ovvero finao a circa 1400 euro). Per il 2013 invece la soglia sarà più bassa; rivalutazione solo per le pensioni oltre 2 volte il minimo (quindi fino a circa 900 euro).

Nati nel ’52 e donne nel privato. Il governo è intervenuto anche sugli effetti per i nati nel 1952, i più penalizzati: i lavoratori con un’anzianita’ contributiva di almeno 35 anni al 31 dicembre 2012 possono andare in pensione anticipata a non meno di 64 anni. Si attenua inoltre l’accelerazione dell’innalzamento dell’età per le donne nel privato per evitare casi di “rincorsa” delle pensioni: le donne potranno andare in pensione di vecchiaia a 64 anni se al 31 dicembre 2012 avranno almeno 20 anni di contributi e 60 anni d’età.

Penalità ridotta per chi anticipa. Sempre sulle pensioni, passa dal 2% all’1% il taglio previsto a carico di chi vorrà smettere di lavorare prima dei 62 anni di età. La riduzione varrà per chi sceglierà di andare in pensione a 60 o a 61 anni. Per ogni ulteriore anno di anticipo invece la riduzione resterà del 2%.

Più contributi per gli autonomi. Salgono le aliquote dei contributi previdenziali che i lavoratori autonomi dovranno versare. Il prossimo anno dovranno incrementare l’aliquota di 1,3 punti percentuali, gli anni successivi di 0,45 punti, fino ad arrivare al 24%. La manovra prevedeva un incremento di 0,3 punti percentuali ogni anno fino a raggiungere il livello del 22 per cento.

Tetto stipendi manager. Arriva il tetto massimo per gli stipendi dei dipendenti pubblici e quindi dei manager. Il valore è pari al trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione, circa 300mila euro lordi all’anno.

Stipendi parlamentari. Saranno le Camere a provvedere al taglio delle indennità di deputati e senatori e non un decreto del governo (come prevedeva la manovra).

Liberalizzazioni subito. Le liberalizzazioni delle attività economiche scatteranno dal primo gennaio del 2012, come inizialmente previsto dalla manovra. Le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno infatti corretto l’emendamento dei relatori che prorogava il termine dell’avvio delle liberalizzazioni al 31 dicembre 2012. Si ritorna quindi al testo originario che prevede l’avvio del pacchetto subito per tutte le attività economiche. Dalle liberalizzazioni resta confermata l’esclusione per i taxi. Nessun dietrofront, invece, per le farmacie che hanno mal digerito la decisione del governo di liberalizzare la vendita dei farmaci di fascia C distribuiti con ricetta medica anche nelle parafarmacie e nei supermercati. Forse già lunedì potrebbe scattare la serrata dei punti vendita tradizionali. Mentre dai parafarmicisti stanno arrivando in queste ore migliaia di fax a Palazzo Chigi con la richiesta a Monti di «non cedere alla pressione delle lobby».

Stop aste Equitalia. I beni espropriati da Equitalia ai debitori verso il Fisco, non saranno più messi all’asta dall’Agenzia ma saranno venduti dal contribuente. Il debitore venderà il bene pignorato o ipotecato e consegnerà l’intera somma ad Equitalia, che interverrà all’atto della cessione e che restituirà al contribuente la somma che eccede il debito. Slitta di un anno inoltre (a fine 2012) l’uscita di Equitalia dalla riscossione dei Comuni.

Più rate per il Fisco. Le aziende in difficoltà a causa della crisi che sono in ritardo nel pagamento delle cartelle ad Equitalia, potranno ottenere una ulteriore proroga di 72 mesi.

Province a scadenza naturale. Le province continueranno a esistere fino alla loro scadenza naturale (e non fino al 31 marzo 2013 come previsto da un emendamento del Governo).

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