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martedì 29 Aprile 2025
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Non frodò il fisco con lo yacht: Briatore assolto, “il fatto non sussiste”

Il maxi yacht era stato sequestrato nel 2010, al largo della Spezia, mentre il manager era a bordo con Elisabetta Gregoraci e il figlio. I giudici hanno revocato la confisca dell’imbarcazione e dei 3 milioni e 600 mila euro.

La Cassazione aveva annullato la sentenza della Corte d’Appello che condannava Briatore a 18 mesi e aveva ordinato un nuovo processo. Anche la procura generale aveva chiesto l’assoluzione e la revoca della confisca. La sentenza diventa così definitiva. Per quanto concerne invece la confisca, l’Avvocatura di Stato potrebbe impugnare la decisione. Il Force Blue era stato venduto un anno fa all’asta e se lo era aggiudicato l’ex patron della Formula 1 Bernie Ecclestone per sette milioni a fronte di una stima di 20 milioni. La Cassazione aveva annullato per due volte le decisioni dei magistrati genovesi.

“L’assoluzione di Briatore la potrò commentare dicendo che la giustizia trionfa. Ma mi chiedo se è giustizia un processo che dura 12 anni. Un processo che obbliga una persona innocente a convivere con un incubo. No non è giustizia”. Così il difensore di Flavio Briatore, l’avvocato Fabio Lattanzi.

La vicenda

Così come ricostruito nel 2014 da fiscoequo.it alla prima udienza del processo, l’imprenditore Non avrebbe pagato l’Iva e le accise sul carburante del megayacht Force Blue che gli fu sequestrato nel maggio del 2010 al largo delle coste liguri. Per questo Briatore era stato rinviato a giudizio a Genova, per una ipotesi di frode fiscale.

L’accusa. Secondo l’accusa avrebbe simulato un’attività commerciale di noleggio dell’imbarcazione per godere di tariffe agevolate, attività di noleggio che avrebbe consentito di utilizzare il “Force Blue”, iscritto in un Paese extracomunitario e di proprietà della Autumn Sailing Limited con sede nelle Isole Vergini Britanniche, per uso diportistico in acque territoriali italiane dal luglio 2006 al maggio 2010 senza versare la dovuta Iva all’importazione. I pm, nella loro richiesta di giudizio, sostenevano che Briatore era amministratore di fatto e proprietario della società Autumn Sailing Limited oltre a essere armatore e proprietario dello yacht. In particolare l’imprenditore non avrebbe pagato l’ Iva dovuta all’ importazione per 3,6 milioni di euro. L’altra accusa formulata dai pm nei confronti di Briatore, del comandante (anche rappresentante-procuratore della stessa società) e di due amministratori è quella di aver destinato il carburante come esente dalle accise mentre avrebbe dovuto essere soggetto alle imposte. Complessivamente si sarebbe trattato di circa 900 mila litri di carburante adoperati in diverse occasioni che avrebbe procurato un vantaggio di oltre 1,48 milioni. Infine Briatore, il comandante e due amministratori sono stati accusati di aver indotto in errore i fornitori delle prestazioni sul fatto di trattare con una società realmente esistente e commerciale, facendo emettere le fatture relative a operazioni soggettivamente inesistenti.

L’inchiesta. Flavio Briatore, insieme ad altre quattro persone, era stato indagate nell’ambito dell’inchiesta sul megayacht sequestrato dalla Guardia di finanza al largo della Spezia nel maggio 2010 mentre era in uso all’ex team manager della Renault. Briatore era stato indagato, a vario titolo, con tre amministratori (che si sono avvicendati nel tempo) della società Autumn Sailing Limited, proprietaria dell’imbarcazione e con il comandante dello yacht, per il mancato pagamento dell’Iva dovuta all’importazione per 3,6 milioni.

Il sequestro. Il megayacht di 62 metri fu sequestrato mentre a bordo c’erano la moglie di Briatore, Elisabetta Gregoraci, e il figlioletto, oltre a una ventina di membri dell’equipaggio.

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