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sabato 27 Luglio 2024
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Monti, ora lotta a evasione, possibili accordi con Svizzera sui capitali detenuti all’estero

Il premier nella conferenza stampa di fine anno sottolinea le misure per la lotta all’evasione inserite nella manovra e apre ad un accordo con la Svizzera sui capitali detenuti all’estero. Per il resto Monti promette misure su liberalizzazioni e mercato del lavoro nelle prossime settimane.

Ha ribadito la necessità del percorso intrapreso dall’esecutivo «per centrare il pareggio di bilancio nel 2013», ha rimarcato che «non servirà un’altra manovra» e ha chiarito il timing della fase due che dovrà sollecitare crescita e sviluppo dopo la manovra economica. Nella conferenza stampa di fine anno, il premier Mario Monti ha parlato della manovra chiamandola il pacchetto “cresci-Italia” e ha chiarito che «i tempi saranno piuttosto veloci, l’Europa ci attende con ulteriori provvedimenti per l’Eurogruppo del 23 gennaio e per il Consiglio del 30 gennaio». In due ore e mezza, il presidente ha archiviato così l’ultimo confronto con la stampa del 2011 e ha colto l’occasione anche per precisare qualche tassello. A cominciare dall’andamento dello spread, alla necessità di procedere alla riduzione del debito, tornando poi sulla manovra appena varata per sottolineare gli sforzi compiuti sulla lotta all’evasione («ora ha strumenti senza precedenti») e per assicurare che «non ci sarà un aggravio della tassazione sulla casa ma una maggiore equità nell’imposizione». Un’ipotesi da analizzare, è stata definita così, inoltre, dal premier la possibilità di un accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali esportati. Sulla riforma del mercato del lavoro infine ha promesso «il confronto con le parti sociali, ma tutto dovrà essere condotto con una certa rapidità». Ecco i passaggi salienti della lunga conferenza stampa, partendo da quelli di carattere fiscale.

 

Lotta all’evasione. Con le misure contenute nel decreto legge salva Italia sono stati messi a disposizione strumenti contro la lotta all’evasione che gli uomini incaricati a contrastare questo fenomeno «mai avevano avuto a disposizione», ha affermato il premier. Nel decreto, ha sottolineato Monti, ci sono misure per «l’azione di antievasione attraverso il controllo di tutti i movimenti bancari e all’uso del contante, che avranno anche un forte impatto alla lotta alla criminalità». Le forze delle Agenzie, gli «uomini di valore che sono incaricati quotidianamente di lottare contro l’evasione, ci hanno dato attestato del fatto che abbiamo messo a disposizione strumento per il contrasto dell’evasione che mai avevano avuto a disposizione». «E cosa c’è di più strutturale in una manovra finanziaria, che il conferimento di poteri per fare la lotta evasione?», ha aggiunto Monti. «All’estero, erroneamente credo, l’Italia è considerato il paese nel quale la tara strutturale più grave è considerata l’evasione fiscale». Tra gli strumenti di lotta il premier ha citato la riforma del catasto e gli squilibri contributivi aggiungendo che nel dl di dicembre «abbiamo piantato i semi per il dispiegarsi della lotta all’evasione da parte degli apparati dello Stato». Proprio avendo dato «fior di strumenti» alla lotta all’evasione da essa il premier si aspetta «ovviamente risorse che potranno essere impiegate», ha detto. E avendo «apportato euro zero dagli introiti» dalla lotta all’evasione «sarà tutto beneficio in più», ha concluso.

Pressione fiscale. Mario Monti non si sbilancia sul capitolo tasse, ma garantisce che il governo lavorerà per rendere il sistema fiscale italiano più equo. Rispondendo a una domanda in conferenza stampa, il premier ha spiegato: «Ai cittadini preoccupati per la pressione fiscale dico che capisco bene che siano preoccupati, ma dico anche che il nostro sforzo è di rendere più omogenea la preoccupazione effettiva e evitare che molti siano per niente preoccupati pur avendo redditi considerevoli e altri siano invece iper gravati. Stiamo lavorando in questa direzione», e ha concluso: «non voglio fare previsioni azzardate, fatemi la stessa domanda il prossimo anno».

Tassazione casa più equa, 6 milioni sono esenti. «Devo dire che l’aliquota sulla prima casa – ha spiegato Monti – nel nuovo sistema è 0,4 e il numero delle case esenti è di 6 milioni, non credo si possa dire che la tassazione sia maggiore di prima».

Catasto. «Nei mie contatti con diversi settori del ministero dell’Economia ho approfondito la questione del catasto, degli ammodernamenti. Meccanismi per conoscere la realtà sono auspicabili, la riforma del catasto è avviata richiede qualche tempo ma consentirà di conoscere la realtà e di porre fine ad abusi benché involontari e introdurre una maggiore aderenza tra il fisco e la realtà effettiva», ha detto Mario Monti.

Accordo con la Svizzera. L’accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali esportati è «un’ipotesi che stiamo analizzando». E’ stata questa la risposta del premier alla domanda su un possibile accordo antievasione con la Svizzera come hanno fatto Germania e Gran Bretagna . «Non ho ancora completato l’approfondimento di questo dossier – ha aggiunto – non ho una posizione al riguardo».

Lavoro. «Le prossime settimane saranno dedicate alla crescita che però non fa uso del denaro pubblico anche perché ce n’è poco, ma fa dell’equità la leva – ha garantito Monti – Noi siamo convinti che l’operazione volta a liberare le energie, le liberalizzazioni e la concorrenza, e lo stimolo del capitale umano attraverso l’università e la ricerca e la riforma impegnativa e essenziale del mercato lavoro hanno come finalità la crescita e l’equità». La riforma degli istituti del mercato del lavoro sarà volta, ha aggiunto Monti «a favorire il lavoro non precario per i giovani».

Negoziato con parti sociali. Sulla riforma del mercato del lavoro «ci sarà il negoziato con le parti sociali che richiedono più negoziato del sistema pensionistico ma tutto dovrà essere condotto con una certa rapidità», ha avvertito poi Monti, spiegando che quello del lavoro è «un cantiere delicato e importante. Negli ultimi anni ci sono stati progressi nell’organizzazione e sulle normative del mercato del lavoro, sappiamo che ci sono ancora eccessive segmentazioni e che queste nuocciono ai giovani. Quindi il nostro governo avrà un dialogo e un negoziato con le parti sociali in materia di lavoro che richiede più negoziato del sistema pensionistico ma tutto dovrà essere condotto con una certa rapidità». «Faremo di tutto per evitare tensioni sociali», ha poi assicurato il presidente del Consiglio rispondendo a una domanda che proponeva un parallelo fra l’Italia e la Grecia.

Debito. «Non escludo niente. Ci sono ipotesi interessanti avanzate da esperti ed analisti ma molto più importante è che eventuali operazioni sullo stock, coerenti con i mercati, vengano dopo logicamente e temporalmente al serio e duro lavoro sui flussi», ha detto il premier.

Liberalizzazioni. Oltre al mercato del lavoro, anche la concorrenza sarà tra i primi temi affrontati dal Governo nel realizzare misure per la crescita, con un orizzonte temporale vicino, entro il mese di gennaio, ha indicato Monti ricordando le scadenze europee che l’Italia deve affrontare. «Il nostro paese si propone attraverso un grande sforzo condiviso e concentrato nelle prossime settimane e nei prossimi mesi – ha detto – di attuare misure a favore della crescita». «I tempi – ha proseguito – saranno ancora una volta piuttosto veloci, non ci è dato lavorare con calma. L’Europa ci attende con interventi calendarizzati all’Eurogruppo il 23 gennaio» e al «Consiglio europeo il 30 gennaio». In vista di tali scadenze Monti ha parlato di «sforzo intenso e spero ben distribuito sul fronte della concorrenza e delle liberalizzazioni».

Pensioni. «Sulla riforma delle pensioni interverremo a favore dei lavoratori che erano stati messi in mobilità con le vecchie regole e affronteremo tutti quei casi in cui i lavoratori con le nuove regole si possano trovare in particolare difficoltà» ha poi aggiunto Monti.

Non serve nuova manovra. «Nessuno pensi né che occorre un’altra manovra, nel senso classico della restrizione, né che siccome è stata fatta una manovra, e robusta, adesso la fase della crescita significhi larghezza finanziaria», ha affermato ancora il premier. «La fase della crescita – ha proseguito – è in sintonia con l’esigenza di continuare il consolidamento dei conti pubblici».

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