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sabato 27 Luglio 2024
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Multinazionali, arriva la minimum tax globale al 15%, accordo all’Ocse tra 136 paesi

Per le multinazionali arriva la minimum tax globale con aliquota al 15%. Lo storico accordo per introdurre una tassa minima per le imprese che operano in più paesi è stato raggiunto all’Ocse tra 136 paesi. Solo Kenya, Nigeria, Pakistan e Sri Lanka non hanno aderito all’intesa, mentre Irlanda, Estonia e Ungheria si sono piegate dopo una lunga trattativa. Il nuovo regime fiscale per le multinazionali -ha annunciato l’Ocse- partirà 2023. La decisione presa in sede Ocse, rappresenta comunque solo il primo passo. Sarà presentata alla riunione dei ministri delle finanze del G20a Washington il 13 ottobre e poi al vertice dei leader del G20 a Roma alla fine del mese. Secondo i calcoli dell’Ocse l’imposta porterà nelle casse degli Stati circa 150 miliardi di dollari l’annodi cui 125 nei paesi in cui le grandi società producono profitto a prescindere dalla residenza giuridica della multinazionale.

L’importante accordo è frutto anche del partenariato avviato nel 2000 l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e l’Organizzazione intra-europea delle amministrazioni fiscali (Iota) per migliorare a livello globale l’equità ed efficacia dei sistemi tributari e le strategie implementate dalle amministrazioni fiscali. Proprio lo scorso 23 settembre i due organismi hanno ospitato una consultazione concernente le sfide derivanti dal capovolgimento degli schemi tradizionali di business e di tassazione operato dalla progressiva
digitalizzazione dell’economia. Il confronto si è sviluppatopartendo dalle soluzioni individuate nel luglio 2021 nell’ambito dell’ Inclusive Framework Beps, ambizioso e valentissimo progetto lanciato in ambito Ocse per contrastare i planning fiscali diretti alla erosione della base imponibile ed allo strumentale
spostamento dei profitti.
E’ opportuno ricordare, al riguardo, che nell’ultimo decennio si è assistito alla proliferazione di modelli imprenditoriali che, prescindendo dalla presenza materiale dell’impresa nei luoghi di svolgimento dell’attività, si caratterizzano per un massivo ricorso alle transazioni on-line. Lo svilupparsi di market-place, la elaborazione di nuovi strumenti e modalità di pagamento elettronici, la maggiore sicurezza di questi ultimi hanno impresso una fortissima accelerazione allo
sviluppo del commercio on-line spingendo, da un lato, i consumatori sul versante delle transazioni elettroniche e determinando, dall’altro, il radicale mutamento della linea di business. Le imprese hanno, quindi, potuto rivolgersi a fette di mercato sempre più ampie senza essere fisicamente presenti nello Stato di stabilimento del consumatore.
Da qui l’importanza della intesa raggiunta il 1° luglio scorso tra i Paesi del G7 e le 131 giurisdizioni aderenti all’Inclusive Framework di Ocse e G20 . Le imprese destinare del piano sono:
– i gruppi multinazionali con un fatturato superiore a 20 miliardi di euro e una redditività superiore al 10% (Pillar One);
– i gruppi con fatturato globale superiore a 750 milioni di euro come previsto dall’Action 13 Beps (Pillar Two).
Cardine ispiratore del Pillar One è la adozione di un modello impositivo basato non più sul solo criterio della presenza fisica dell’impresa ma anche e soprattutto sul luogo di effettiva realizzazione dei profitti. Si parla di “market jurisdiction” per indicare il criterio di radicamento della tassazione nel luogo ove si trovano i consumatori al fine di conseguire una più equa ripartizione dei profitti e degli oneri impositivi. Il Pillar Two prevede l’adozione di una aliquota minima del 15% (la cd. global minimum tax) per limitare la competizione fiscale e, cioè, il fiscal planning aggressivo e strumentale e contenere lo scivolamento dei profitti verso aree a fiscalità privilegiata.
Infine è opportuno ricordare che l’incontro tra Ocse e Iota di settembre scorso ha, difatti, consentito alle giurisdizioni Iota di acquisire utili elementi conoscitivi sul funzionamento dei 2 pillars e ricevere chiarimenti in ordine agli impatti attesi in ambito fiscale. Il prossimo appuntamento degli incontri regionali Ocse – Iota è fissato a novembre prossimo per analizzare le intese raggiunte.

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