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sabato 27 Luglio 2024
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Multinazionali, Ue pronta per l’adozione della direttiva sulla minimum tax rate

L’Ue accelera sull’adozione della direttiva sulla minimum tax rate. Nei giorni scorsi la Commisssione europea ha presentato la proposta di direttiva concernente la tassazione dei profitti delle multinazionali modellata sulla scia degli accordi intessuti in ambito Ocse per assicurare un quadro impositivo ispirato a criteri di trasparenza, equità e stabilità. La proposta, in particolare, evidenzia i principi sottesi all’opzione per l’aliquota pari al 15% che – mutuati dalle riflessioni condotte nel più vasto consesso Ocse – saranno oggetto di diretta applicazione anche in area Ue, e fissa ll’organico quadro di regole che sovrintenderanno alle modalità per il calcolo dell’aliquota. La fissazione di criteri omogenei e condivisi costituisce una tappa irrinunciabile per garantirne la uniforme e coerente applicazione in ambito unionale.

La direttiva, che introduce l’aliquota del 15% per le multinazionali, assicurerà il coordinamento della misura con le norme già esistenti a livello unionale in modo da scongiurare possibili sovrapposizioni ed incoerenze applicative. Essa sarà seguita, entro l’estate 2022, da una seconda direttiva per la implementazione dell’ulteriore pilastro dell’accordo Ocse relativo alla riallocazione dei diritti di tassazione. Nell’esprimere la propria soddisfazione per l’impegno della Commissione nell’ adeguare tempestivamente
la normativa unionale agli accordi OCSE di ottobre 2021, il commissario alla fiscalità Paolo Gentiloni ha evidenziato come il veloce
allineamento delle regole fiscali apporterà indubbi vantaggi a livello globale. Le regole in via di implementazione, ad avviso di Gentiloni, si applicheranno ad ogni gruppo societario di rilevanti dimensioni, sia nazionale che internazionale, la cui capogruppo o succursale risultino stabilite nella Ue.

Nel caso in cui la minimum effective rate non venga applicata dallo Stato di stabilimento della società, la bozza di direttiva prevede adeguate misure per aggirare l’impasse tra cui il consentire allo Stato di stabilimento della casa madre di applicare la cd. “top-up” tax. La direttiva prevede anche misure di salvaguardia per garantire la “effettività” dell’imposizione anche nei casi in cui la casa madre sia stabilita in un paese extra-UE che non preveda l’applicazione di regole equivalenti alla la minimum effective rate. A controbilanciare il rigore delle previsioni, saranno introdotte delle eccezioni alla regola anzidetta in caso di un ridotto ammontare dei profitti. Ciò implica che qualora la media del reddito conseguito da un gruppo multinazionale non superi una soglia
predeterminata, tali profitti non verranno presi in considerazio

Per il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, l’Europa, adoperandosi rapidamente per allineare la fiscalità delle multinazionali alle lungimiranti intese concluse sotto l’egida OCSE, sta dimostrando il preciso intento di giocare un ruolo fondamentale nella creazione di un sistema impositivo che – alla luce delle sperequazioni economiche, distorsioni di concorrenza ed arbitrari e, spesso, illegittimi drenaggi di risorse finanziarie da alcuni Paesi a favore di altri – intende realizzare un sistema impositivo equo, incentrato sulla tassazione dei profitti nel luogo del loro effettivo conseguimento. Ad avviso di Dombrovskis non si tratta solo di riportare la tassazione delle società a criteri di equità e trasparenza ma anche, agganciando l’imposizione a reali livelli di reddito, di recuperare risorse finanziarie quanto mai necessarie ora che l’orizzonte unionale è incardinato sul perseguimento di sfide molto impegnative sul versante della sostenibilità socio-ambientale, del raggiungimento della soglia di zero emissioni di CO2 in tempi davvero molto contenuti e, soprattutto, di rilanciare gli investimenti per promuovere crescita e occupazione.
Secondo il vice-Commissario UE: “L’adozione nell’ambito della legislazione unionale degli accordi OCSE sulla
minimum effective taxation -ha sottolineato il vice-Commissario Ue- è di importanza vitale per un efficace contrasto all’evasione ed elusione fiscale e per stoppare gli insidiosi fiscal planning volti a sottrarre alla giusta tassazione i profitti conseguiti. Si tratta di un passo prioritario per l’adempimento dei punti nella agenda messa a punto dalla Commissione per la fair taxation.”.

La decisione della Commissione, ad avviso del commissario Paolo Gentiloni, completa la “storica” intesa multilaterale conclusasi ad ottobre scorso in sede Ocse. Un accordo che ha avuto il merito di avviare la radicale trasformazione della tassazione dei profitti delle multinazionali, ponendo uno stop alle ingiustizie fiscali largamente praticate. Sulla medesima scia e a distanza di appena 2 mesi, osserva Gentiloni, la Commissione europea ha pressocchè completato il quadro normativo di riferimento per bloccare in radice la folle ed ingiusta gara tra le multinazionali per l’azzeramento del prelievo fiscale sui profitti conseguiti.

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