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sabato 5 Ottobre 2024
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Mef: nomine nelle partecipate nel solco della discontinuità

Al via la partita delle nomine delle società partecipate del ministero dell’Economia e delle Finanza o dalle sue controllate, i cui Cda o vertici gestionali sono in scadenza con le assemblee previste in primavera. Una partita che è, comunque, ancora alle battute iniziali ma che già si preannuncia calda visto il corposo dossier che è sul tavolo del Governo: ci sono, infatti, da rinnovare i vertici di 49 società a cui si aggiungono 41 società in cui scadono i rispettivi collegi sindacali: da Invitalia fino a Sace controllate al 100% dal Mef, fino a Snam, controllata al 31,4% da Cdp Reti e Fincantieri, controllata al 71,32% da Cdp Industria.

Dopo la tornata di nomine del 2021 all’insegna del ‘metodo Draghi’, che ha portato alla nomina dei nuovi vertici dei big di Stato, come Fs e Cdp, anche quest’anno la linea che sembra delinearsi è quella di proseguire nel solco tracciato della discontinuità.

Tra le nomine sul tavolo del presidente del Consiglio, Mario Draghi ci sono quelle relative a Invitalia guidata dall’ad Domenico Arcuri dal

2007 e dal presidente Andrea Viero. Nel caso in cui non venisse riconfermato Arcuri, uno dei nomi che circola in queste ore, è quello del ‘successore naturale’, ossia Bernardo Mattarella, l’attuale ad di Banca del Mezzogiorno – Mediocredito centrale (gruppo Invitalia).

Per quanto riguarda Sace, la società che è passata da  Cdp direttamente al Mef, attualmente al vertice ci sono l`ad  Pierfrancesco Latini e Mario Giro, che sta svolgendo da qui fino al  rinnovo dei vertici le funzioni di presidente dopo le dimissioni del  presidente Rodolfo Errore a gennaio. Latini probabilmente rientrerà in Cdp e per il suo successore la scelta potrebbe ricadere su Federico  Merola che dal giugno del 2016 è membro indipendente del Cda di Sace.

Per il ruolo di presidente, invece, si punterebbe su un alto  funzionario del ministero dell`Economia e delle Finanze ripristinando  una consuetudine che aveva visto tra il 1998 e il 2001, il direttore  generale del Tesoro diventare presidente della Sace. A quell`epoca fu  nominato presidente Mario Draghi. Questa volta l`ipotesi di una nomina dell`attuale direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera alla  presidenza della società sembra di difficile attuazione.

Probabilmente la scelta potrebbe ricadere su un altro importante dirigente del Mef.      Per Simest, il cui cda è in scadenza, i vertici potrebbero essere  riconfermati: sia l`attuale presidente Pasquale Salzano che l`attuale  ad Mauro Alfonso. Potrebbe essere riconfermato anche l`ad di Snam Marco Alverà che guida il gruppo dal 2016. I riflettori si puntano poi su Fincantieri, il gruppo guidato dal 2002 da Giuseppe Bono, classe1944, che ha portato in questi 20 anni il gruppo al top della  cantieristica mondiale.

Un`ipotesi potrebbe essere quella di scegliere la strada della discontinuità per l`incarico di ad con Bono che  potrebbe rimanere alla presidenza. Tra i nomi che circolano per il  ruolo di ad in pole position ci sarebbero il direttore generale da  settembre 2020 Fabio Gallia (ex ad di Cdp dal 2015 al 2018) ma anche  il direttore generale naval vessels di Fincantieri, Giuseppe Giordo.     

Sul tavolo ci sono anche i rinnovi dei vertici di Italgas che è  guidato dall`ad Paolo Gallo e dal presidente Alberto Dell`Acqua. Tra  le altre nomine da individuare – sono complessivamente circa 350 le  poltrone da individuare tra cda e collegi sindacali – ci sono anche  quelle che riguardano *due membri del Cda* di Sport e Salute, la Spa che gestisce i fondi pubblici per lo sport italiano. L`attuale  presidente e ad Vito Cozzoli *è stato invece nominato a marzo del2020 e ha un mandato triennale*.

Sul tavolo c`è anche la nomina  dell`amministratore unico di PagoPa che è attualmente Giuseppe Virgone ma anche il rinnovo del Cda di Sogin guidato dal presidente Luigi  Perri e dall`Ad Emanuele Fontani che sono in carica dal 2019. Sul  tavolo ci sono poi anche i cda di 26 società controllate dal gruppo Fs che è guidato attualmente dall`ad Luigi Ferraris e di 7 società  controllate dalla Cdp.   

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