Dopo il boom di adesioni al vecchio regime registrato negli ultimi mesi del 2014, l’entrata in vigore del nuovo forfait fa segnare una flessione da record sugli avviamenti
Partite Iva in caduta libera col nuovo regime dei minimi. Si consuma anche a gennaio 2015 il flop del nuovo quadro di agevolazioni introdotto con la legge di stabilità 2015. Lo certifica l’Osservatorio sulle partite Iva del Mef: durante il primo mese di quest’anno, che è coinciso con l’entrata in vigore del forfait, l’andamento delle nuove aperture ha registrato un calo del 29,7%, attestandosi a quota 56.717. Un dato in netta controtendenza rispetto alle impennate di novembre (+15,5%) e dicembre 2014 (+203,4%), quando il Mef aveva rilevato una vera e propria corsa per rientrare nel vecchio regime e sfuggire così al nuovo sistema. Una fuga tale che ha indotto il Governo a correre ai ripari, infilando nel decreto “milleproroghe” un emendamento che consente l’adesione, a partire dal primo marzo, al regime del 5% per tutto il 2015.
Il flop del forfait. Rispetto a gennaio 2014 la flessione colpisce sostanzialmente tutti gli ambiti produttivi, ma è più marcata se si guardano le attività professionali e la sanità (-55% per entrambe), seguite da alloggio e ristorazione (-5,4%), non a caso i settori più penalizzati dal nuovo forfait. Tra le persone fisiche sono 10.708 i soggetti che hanno aderito al sistema fiscale di vantaggio, in calo del 36,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Male gli avviamenti anche sul fronte delle società di persone (-12,5%) e società di capitali (-3,3%). Secondo i dati forniti dal Mef, la ripartizione relativa alle persone fisiche resta in linea con le precedenti rilevazioni: a registrare le nuove partite Iva sono soprattutto i giovani under 35 (40,3 per cento), in lieve vantaggio rispetto ai soggetti di età compresa fra i 36 e i 50 anni (39%).